Costellazioni equatoriali

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Costellazioni equatoriali

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[align=center]ACQUARIO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Ganimede, generalmente considerato figlio di Troo e di Calliroe, era il giovane più bello tra i Mortali, tanto da attirare le attenzioni di Zeus, che lo fece rapire dall'aquila, suo uccello preferito.
Condotto sull'Olimpo, Ganimede divenne coppiere degli dei, spodestando in quel ruolo Ebe, figlia di Zeus, dea della giovinezza e ancella della divina "residenza". Come riparazione per il ratto, al giovane fu concessa l'immortalità nei cieli, sotto forma di costellazione.

Costellazione zodiacale con stelle non particolarmente brillanti posta tra il più luminoso Capricorno e la più debole Balena. Visibile in autunno.

L'Acquario contiene la più grande ed ampia nebulosa planetaria conosciuta, la Helix Nebula, comunque troppo debole per apparire sulla mappa. Vanno citati due oggetti luminosi; vicino Epsilon e Nu Aquarii troviamo due ammassi stellari: M72, un ammasso globulare compatto e M73, un ammasso aperto.
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[align=center]AQUILA[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Riguardo a questa costellazione esistono in particolare due versioni.

La prima, raccontata da Ovidio, dice che Zeus, innamoratosi del bel fanciullo Ganimede, si trasformò in un'aquila e rapì il giovinetto portandolo sull'Olimpo. Ganimede è rappresentato nella vicina costellazione dell'Aquarius.

La seconda versione, riferita da Igino, associa la costellazione dell'Aquila con quella del Cygnus. Zeus si era invaghito della dea Nemesi, ma quest'ultima non era affatto disposta a concedersi a lui. Così Zeus si trasformò in un cigno e diede istruzioni alla dea Afrodite affinché fingesse di inseguirlo sotto forma di un'aquila. Nemesi cadde nel tranello: impietosita, diede riparo al cigno in fuga... e si ritrovò tra le braccia di Zeus. Per ricordare questo trucco amoroso, Zeus pose tra le stelle le figure del cigno e dell'aquila.

Le stelle sembrano descrivere due trapezi uniti lungo una base ed è visibile in estate.

I corpi celesti che compongono la costellazione sono:

- Altair, stella più brillante della costellazione (prima magnitudine) e dodicesima stella più brillante del cielo( la sua luminosità è nove volte quella del Sole), dista da noi solo 17 anni luce. Con la stella Vega della costellazione Lyra e la stella Deneb del Cigno, Altair forma un triangolo abbastanza evidente chiamato il Triangolo Estivo.

- Eta Aquilae è una stella variabile Cefeide, ovvero una stella la cui luminosità varia periodicamente di circa una magnitudine in sette giorni.
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[align=center]ARIETE[/align]

[align=center]Immagine[/align]

La costellazione rappresenta l'ariete alato il cui vello d'oro fu l'obiettivo della spedizione degli Argonauti guidati da Giasone.
Esone era il legittimo re di Iolco, in Tessaglia, ma era stato detronizzato dal fratellastro Pelia. Il figlio di Esone, Giasone, rivendicò il trono e Pelia promise che glielo avrebbe ceduto se avesse superato una prova: impadronirsi del vello d'oro. Era il vello dell'ariete alato che condusse Frisso da Orcomeno, in Beozia, fino in Colchide, alle pendici del Caucaso. Una volta arrivato a destinazione, Frisso aveva sacrificato l'animale a Zeus e donato la sua pelle ad Eeta, re della Colchide, che lo aveva fatto appendere nel bosco sacro ad Ares perché fosse custodito da un mostruoso serpente che non dormiva mai.
Giasone mise insieme un gruppo di giovani eroi e prese il mare con una nave costruita da Argo (donde il nome di Argonauti). Dopo un viaggio avventuroso attraverso il Bosforo e il Mar Nero, Giasone giunse in Colchide, dove fece innamorare di sé la figlia di Eeta, Medea, la quale si offrì di aiutarlo a rubare il vello. Con le sue arti magiche Medea ammaliò il serpente e lo fece addormentare, permettendo così a Giasone di prendere il vello dell'ariete alato, che fu quindi portato nel tempio di Zeus ad Orcomeno.

L'Ariete è la prima costellazione dello Zodiaco. Visibile in autunno.

