ANNO 1971

La storia della nostra canzone

Moderatore: juventina1978

Rispondi
Avatar utente
juventina1978
Moderatore
Messaggi: 1207
Iscritto il: gio feb 03, 2005 3:02 pm

ANNO 1971

Messaggio da juventina1978 »

Le prime tre classificate di quell'anno furono:

1) Il Cuore E' Uno Zingaro (Nada / Nicola Di Bari)

Avevo una ferita in fondo al cuore,
soffrivo, soffrivo...
Le dissi non è niente, ma mentivo,
piangevo, piangevo.
Per te si e fatto tardi è già notte.
Non mi tenere, lasciami giù,
mi disse non guardarmi negli occhi
e mi lasciò cantando cosi:
Che colpa ne ho se il cuore è uno zingaro e va,
catene non ha il cuore è uno zingaro e va
finché troverà il prato più verde che c'è,
raccoglierà le stelle su di sé e si fermerà,
chissà... e si fermerà.
L' ho vista dopo un anno I'altra sera,
rideva, rideva, mi strinse,
lo sapeva che il mio cuore batteva, batteva,
mi disse stiamo insieme stasera,
che voglia di risponderle si,
ma senza mai guardarla negli occhi
io la lasciai cantando cosi:
Che colpa ne ho...

2) Che Sarà (Josè Feliciano / Ricchi e Poveri)

Paese mio che stai sulla collina,
disteso come un vecchio addormentato;
la noia, l'abbandono, il niente
son la tua malattia,
paese mio ti lascio, io vado via.
Che sarà, che sarà, che sarà
che sarà della mia vita, chi lo sa!
So far tutto, o forse niente,
da domani si vedrà
e sarà, sarà quel che sarà.
Gli amici miei son quasi tutti via,
e gli altri partiranno dopo me,
peccato, perché stavo bene
in loro compagnia
ma tutto passa, tutto se ne va.
Che sarà, che sarà, che sarà
che sarà della mia vita, chi lo sa!
Con me porto la chitarra,
e se la notte piangerò
una nenia di paese suonerò.
Amore mio ti bacio sulla bocca
che fu la fonte del mio primo amore,
ti do l'appuntamento,
come quando non lo so,
ma so soltanto che ritornerò.
Che sarà, che sarà, che sarà
che sarà della mia vita, chi lo sa!
Con me porto la chitarra,
e se la notte piangerò
una nenia di paese suonerò.
Che sarà, che sarà, che sarà
che sarà della mia vita, chi lo sa!
So far tutto, o forse niente,
da domani si vedrà
e sarà, sarà quel che sarà.

3) 4-3-1943 (Lucio Dalla / Equipe 84)

Dice che era un bell'uomo e veniva veniva dal mare
parlava un'altra lingua però sapeva amare
e quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
l'ora più dolce prima d'essere ammazzato
Così lei restò sola nella stanza la stanza sul porto
con l'unico vestito ogni giorno più corto
e benché non sapesse il nome e neppure il paese
m'aspetto' come un dono d'amore fino dal primo mese.
Compiva sedici anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna le cantò a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva sapeva di mare
giocava a far la donna con il bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco o forse per amore
che mi volle chiamare come nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome che io mi porto addosso
E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino
per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino
per la gente del porto io sono Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino
per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino.
Rispondi

Torna a “Sanremo è Sanremo”