ANNO 1953

La storia della nostra canzone

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juventina1978
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ANNO 1953

Messaggio da juventina1978 »

Le prime tre classificate di quell'anno furono:

1) Viale d'autunno (Carla Boni & Company)

Lungo un viale ingiallito d'autunno
tristemente m' hai detto: è finita,
è finito l'amor più vero, il più puro,
il più splendido amor.
Ma una lacrima bagna il tuo viso,
quella lacrima dice al mio cuor:
Non potrò lasciarti più, mai più,
mai più, perché nel mio destino ci sei tu:
Non ci lasceremo mai, lo sai, lo sai,
se pure lo vorrai non potrai mai più!
Tutta una vita di dolcezze di tenerezze non può svanir.
I lunghi baci e le carezze,
le dolci ebbrezze non san mentir.
Lasciam parlare il cuor che vive in ansietà,
che trema di timor, e vuole questo amor...
o ne morirà! Non potrò lasciarti più, mai più, mai più,
la gioia ed il dolore sei tu! In questo viale senza sole.

2) Campanaro (Teddy Reno & Company)

Campanaro della Valpadana,
per chi suoni la campana?
Tu, che inviti i valligiani al vespro e alla preghiera mattutina,
oggi suoni, ma, nel cielo, implora la tua voce arcana
"Benedici la mia Nina
che si sposa e se ne va lontana..."
Din! Don! Dan!
Suona lieto il campanil del Redentore...
Din! Don! Dan!
sei felice... eppur ti piange il cuore...
Campanaro del Gran San Bernardo,
per chi suoni la campana?
Nella notte di bufera, un'ombra in mezzo al turbine cammina:
l'emigrante che espatriò, sognando una ricchezza vana,
sulla neve si trascina...
il tuo squillo è la salvezza umana!
Din! Don! Dan!
Rivedrà la sua casetta tutta in fiore...
Din! Don! Dan!
Tornerà dove ha lasciato il cuore...
Campanaro delle "Sette Croci"
per chi suoni la campana?
Tra i ghiacciai dell'Adamello, avvolti in una bianca mantellina,
hai veduto riapparir gli eroi d'un'epopea lontana:
hanno il volto ancor fanciullo
e il cappello con la penna alpina...
Din! Don! Dan!
La montagna è il loro letto, il loro altare...
Din! Don! Dan!
Suona piano... che li puoi svegliare...
Campanaro delle "Penne nere"
Non si possono scordare...
Din! Don! Dan!

3) Vecchio Scarpone (Gino Latilla & Company)

Lassù, in un ripostiglio polveroso,
fra mille cose, che non servon più,
ho visto, un poco logoro e deluso,
un caro amico della gioventù.
Qualche filo d'erba,
col fango disseccato
tra i chiodi, ancor pareva. conservar...
era uno scarpone militar!
Vecchio scarpone,
quanto tempo è passato!
Quante illusioni fai rivivere tu!
Quante canzoni
sul tuo passo ho cantato,
che non scordo più.
Sopra le dune
del deserto infinito,
lungo le sponde accarezzate dal mar,
per giorni e notti insieme a te ho camminato
senza riposar!
Lassù, fra le bianche cime
di nevi eterne immacolate al sol,
cogliemmo le stelle alpine
per farne dono ad un lontano amor!
Vecchio scarpone,
come un tempo lontano,
in mezzo al fango, con la pioggia o col sol,
forse sapresti, se volesse il destino,
camminare ancor.
Vecchio scarpone, fai rivivere tu
la mia gioventù.
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