Gli oggetti più importanti che compongono la costellazione sono:

- Alpha Arietis, detta Hamal, è una stella di seconda magnitudine ed è la stella della costellazione che ci appare più luminosa.

- Gamma Arietis è in realtà una stella doppia.
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[align=center]BALENA[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Questa costellazione viene associata con il temibile mostro marino della leggenda di Perseo e Andromeda, mandato dal dio Poseidone (Tritone) per punire la regina Cassiopea che si era vantata di essere più bella delle Nereidi, le ninfe marine. Viene rappresentato come un mostro dalle grandi fauci e con il corpo ricoperto di scaglie. Per rendere quieto il mostro, il re Cefeo, marito di Cassiopea e padre di Andromeda, legò quest'ultima ad uno scoglio per farla divorare, ma intervenne l'eroe Perseo lanciandosi con Pegaso, il cavallo alato, contro la bestia e conficcandogli più volte la spada sul dorso che, voltatasi per attaccarlo, rimase pietrificata dallo sguardo della testa di Medusa che Perseo teneva in mano.

E' un'estesa costellazione posta al di sotto dell'Ariete e dei Pesci ed è visibile in inverno.

Il corpo celeste più importante che compone la costellazione è:

- Omicron Ceti, notevole stella dalla luminosità variabile, estremamente splendente in certi periodi mentre in altri risulta invisibile ad occhio nudo. La sua variabilità fu notata nel 1596 dall'astronomo dilettante David Fabricius, che le diede il nome di Mira, ovvero la "meravigliosa".
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[align=center]BILANCIA[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Già ai tempi dei Sumeri, 2000 anni a.c., questa zona del cielo veniva considerata la "bilancia del cielo". Considerata dai Greci come le chele dello Scorpione, il mito venne rispolverato dagli antichi Romani in onore di Giulio Cesare, per la sua riforma del calendario e per il suo famoso senso di giustizia. La costellazione veniva identificata come il segno in cui le stagioni erano in equilibrio fra di loro, infatti il Sole attraversa questa zona durante l'equinozio d'autunno. La Bilancia è inoltre l'unica costellazione zodiacale con riferimento ad un oggetto inanimato. Grazie alla sua vicinanza alla Vergine, che veniva associata alle dee greche Temi e sua figlia Dike, paladine della giustizia, i piatti della bilancia divennero il simbolo della giustizia.

La Bilancia è una debole costellazione zodiacale che si estende in una regione poco fitta di stelle in vicinanza dello Scorpione.
Questa figura è spesso associata con la Giustizia e la Legge ed è l'unica costellazione dello zodiaco a rappresentare un oggetto inanimato. Visibile in estate.
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[align=center]BOOTE-BOVARO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

La costellazione viene identificata con Arcade, figlio di Zeus e di Callisto. Arcade venne cresciuto dal nonno materno Licaone, dal quale un giorno Zeus si fermò a mangiare. Per accertarsi che l'ospite fosse veramente il re degli dei, Licaone gli imbandì le carni di Arcade. Zeus si accorse dell'inganno e andò su tutte le furie: trasformò Licaone in un lupo e ridiede la vita al figlio.
Nel frattempo Callisto era stata trasformata in orsa, o per opera di Era, moglie gelosa di Zeus, o per opera di Zeus stesso per sottrarla alla vendetta di Era. Una volta cresciuto, Arcade si imbatté nell'orsa e poiché, ovviamente, non la riconobbe come sua madre, cominciò a darle la caccia: Callisto, seguita da Arcade, si rifugiò in un tempio, un luogo sacro i cui profanatori erano condannati senz'altro a morte. Per evitare loro tale sorte, Zeus decise di porre il figlio e l'amante in cielo: Arcade divenne Bootes e Callisto l'Ursa Maior.

Larga e prominente costellazione a forma di aquilone, confinante con un evidente semicerchio di stelle che formano la Corona Boreale. Visibile in primavera.

