Raymond Farina
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Raymond Farina
[align=center]Raymond Farina
[/align]
Raymond Farina è nato ad Algeri nel 1940. E' vissuto a Casablanca, Nancy, Safy, Avignon, ST Malo, Dinard, Bangui ed ora risiede a St Denis de la Réunion. Laureato in filosofia all'Università di Nancy, insegna filosofia.
Ha pubblicato numerosissime raccolte poetiche in Francia ed in Belgio, e i suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue.
Ha tradotto molti poeti fra i quali gli italiani Andrea Zanzotto, Gianni D'Elia, Giovanni Raboni, Vivian Lamarque, Tiziano Rossi, Antonella Anedda, Margherita Guidacci.
Nel 1991 gli è stato attribuito dalla "Societé des Gens de Lettres" francese il premio "Thyde Monnier" per Epitola posthumus.
[/align]
Raymond Farina è nato ad Algeri nel 1940. E' vissuto a Casablanca, Nancy, Safy, Avignon, ST Malo, Dinard, Bangui ed ora risiede a St Denis de la Réunion. Laureato in filosofia all'Università di Nancy, insegna filosofia.
Ha pubblicato numerosissime raccolte poetiche in Francia ed in Belgio, e i suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue.
Ha tradotto molti poeti fra i quali gli italiani Andrea Zanzotto, Gianni D'Elia, Giovanni Raboni, Vivian Lamarque, Tiziano Rossi, Antonella Anedda, Margherita Guidacci.
Nel 1991 gli è stato attribuito dalla "Societé des Gens de Lettres" francese il premio "Thyde Monnier" per Epitola posthumus.
Ultima modifica di birillino8 il mar set 02, 2008 9:52 pm, modificato 1 volta in totale.
- birillino8
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[align=center]I miei occhi guardano un altro cielo
I miei occhi guardano
un altro cielo
Che non è
di qui
di laggiù
Che non è
un cielo oceanico
Che non è
il cielo prenatale
Non è un cielo
di prima dello sguardo
Neanche un cielo
di prima del cielo
Ma soltanto quello
che aveva chiesto
la rondine
Quello
in cui la bontà dormiva
dove camminavano a volte
le stelle
Quello che pioveva
per il mio albero
e che prometteva
ali
per non insegnarmi
a volare.[/align]
I miei occhi guardano
un altro cielo
Che non è
di qui
di laggiù
Che non è
un cielo oceanico
Che non è
il cielo prenatale
Non è un cielo
di prima dello sguardo
Neanche un cielo
di prima del cielo
Ma soltanto quello
che aveva chiesto
la rondine
Quello
in cui la bontà dormiva
dove camminavano a volte
le stelle
Quello che pioveva
per il mio albero
e che prometteva
ali
per non insegnarmi
a volare.[/align]
- birillino8
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[align=center]Prendiamo il té
Prendiamo il té
sull'orlo dell'abisso
discorrendo delle chiare circostanze
di una paleoprimavera
-era nel secondo millennio-
Tutto continua
come prima
Abbiamo Venezie
da costruire
deserti
da inaugurare
Un appuntamento
con Virgilio
Un vecchio dispiacere
da finire
Il ciclone annunciato
sarà tutto sommato
in questo luogo comune dove siamo
solo un breve delirio tropicale
Siete sicuro veramente
che il cane si è messo a ruggire
e che il piano clavicenbali?
Sei sicuro
piccolo Pitagora
che insista ancora
a tarda ora
il tuo strano colloquio intimo?[/align]
Prendiamo il té
sull'orlo dell'abisso
discorrendo delle chiare circostanze
di una paleoprimavera
-era nel secondo millennio-
Tutto continua
come prima
Abbiamo Venezie
da costruire
deserti
da inaugurare
Un appuntamento
con Virgilio
Un vecchio dispiacere
da finire
Il ciclone annunciato
sarà tutto sommato
in questo luogo comune dove siamo
solo un breve delirio tropicale
Siete sicuro veramente
che il cane si è messo a ruggire
e che il piano clavicenbali?
