Charles Baudelaire

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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Il tramonto del sole romantico



Oh, quanto è bello il sole che sorge allegro e forte
e il suo buondì ci lancia come uno scoppio rosso!
felice che ne può con animo commosso
salutare, gloriosa più d'un sogno, la morte!

Ricordo!... Ho visto tutto, la fonte, il solco, il fiore,
anelar come vivido cuore sotto i suoi sguardi.
Corriamo all'orizzonte, presto, corriamo, è tardi,
che non ci sfugga almeno l'ultimo obliquo ardore!

Ma io rincorro invano il Dio che s'allontana;
stende l'ineluttabile Notte su noi, sovrana,
le abbrividenti ali, funeste, umide, opache.

Un lezzo di sepolcro nelle tenebre vagola,
e il mio timido piede ai margini del brago
schiaccia rospi imprevisti e lubriche lumache.[/align]
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Inno alla bellezza


Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà?
Il tuo sguardo, infernale e divino,
versa, mischiandoli, beneficio e delitto:
per questo ti si può comparare al vino.

Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora,
diffondi profumi come una sera di tempesta;
i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un'anfora,
che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.

Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri?
Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane:
tu semini a casaccio la gioia e i disastri,
hai imperio su tutto, non rispondi di nulla.

Cammini sopra i morti, Beltà, e ridi di essi,
fra i tuoi gioielli l'Orrore non è il meno affascinante
e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari,
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.

La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela,
e crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!".
L'innamorato palpitante chinato sulla bella
sembra un morente che accarezzi la propria tomba.

Venga tu dal cielo o dall'Inferno, che importa,
o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo;
se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me
la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto?

Da Satana o da Dio, che importa?
Angelo o Sirena, che importa se tu
– fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina –
fai l'universo meno orribile e questi istanti meno gravi?[/align]
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]A colei che è troppo gaia

Bello il tuo capo, il gestire, l'aspetto,
Come un bel paesaggio; sul tuo volto
Il riso giuoca come fresco vento
In un limpido cielo. Il malinconico
Passante che tu sfiori è abbacinato
Dalla salute che, come luce,
Ti sprizza dalle braccia e dalle spalle.

I sonanti colori di cui spargi
Le tue tolette, ispirano ai poeti
L'immagine di un balletto di fiori.
Sono l'emblema, queste pazze vesti,
Del variopinto tuo spirito: folle
Di cui son folle, t'odio quanto t'amo!

Qualche volta, in un bel giardino, dove
Trascinavo la mia atonia, ho sentito
Il sole lacerarmi il petto, come
Un'ironia; la primavera e il verde
A tal punto umiliarono il mio cuore,
Che su di un fiore punii l'insolenza
Della natura. E così, una notte,
Appena suona l'ora del piacere,
Verso i tesori della tua persona
Vorrei strisciare, da vile, in silenzio,
Per castigarti la gioiosa carne,
Per schiacciare il tuo seno perdonato,
E infliggere al tuo fianco stupefatto
Una profonda, una larga ferita:
Vertiginosa dolcezza! Attraverso
Le nuove labbra, più splendenti e belle,
Infonderti, sorella, il mio veleno![/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]A un mendicante dai capelli rossi

Fanciulla esangue dal crine rosso,
di sotto i cenci che porti addosso
come trapela, misero e bello,
il corpo snello!

Nelle tue giovini membra malate,
tutte d'efelidi disseminate,
il derelitto poeta apprezza
qualche dolcezza.

Sui grossi zoccoli tu sopravvanzi
ogni regina che nei romanzi
con vellutate scarpe di gala
varchi la sala.

Oh, fa' che al posto di queste corte
frappe un magnifico manto di corte
lungo e frusciante ti s'accompagni
fino ai calcagni;

che dei viziosi all'occhio audace
sulla tua gamba non questa lacera
calza riluca, ma d'oro schietto
un pugnaletto;

che fra i malfermi nastri, per farci
dannare l'anima, s'aprano squarci
e il seno, bello come due occhi,
fuor ne trabocchi;

che le tue braccia non così leste
per noi si lascino cader la veste,
bensì discaccino con muta lite
le dita ardite...

Oh, gli smaniosi tuoi spasimanti
di quali fulgide perle e diamanti
ti coprirebbero! Quanti rondò
di ser Belleau!