Il corpo celeste più importante che compone la costellazione è:

- Alpha Bootis, detta Arturo, marca la base dell'aquilone; è la quarta stella in apparenza più luminosa del cielo, ha un diametro 25 volte quello del Sole e dista 37 anni luce. Bootes si trova in una regione lontana dalla Via Lattea e poco popolata di stelle e quindi non presenta ammassi stellari o nebulose ma è nota tra gli astronomi in quanto contiene un distante ammasso di galassie.
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[align=center]CANCRO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

La costellazione rappresenta il granchio che punse il piede di Hercules mentre questi era impegnato nella lotta contro l'Hydra della palude di Lerna. L'eroe lo schiacciò con il tallone, ma la dea Era, nemica di Hercules, gli riservò un piccolo posto in cielo.

È la meno evidente delle costellazioni zodiacali. È collocata tra i Gemelli e il Leone, costellazioni più luminose. Visibile in primavera.

Gli oggetti più importanti che compongono la costellazione sono:

- M44, un importante ammasso aperto, posto al centro del trapezio di stelle che creano il corpo del granchio. Ad occhio nudo appare come una macchia luminosa di color grigio mentre con un binocolo è già possibile separare le varie stelle che lo compongono, circa 300.
Proprio per il suo apparire come un ricco assembramento di stelle questo ammasso è stato chiamato il Presepe. È uno degli ammassi stellari più vicini al Sole, circa 525 anni luce, ha un diametro di 40 anni luce e si stima che abbia una età di circa 250 milioni di anni.

- M67 è un ammasso di stelle molto meno luminoso di M44 e non è facilmente visibile. Con i suoi 5 miliardi di anni è il più vecchio ammasso aperto conosciuto.
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[align=center]CANE MAGGIORE[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Rappresenta, secondo la mitologia, Lelapo, il più grande dei due cani del cacciatore Orione, mentre il più piccolo è Maera. Nella caccia si utilizzavano due cani: uno per l’animale da penna, l’altro per l’animale da tana. La leggenda narra che Lelapo era utilizzato per la caccia del cinghiale, mentre Maera per la caccia degli animali più piccoli. Lelapo era considerato il cane più veloce perchè, secondo la mitologia, aveva ucciso una lepre che devastava Creta. Questo cane era stato regalato da Zeus ad Europa che lo regalò a Minosse; Minosse lo regalò a suo figlio Eurialo, che, a sua volta, lo regalò ad Orione.

Per quanto sia una piccola costellazione, è facilmente individuabile grazie alla forte luminosità apparente delle sue stelle principali. Queste creano la forma stilizzata ed abbastanza evidente di un cane. Visibile in inverno.

Gli oggetti più importanti che compongono la costellazione sono:

- Alpha Canis Majoris, meglio nota come Sirio, è anche detta Stella del Cane e ne individua il naso.
Questo astro era tenuto in grande considerazione dalle antiche civiltà, specialmente dagli Egizi. Sirio è la stella più luminosa nel nostro cielo ed in parte deve questa sua brillantezza alla sua relativa vicinanza, poco meno di 9 anni luce da noi.
Nella realtà attorno a Sirio orbita una seconda stella, denominata Sirio B, molto più piccola e molto meno luminosa al punto da essere totalmente invisibile ad occhio nudo. Sirio B gira attorno a Sirio A in circa 50 anni; è una stella nana bianca, la prima di questo tipo ad essere scoperta.

- M41 è un ammasso aperto contenente circa 150 stelle giovani; nelle notti limpide può essere visibile anche ad occhio nudo .
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[align=center]CANE MINORE[/align]

[align=center]Immagine[/align]

In base ad alcune versioni il Canis Minor è il secondo cane di Orion (il primo è il Canis Maior).
Un'altra versione, riferita da Igino, sostiene che il Canis Minor rappresenta Maera, il cane di Icaro, l'uomo al quale Dioniso aveva insegnato a trarre il vino dall'uva. Quando Icaro fece assaggiare un po' di vino ad alcuni pastori, essi si ubriacarono, e pensando che Icaro li avesse avvelenati, lo uccisero. Maera allora corse da Erigone, la figlia di Icaro, e la condusse nel luogo dove si trovava il padre morto: quindi il cane e la fanciulla si lasciarono morire presso il corpo dell'uomo. In ricordo di questa triste vicenda, Zeus pose le immagini dei protagonisti in cielo: Icaro fu il Bootes, Erigone la Virgo e Maera il Cane Minore.

Piccola costellazione compresa tra il Cane Maggiore ed i Gemelli. Visibile in inverno.