Sei sicuro
piccolo Pitagora
che insista ancora
a tarda ora
il tuo strano colloquio intimo?[/align]
- birillino8
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[align=center]Cinque o sei metafore
Cinque o sei metafore
cruciali sovrane
e la loro costellazione di segni
Non per nascere però - è troppo tardi -
Ma per tentar di creare
una sorta d'esile idolo
tra la ricordanza
di qualche geroglifico
e la speranza di uno sguardo
tenero pietoso
che potrebbe dargli
l'occasione di passare
È possibile che sulla sua scia
ciò che ognuno di noi vedeva
- ma senza vederlo veramente -
sarà veramente visto e vissuto
Non avrà afferrato
le viscere dell'Essere
né cacciato il dolore
che gli legò Edipo
Tenendo a distanza colui
che ancora crede alla parola maestra
tenendo in diffidenza colui
che vuole avere l'ultima parola
avrà semplicemente tentato
di inserire la tonalità
della sua esistenza incerta
in qualcuno dei controsensi
che sommati han dato il Mondo
tentato di fare un mondo
di quello che il Caso
disperse in vita sua
- esseri cose e circostanze -
Un incessante gioco simbolico
Alcune combinazioni felici
Un modo di appropriarsi
le parti d'ombra e di sole
da lui non richieste
di fare dell'esilio partenza
di fare oblio dell'abbandono
d'uno pseudonimo il suo nome
Sì di riprendere all'Ignoto
e al flusso indifferente del Tutto
quello che per innocenza
per impotenza o debolezza
aveva loro lasciato.[/align]
Cinque o sei metafore
cruciali sovrane
e la loro costellazione di segni
Non per nascere però - è troppo tardi -
Ma per tentar di creare
una sorta d'esile idolo
tra la ricordanza
di qualche geroglifico
e la speranza di uno sguardo
tenero pietoso
che potrebbe dargli
l'occasione di passare
È possibile che sulla sua scia
ciò che ognuno di noi vedeva
- ma senza vederlo veramente -
sarà veramente visto e vissuto
Non avrà afferrato
le viscere dell'Essere
né cacciato il dolore
che gli legò Edipo
Tenendo a distanza colui
che ancora crede alla parola maestra
tenendo in diffidenza colui
che vuole avere l'ultima parola
avrà semplicemente tentato
di inserire la tonalità
della sua esistenza incerta
in qualcuno dei controsensi
che sommati han dato il Mondo
tentato di fare un mondo
di quello che il Caso
disperse in vita sua
- esseri cose e circostanze -
Un incessante gioco simbolico
Alcune combinazioni felici
Un modo di appropriarsi
le parti d'ombra e di sole
da lui non richieste
di fare dell'esilio partenza
di fare oblio dell'abbandono
d'uno pseudonimo il suo nome
Sì di riprendere all'Ignoto
e al flusso indifferente del Tutto
quello che per innocenza
per impotenza o debolezza
aveva loro lasciato.[/align]
- birillino8
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[align=center]Un gesto interrotto
Un gesto interrotto
Una voce sospesa
Una pena soffocata
Quel momento dell'ieri
sperava in silenzio
quel momento dell'oggi
che verrebbe a salvarlo
Ciò che di grave c'è
di opaco in questo momento
che t'interpella dalla sua notte
che al momento giusto interpreti
- tu creduto fuori di te
a fianco della tua epoca
prende in prestito per dirsi la tua parola il tuo corpo
sulla tua voce diventa chiaro
e leggero all'istante
quando stancato dal gioco
contempli le tue maschere
tra bestie e dei
contando su nessuno
per risolvere l'Enigma
che sempre più ogni giorno
diventi per te stesso.[/align]
Un gesto interrotto
Una voce sospesa
Una pena soffocata
Quel momento dell'ieri
sperava in silenzio
quel momento dell'oggi
che verrebbe a salvarlo
Ciò che di grave c'è
di opaco in questo momento
che t'interpella dalla sua notte
che al momento giusto interpreti
- tu creduto fuori di te
a fianco della tua epoca
prende in prestito per dirsi la tua parola il tuo corpo
sulla tua voce diventa chiaro
e leggero all'istante
quando stancato dal gioco
contempli le tue maschere
tra bestie e dei
contando su nessuno
per risolvere l'Enigma
che sempre più ogni giorno
diventi per te stesso.[/align]
- birillino8
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[align=center]Dovrei rifarmela con l’edera?