Mille poeti al tuo servizio
ti portrebbero fior di primizie,
la tua caviglia spiando sotto
il pianerottolo!

Per sollazzarsene, matricolati
paggi, Ronsardi e titolati
occhieggerebbero gli eremi ombrosi
dove riposi!

Allora in fondo ai tuoi giacigli
più conteresti baci che gigli;
s'arrenderebbero a tua mercé
delfini e re!

A malapena frattanto vivi
di ciò che qualche Vèfour da trivio
ti butta in grembo, sparuto avanzo
per il tuo pranzo;

o di soppiatto, come un tesoro,
adocchi un ciondolo di similoro,
che regalarti, te lo confesso,
non m'è concesso.

Vattene dunque, e non portare
altro, né essenze né pietre rare,
se non la gracile tua nudità,
o mia beltà! [/align]
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Benedizione

Allorché, per decreto delle potenze supreme, il Poeta
appare in questo mondo attediato, sua madre
impaurita e carica di maledizioni stringe i pugni
verso Dio che l'accoglie pietoso:

"Ah, perché non ho partorito un groviglio di vipere
piuttosto che nutrirmi in seno questa cosa
derisoria? Maledetta sia la notte d'effimeri piaceri in
cui il mio ventre ha concepito la mia espiazione!

Poi che m'hai scelta fra tutte le donne perché
divenissi disgustosa al mio triste marito, non
potendo rigettare nelle fiamme come un biglietto
amoroso questo mostro intristito,

farò ricadere il tuo odio che m'opprime sul maledetto
strumento della tua cattiveria e torcerò talmente
quest'albero miserabile che esso non potrà
innalzare i suoi germogli impestati".

Inghiotte così la schiuma del suo odio e, ignara degli
eterni disegni, prepara essa stessa in fondo alla
Geenna i roghi consacrati ai delitti materni.

Tuttavia, assistito da un Angelo invisibile, il figlio
ripudiato s'inebbria di sole, e in tutto quel che beve e
che mangia trova ambrosia e nettare vermiglio.

Gioca col vento, discorre con la nuvola, s'ubbriaca,
cantando, del Calvario; e lo Spirito che lo segue nel
suo pellegrinaggio, piange al vederlo gaio come
uccello di bosco.

Tutti coloro che egli vuole amare l'osservano
intimoriti o, rassicurati dalla sua tranquillità, fanno a
gara a chi gli caverà un sospiro, sperimentando su
di lui la propria ferocia.

Mescolano al pane e al vino destinati alla sua bocca
cenere e sputi impuri; con ipocrisia buttano quanto
egli tocca, s'incolpano d'aver posto il piede sulle sue
orme.

Sua moglie va gridando per le piazze: "Poi che mi
trova tanto bella da adorarmi, farò come gli idoli
antichi, come essi vorrò che egli m'indori, e m'indori
ancora;

m'ubbriacherò di nardo, di incenso e di mirra, di
genuflessioni, di carne e di vino, per sapere se
io possa, in un cuore che m'ammira, usurpare,
ridendo, gli omaggi destinati alla divinità.

E, stanca di queste farse empie, poserò su di lui la
mia forte e fragile mano; le mie unghie, come quelle
delle arpie, sapranno farsi strada sino in fondo al
suo cuore.

Simile ad un uccellino che palpita e che trema gli
strapperò il rosso cuore dal petto e lo butterò,
sprezzante, al mio animale favorito perché se ne
sazi".

Verso il cielo, ove il suo occhio mira uno splendido
trono, il Poeta sereno leva le pie braccia, e i grandi
lampi del suo spirito lucido gli precludono la vista
dei popoli inferociti:

"Sii benedetto, mio Dio, che concedi la sofferenza
come un rimedio divino alle nostre vergogne e come
l'essenza più pura ed efficace per preparare i forti
a sante voluttà.

So che tu tieni un posto al Poeta nelle file beate delle
tue Legioni, e che tu l'inviti all'eterna festa di Troni,
Virtù e Dominazioni.

So che il dolore è la sola nobiltà cui mai potranno
mordere e terra e inferno; e che per intrecciare la mia
mistica corona si dovranno tassare tutti i tempi e tutti
gli universi.