L'oggetto più importante che compone la costellazione è:

- Alpha Canis Minoris, detta Procione, è l'ottava stella apparentemente più brillante del cielo. Sotto molti aspetti Procione è alquanto simile a Sirio (la stella principale del Cane Maggiore): è molto luminosa, anche grazie alla sua relativa vicinanza, circa 11 anni luce, e risulta essere una stella binaria, avendo come compagna una nana bianca.
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[align=center]CAPRICORNO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Il mito al quale si ispira la raffigurazione si ricollega alla nascita di Zeus, figlio di Crono, al quale era stato predetto che sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli, proprio come lui aveva ucciso il proprio padre. Fu così che Crono, per sventare la profezia, prese a ingoiare i figli via via che la moglie Rea li partoriva. Alla nascita di Zeus, quest'ultima - per salvare il suo sesto pargolo - al momento di mostralo al padre lo sostituì con una pietra avvolta in fitte bende, che Crono si affrettò a ingoiare.
Il bimbo fu invece affidato a due ninfe, che lo nascosero nella grotta Dittea, a Creta, e lo fecero allattare dalla capra Amaltea. Secondo una diversa versione del mito, Amaltea era il nome della ninfa, figlia di Oceano e di Teti, che si prese cura del piccolo Zeus, nutrendolo con il latte di una capra, il cui orribile aspetto aveva indotto gli dei a rinchiuderla nella grotta.
Morta la capra, forse uccisa dallo stesso Zeus, questi si rivestì della sua pelle, che lo rese invulnerabile, spodestò Crono e immortalò la sua nutrice nella costellazione del Capricorno.

Questa debole costellazione zodiacale si trova vicino all'Acquario. Le sue stelle disegnano una figura a forma di punta di freccia. Visibile in autunno.

L'oggetto più importante che compone la costellazione è:

- M30 è un ammasso globulare molto popolato: pur distando ben 40.000 anni luce può essere visto con l'aiuto di un binocolo.
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[align=center]CAVALLINO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Si ritiene che sia stata identificata nel secondo secolo a.C. dal grande astronomo Ipparco. Rappresenta il cavallo Celeris, fratello di Pegaso, che venne regalato da Ermes (Mercurio) a Castore, il gemello mortale di Polluce.

Piccola costellazione poco evidente situata tra il Delfino e l'Acquario ed affiancata a Pegaso. Visibile in autunno.
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[align=center]CHIOMA DI BERENICE[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Berenice era la moglie del faraone Tolomeo III Evergete, vissuto nel III secolo avanti Cristo. Pochi giorni dopo le nozze, l'Egitto entrò in guerra e Tolomeo dovette partire a capo delle sue truppe: Berenice fece voto di tagliarsi i capelli in segno di ringraziamento degli dei, se il marito fosse tornato sano e salvo. Quando Tolomeo tornò vittorioso, Berenice mantenne la promessa e depose i propri capelli nel tempio dedicato ad Arsinoe a Zefirio (presso l'attuale Assuan): ma il giorno dopo le ciocche della fanciulla sparirono. L'astronomo Conone di Samo sostenne che l'offerta era stata gradita dagli dei e assunta in cielo sotto forma di un gruppetto di stelle.

Debole ma facilmente riconoscibile costellazione situata in un' area relativamente povera di stelle tra Bootes ed il Leone. Visibile in primavera.

I corpi celesti più importanti che compongono la costellazione sono:

- M53, vicino alla stella Alfa, è un ammasso globulare tra i più lontani, circa 65.000 anni luce.

- L'Ammasso di Galassie della Chioma-Vergine, posto tra le costellazioni della Chioma e della Vergine, è un insieme di galassie a circa 50 milioni di anni luce: contiene centinaia di galassie ellittiche e a spirale, molte delle quali sono visibili con piccoli telescopi.

- M85 è una delle più luminose galassie ellittiche dell'ammasso.

- M88 è una tipica galassia a spirale con molti bracci che si avvolgono attorno al nucleo.

- M98 è una luminosa galassia a spirale posizionata in modo da mostrarci il "fianco".

- M99 è una galassia a spirale con un piccola regione centrale ed ampi bracci ben visibili.