Dovrei rifarmela con l’edera
Che mi faceva ombra?
Dovrei rimproverarla
d’aver perso la vita
se io stesso mi rimprovero
dD’averne perso l’ombra?
Dovrei rifarmela col verme
o rifarmela con chi
lo mise dentro all’edera
Seme infimo di morte?
Dovrei rifarmela con me
che ho da me deviato
perché la via e la vita
Restino mie davvero?[/align]
Dovrei rifarmela con l’edera
Che mi faceva ombra?
Dovrei rimproverarla
d’aver perso la vita
se io stesso mi rimprovero
dD’averne perso l’ombra?
Dovrei rifarmela col verme
o rifarmela con chi
lo mise dentro all’edera
Seme infimo di morte?
Dovrei rifarmela con me
che ho da me deviato
perché la via e la vita
Restino mie davvero?[/align]
- birillino8
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[align=center]Non intendo portare...
Non m’affrettai per questo a fuggire a Tharsis?
(Giona, 4, 2)
Non intendo portare
questo me per me troppo grande
È un modesto me che voglio
col cuore leggero
che mai si disdice
né si contraddice
ché non ha da dar prove
né da tener promesse -
un me che in sé nasconde
le sue stagioni, i riferimenti
la magica cronologia
che fa domenica d’un lunedì
e della luna il sole
& aberra dal tragitto
con frivoli criteri
Ed è perché ho deciso
fluido fantasma imponderabile
di scampare a quel ruolo
e, anziché fare, fuggire.[/align]
Non m’affrettai per questo a fuggire a Tharsis?
(Giona, 4, 2)
Non intendo portare
questo me per me troppo grande
È un modesto me che voglio
col cuore leggero
che mai si disdice
né si contraddice
ché non ha da dar prove
né da tener promesse -
un me che in sé nasconde
le sue stagioni, i riferimenti
la magica cronologia
che fa domenica d’un lunedì
e della luna il sole
& aberra dal tragitto
con frivoli criteri
Ed è perché ho deciso
fluido fantasma imponderabile
di scampare a quel ruolo
e, anziché fare, fuggire.[/align]
- birillino8
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[align=center]Ma che colpa ho mai commessa?
Ma che colpa ho mai commessa?
Un eccesso di veggenza
che mi ha fatto indovinare
quel che accadrebbe
nell’ordine monotono
in cui colomba sareste
messaggera di morte?
L’audacia d’aver congedato
tutele d’ogni sorta
o quella ancor più grave
d’aver voluto mettere alla prova
colui che provarmi credeva
d’aver avuto nei miei piani
la mia & la sua sconfitta
d’aver cercato la soluzione
dove è la pace che si chiedeva?[/align]
Ma che colpa ho mai commessa?
Un eccesso di veggenza
che mi ha fatto indovinare
quel che accadrebbe
nell’ordine monotono
in cui colomba sareste
messaggera di morte?
L’audacia d’aver congedato
tutele d’ogni sorta
o quella ancor più grave
d’aver voluto mettere alla prova
colui che provarmi credeva
d’aver avuto nei miei piani
la mia & la sua sconfitta
d’aver cercato la soluzione
dove è la pace che si chiedeva?[/align]
- birillino8
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[align=center]Così tranquillo il dolore di essere
Così tranquillo il dolore di essere
Quasi lontani i gabbiani
la tua domanda Perché preoccuparsi
delle ragioni della loro dispersione
Io lascio il loro volo a caso
all'orizzonte i suoi criteri
incerti a quel marinaio che delira
sull' indifferenza dei luoghi
bevendo a sorsi la morte
con i suoi riflessi dorati.[/align]
Così tranquillo il dolore di essere
Quasi lontani i gabbiani
la tua domanda Perché preoccuparsi
delle ragioni della loro dispersione
Io lascio il loro volo a caso
all'orizzonte i suoi criteri
incerti a quel marinaio che delira
sull' indifferenza dei luoghi
bevendo a sorsi la morte
con i suoi riflessi dorati.[/align]