Tamara de Lempicka

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Soleanna1
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Tamara de Lempicka

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Tamara de Lempicka

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[align=center]Da bambina la madre le fece fare un ritratto che a lei assolutamente non piacque…
E' così che decise di prendere tela e pennelli, pose la sorella come modella e realizzò la sua prima opera.[/align]


[align=justify]Tamara de Lempicka nasce il 16 maggio del 1898 a Varsavia. Nel 1911 compie un importante viaggio in Italia insieme alla nonna materna, durante il quale scopre la sua passione per l’arte. Nel 1914, disobbedendo alla volontà dei genitori, interrompe gli studi e si trasferisce a San Pietroburgo, presso la zia Stefa Jansen.
Durante una festa Tamara conosce il giovane avvocato Tadeusz Lempicki e se ne innamora. I due si sposano nel 1916, poco prima dello scoppio della rivoluzione russa. L’anno seguente il marito è arrestato per la sua militanza nelle file controrivoluzionarie, ma grazie alle relazioni della moglie viene presto liberato. I due si trasferiscono a Copenaghen, dove già si trovano i genitori di Tamara, e da lì giungono a Parigi. Nel 1920, poco dopo la nascita della figlia Kizette, Tamara decide di dedicarsi alla pittura e inizia a frequentare l’Académie de la Grande Chaumière, poi prende lezioni da Maurice Denis e André Lhote. Nel 1922 partecipa al Salon d’Automne. Dopo questa sua prima apparizione, la pittrice continua a esporre a Parigi fino alla seconda metà degli anni Trenta.
Negli anni seguenti, divenuta pittrice di successo, intensifica la sua partecipazione a mostre ed esposizioni parigine. Nel 1928 divorzia dal marito e ben presto si lega al barone Kuffner, che sposerà nel 1933. In seguito a una profonda crisi esistenziale, l’artista comincia a dipingere soggetti di contenuto pietistico e umanitario.
Nell’estate del 1939 i coniugi Kuffner partono per New York, dove Tamara organizza una personale alla galleria di Paul Reinhardt. Nonostante i suoi numerosi impegni umanitari, la pittrice continua ad allestire mostre a New York, Los Angeles e San Francisco. Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 1957 presenta le sue nuove opere a Roma alla Galleria Sagittarius. L’artista realizza in questi anni una serie di composizioni astratte, cui fanno seguito dei dipinti a spatola che non incontrano il consenso della critica. La mostra, allestita nel 1962, alla Galleria Jolas di New York è un fallimento. Dopo la morte del marito, avvenuta nel novembre di quell’anno, Tamara lascia New York e si trasferisce a Houston, dove vive la figlia Kizette. Nel 1969 torna a Parigi e riprende a dipingere. Una grande mostra antologica, organizzata presso la Galerie du Luxembourg (1972), riporta al successo l’anziana pittrice. Nel 1978 Tamara si trasferisce in Messico, a Cuernavaca, dove muore nel sonno il 18 marzo 1980. Secondo le sue volontà testamentarie, le sue ceneri vengono sparse dalla figlia Kizette sul cratere del vulcano Popocatépetl.

Siamo alla fine della prima guerra mondiale, in tutta Europa artisti quali Cézanne, Courbet ed Ingres costituiscono in pittura una radice comune.
Tamara è perfettamente inserita in questo clima. Lhote, maestro d’arte di Tamara nativo di Bordeaux, dopo aver partecipato all'avventura cubista invita i suoi studenti allo studio del Museo. Tamara apprende anche l'importanza del disegno, lo studio della composizione e la considerazione per Ingres. Le opere come Les réverbéres riflettono la volontà di sottomettere la natura alle leggi cubiste.
Nel 1925 ha luogo a Parigi la prima mostra Art Decò nella quale appare chiaro che la pittura della De Lempicka si alimenti di influenze molteplici e varie nonostante Tamara si affermi come artista Decò al Salon des Tuilleries e al Salon des Femmes Peintres.
In quegli anni a Parigi Tamara ha modo di conoscere artisti stranieri
fra cui alcuni italiani come Oppi, Tozzi e Severini. Nello stesso anno compie un viaggio in Italia assieme alla figlia Kizette durante il quale incontra d'Annunzio che un anno dopo le chiede un ritratto che non verrà mai fatto.
Gli anni che seguono il divorzio sono estremamente produttivi, in questo periodo le sue opere cominciano ad incontrare un discreto successo.
I suoi ritratti sono sempre più richiesti ed iniziano ad arrivare i primi riconoscimenti ufficiali: il critico Arséne Alexandre pubblica uno scritto in cui riprende la definizione di "ingrisme pervers" per descrivere la pittura di Tamara caratterizzata da "une impression de modernité... en employant des resources de pur classicisme" e come questa "par une apparente froideur, suggère des sentiments qui généralement logent à l'autre pole et passe de l'expression de la volupté à celle da la chasteté".
In questo periodo con il barone Kuffner e visita l'America dove assiste al crollo di Wall Street. Ma collabora anche con una rivista tedesca di moda fornendo dipinti per le copertine; Die Dame è la prima rivista tedesca ad occuparsi di moda Decò già in voga in Francia ed in America.

La pittura di Tamara de Lempicka ha un carattere molto particolare.
E’, se vogliamo, un Greuze 1930.
Una pittura molto spinta, in cui il minimo dettaglio è curato, in cui tutto è accarezzato amorevolmente da un pennello meticoloso e allo stesso tempo una concezione piuttosto ardita della deformazione decorativa, il gusto delle linee pure delle forme semplici, un disegno preciso, netto, su una pittura liscia, un modellato estremamente abile.
Pittura che ricorda sempre un po’ quella delle “vite classiche” che si possono vedere al Salon, ma infinitamente più ricca di seduzione e di originalità. La sua arte non è fredda, malgrado la precisione; appare invece di una sensibilità molto viva.
Non è una pittura “realista”, diremmo piuttosto che si tratta di una pittura “surrealista”, se questa parola non fosse già stata impiegata in un senso diverso.
Le figure e i ritratti di Madame de Lempicka sono vivi fino a divenire allucinanti, tanto perfetto è il trompe-l’oeil.
I suoi personaggi escono dai quadri. Le sue figure a grandezza naturale sono più che dei ritratti, sono l’immagine stessa del modello riflessa in uno specchio. Un riflesso, però, sottomesso alla volontà del pittore.[/align]
Ultima modifica di Soleanna1 il dom lug 08, 2007 3:38 pm, modificato 2 volte in totale.
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"Ritratto di Madame M." 1930


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"Ritratto di Tadeusz Lempicki ( marito) mai terminato" 1928


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"Giovane donna con i guanti" 1929

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"St. Moritz" 1929


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"Donna che dorme" 1935

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"La dormiente" 1931-32


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"Idillio" 1931

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"Giovani donne" 1927

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"Estate inoltrata" 1928

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"Primavera" 1928

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"Autoritratto su Bugatti verde" 1929

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