- M100 è la piu` larga galassia a spirale dell'intero ammasso.
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[align=center]CORVO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

La storia del corvo è raccontata da Ovidio nei Fasti. Apollo aveva mandato il corvo a prendere dell'acqua da una sorgente con una coppa. Mentre era in volo, l'animale vide un albero di fico carico di frutti ancora acerbi e dimenticando il suo incarico si fermò ad aspettare che i fichi maturassero. Dopo che, passati parecchi giorni, il corvo si fu saziato di quei frutti, cercò un pretesto per giustificarsi di fronte ad Apollo: trovò un'idra e la portò dal dio, raccontandogli che quel serpente gli aveva impedito di attingere alla sorgente. Ma Apollo, che aveva la facoltà di conoscere la verità, si accorse della bugia e condannò il corvo a patire la sete per sempre.
E a ricordo di questa vicenda, il dio pose insieme in cielo il Corvus, il Crater e l'Hydra. Il corvo è raffigurato mentre becca le scaglie dell'idra, che gli impedisce di raggiungere la coppa posta lì vicino.

Piccola ma evidente costellazione dalla forma a vela. Visibile in primavera.

L'oggetto più importante che compone la costellazione è:

- Delta Corvi è una bella stella doppia; ad occhio nudo appare come una singola stella ma basta anche un piccolo telescopio per osservarne la compagna.
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[align=center]CRATERE (COPPA)[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Demifonte era il re di Eleonte, città della Tracia, nell'attuale penisola di Gallipoli, devastata da un'epidemia. Un oracolo gli aveva predetto che il paese sarebbe stato liberato da quel flagello se ogni anno una giovane di nobili origini fosse stata immolata come sacrificio. Egli, pertanto, ogni anno ne estraeva una a sorte, senza mai mettere nell'urna il nome delle proprie figlie. Il nobile Mastusio, accortosi dell'inganno, rifiutò di mettere a disposizione le proprie figlie, se il re non avesse fatto altrettanto; questi allora ordinò il sacrificio di una delle figlie di Mastusio, senza alcuna estrazione. Per vendetta Mastusio uccise le figlie di Demifonte, mescolò il loro sangue con vino, e lo offrì in una coppa al re, durante la celebrazione di una cerimonia. Quando il re scoprì la terribile verità, precipitò Mastusio in mare, insieme con la coppa, che divenne una costellazione a memoria dell'evento.

Piccola costellazione dalla forma a vela simile a quella del Corvo, ma più debole in luminosità. Visibile in primavera.
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[align=center]DELFINO[/align]

[align=center]Immagine[/align]

Secondo la versione di Eratostene, la costellazione rappresenta il messaggero del dio del mare, Poseidone. Quest'ultimo si era invaghito della ninfa Anfitrite, ma non riusciva a trovare il modo di convincerla a sposarlo: fu il delfino che con la sua naturale gentilezza riuscì a combinare le nozze. Per ringraziarlo, Poseidone gli donò un posto tra le stelle.
Secondo la versione di Igino, invece, la costellazione rappresenta il delfino che salvò la vita al poeta Arione, abilissimo suonatore di lira. Mentre era in viaggio per mare, Arione venne aggredito dai marinai della nave, che volevano ucciderlo e rubargli i suoi denari: quando lo circondarono con le spade sguainate, Arione chiese ed ottenne di poter cantare per un'ultima volta. Il suo canto attirò un branco di delfini e il poeta, mosso dalla disperazione, si gettò in mare: uno dei delfini se lo prese sul dorso e lo portò sano e salvo a riva. Apollo, dio delle arti, mise il delfino tra le costellazioni, assieme allo strumento di Arione, la Lyra.
Alpha e beta Delphini hanno due nomi curiosi: Sualocin e Rotanev. Tali nomi vennero attribuiti loro nel 1814 dall'astronomo italiano Niccolò Cacciatore: leggendoli al contrario, essi diventano Nicolaus Venator, ossia la traduzione latina di Niccolò Cacciatore. Si tratta dell'unico uomo riuscito a dare il proprio nome a delle stelle.

Piccola ma prominente costellazione le cui stelle in apparenza più luminose formano un trapezio che tocca la Via Lattea. Visibile in autunno. Pur non presentando oggetti di particolare rilievo, tale costellazione si trova immersa in una regione ricca di stelle e particolarmente suggestiva.
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