Ma i gioielli perduti dell'antica Palmira, i metalli ignoti,
le perle del mare, montati dalla tua mano, non
basterebbero al bel diadema, chiaro, abbagliante;

esso sarà pura luce attinta al focolare santo dei raggi
primigeni, di cui gli occhi mortali, al massimo del loro
splendore, non sono che specchi oscuri e lagrimosi". [/align]
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Con le vesti

Con le vesti ondeggianti e iridescenti,
anche quando cammina si direbbe che danzi,
come quei lunghi serpenti che i giocolieri sacri
agitano ritmicamente in cima ai loro bastoni.

Come la spenta sabbia e l'azzurro dei deserti,
insensibili entrambi a l'umano dolore,
come le lunghe trame dell'onda marina,
ella si muove con tutta indifferenza.

I suoi occhi nitidi sono fatti di graziosi minerali,
e nella sua natura strana e simbolica
(in cui l'angelo inviolato si mischia all'antica sfinge,

in cui tutto è oro, acciaio, luce e diamanti)
risplende per sempre, come un astro inutile,
la fredda maestà della donna sterile.[/align]
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Corrispondenze

La Natura è un tempio ove pilastri viventi
lasciano sfuggire a tratti confuse parole;
l'uomo vi attraversa foreste di simboli,
che l'osservano con sguardi familiari.

Come lunghi echi che da lungi si confondono
in una tenebrosa e profonda unità,
vasta come la notte e il chiarore del giorno,
profumi, colori e suoni si rispondono.

Vi sono profumi freschi come carni di bimbo,
dolci come oboi, verdi come prati,
altri, corrotti, ricchi e trionfanti,

che posseggono il respiro delle cose infinite:
come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso;
e cantano i moti dell'anima e dei sensi. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]De profundis clamavi

Imploro pietà da Te, l'unica che io ami,
dal fondo dell'anima in cui è caduto il mio cuore.
È un universo tristissimo, dall'orizzonte plumbeo,
e vi si muovono, la notte, l'orrore e la bestemmia;

un sole privo di calore si libra sopra per sei mesi,
gli altri se la notte copre la terra;
è un paese più nudo della terra polare:
né bestie, né ruscelli, né verde di boschi!

Non v'è orrore al mondo che sorpassi
la fredda crudeltà di questo sole di ghiaccio
e di questa immensa notte simile al vecchio Caos;

io invidio la sorte dei più vili animali,
che possono inabissarsi in uno stupido sonno,
tanto lentamente si dipana la matassa del tempo.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Donne dannate

Coricate sulla sabbia come armento pensoso
volgono gli occhi verso l'orizzonte marino
e i piedi che si cercano,
le mani ravvicinate hanno dolci languori e brividi amari.

Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze,
nel folto dei boschetti sussurranti di ruscelli,
vanno riandando l'amore delle timide infanzie
e incidendo il legno verde dei giovani arbusti;

altre, camminano lente e gravi come suore
attraverso le rocce piene di apparizioni,
dove Sant'Antonio vide sorgere, come lava,
i seni nudi e purpurei delle sue tentazioni;

e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti,
nel muto cavo di vecchi antri pagani,
ti chiamano in soccorso delle loro febbri urlanti,
o Bacco, che sai assopire gli antichi rimorsi.

Altre, il cui petto ama gli scapolari
e nascondono il frustino entro le lunghe vesti,
mischiano, nelle notti solitarie e nei boschi scuri,
la schiuma del piacere e le lagrime degli strazi.

O vergini, o demòni, mostri, martiri,
grandi spiriti spregiatori della realtà,
assetate d'infinito, devote o baccanti,
piene ora di gridi ora di pianti,

o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro inferno,
sorelle, tanto più vi amo quanto più vi compiango
per i vostri cupi dolori, per le vostre seti mai saziate,
per le urne d'amore di cui traboccano i vostri cuori. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Duellum

Due guerrieri sono corsi l'uno contro l'altro,
le loro armi hanno insanguinato e illuminato l'aria.
Quei colpi, quei ticchettii sono gli schiamazzi
d'una gioventù in preda a un amore che piange.

Le spade sono spezzate come la nostra giovinezza, o cara.
Ma i denti, le unghie appuntite
vendicheranno presto la lama traditrice.
O furore di cuori maturi ulcerati dall'amore!

I nostri eroi, stringendosi furiosamente,
sono precipitati nel burrone infestato dai gattopardi e dalle lonze,
e la loro pelle fiorirà i roveti aridi.

Quell'abisso è l'Inferno, popolato dai nostri amici.
Rotoliamoci senza rimorsi, amazzone inumana,
al fine di eternare l'ardore del nostro odio.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Il desiderio di dipingere

Infelice forse l'uomo, ma felice l'artista che è dilaniato dal desiderio!
Io ardo dal desiderio di dipingere colei che mi è apparsa così raramente
e che così presto è fuggita come una cosa bella da rimpiangere
che nella notte il viaggiatore perde dietro di sè.

Quanto tempo è passato, ormai da quando è scomparsa!
È bella, e più che bella è sorprendente.
In lei abbonda il nero: e tutto ciò che ispira è notturno e profondo.
I suoi occhi sono due antri in cui lampeggia e vaga il mistero.

Il suo sguardo illumina come il lampo:
è una esplosione nelle tenebre.
Potrei paragonarla a un sole nero,
se si potesse concepire un astro buio che riversa la luce e felicità...

Ma ancora di più fa pensare alla luna,
che certo l'ha segnata con il suo temibile influsso.
Non la bianca luna degli idilli, che sembra una fredda sposa,
ma la luna sinistra e inebriante nel fondo di una notte,

tempestosa, sospinta dalle nuvole in corsa;
non la luna placida e discreta che visita il sonno dei puri,
ma la luna strappata dal cielo, vinta e ribelle,
che le Streghe della Tessaglia costringono senza pietà

a danzare sull'erba atterrita.
Nella sua piccola fronte abitano la volontà tenace e l'amore di preda.
E tuttavia, in fondo a questo viso inquietante,
splende con una grazia inesprimibile il riso di una grande bocca,

rossa e bianca, e deliziosa, che ci fa sognare il miracolo
di uno splendido fiore sbocciato in un terreno vulcanico.
Ci sono donne che ispirano la voglia di vincerle e di goderle.
Questa dà il desiderio di morire lentamente sotto il suo sguardo... [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Il Lete
Qui sul mio cuore, anima crudele
e sorda, vieni, tigre amata, mostro
dalle pose indolenti; le mie dita
tremanti voglio immergere nel fondo
della tua spessa chioma, lungamente;
e seppellir la testa indolenzita
nella tua gonna piena del tuo odore;
come un fiore appassito respirare
dell'amore defunto il tanfo dolce.

Voglio dormire! meglio della vita
è certo il sonno, un sonno dolce come
la morte: e sopra il tuo bel corpo lucido,
come di rame, deporrò i miei baci,
senza rimorso. Nulla può l'abisso
del letto tuo per mandar giù i placati
singhiozzi: l'oblio abita potente
sulla tua bocca; e dentro i baci tuoi
scorre l'acqua del Lete. Al mio destino,
che m'è delizia ormai, voglio obbedire
come un predestinato; e, mite martire,
condannato innocente, il cui fervore
arroventa il supplizio, sulle punte
incantate di questo eretto seno
che non ha mai imprigionato un cuore,
io succhierò il nepente e la cicuta
per annegare tutto il mio rancore. [/align]
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Messaggio da juventina1978 »

[align=center]IL GATTO

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
ritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi in cui l'agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa
e il tuo dorso elastico e la mia mano s'inebria
del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo,
profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia
e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un'aria sottile, un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno.
.
[/align]
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Messaggio da juventina1978 »

[align=center]IL NEMICO

La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta,
traversata qua e là da soli risplendenti; tuono e
pioggia l'hanno talmente devastata che non rimane
nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.
Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee, è ora di
ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo
le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi
come tombe.
E chissà se i fiori nuovi che vado sognando
troveranno, in un terreno lavato come un greto, il
mistico alimento cui attingere forza...
O dolore,o dolore, il Tempo si mangia la vita e
l'oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si
fortifica del sangue che perdiamo.
[/align]
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juventina1978
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Messaggio da juventina1978 »

[align=center]L'ALBATRO

Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri,
grandi uccelli marini che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra
gli abissi amari.
Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re
dell'azzurro, goffi e vergognosi, miseramente
trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi
fossero remi.
Com'è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato!
Lui, poco addietro così bello, com'è brutto e ridicolo.
Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un
altro, zoppicando, mima l'infermo che prima volava.
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride
dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi:
esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali
di gigante avanzare di un passo.
[/align]
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