La grande roccia

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La grande roccia

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[align=justify]Molto tempo fa nel mondo non esistevano storie, la vita era dura per gli uomini, specie quando il gelido fiato dell'inverno soffiava sulla terra livida, ammucchiando alta la neve sulle pareti della capanna comune, eretta al centro del villaggio. Un mattino un ragazzo andò a cacciare, era abile per quanto giovane e quel giorno nel suo carniere raccolse diverse pernici. Mentre tornava verso casa camminando svelto nella neve sentì improvvisamente un'insolita e grande stanchezza che lo costrinse a sedersi nei pressi di una grande roccia che aveva, curiosamente, la foggia di una testa umana. Ti racconterò una storia, disse una voce squarciando con uno schiocco secco il cupo silenzio di ghiaccio. Il ragazzo trasalì, balzando in piedi allarmato. Ma per quanto rivolgesse il suo sguardo tutt'intorno non riuscì a scorgere alcun'anima viva. Calma il tuo cuore, riprese la voce sconosciuta con un suono simile allo scroscio della pioggia di primavera. Sono la Grande Roccia e ti racconterò una storia. Fu allora che il ragazzo si accorse che a parlare era la grande pietra alla quale si era appoggiato per riposare. Avanti, allora, replicò spavaldo, palesando un coraggio che non era sicuro di dominare. Prima devi darmi qualcosa, rispose la Grande Roccia. E allora il giovane cacciatore estrasse dal suo carniere una delle pernici e la pose con cura sulla pietra. La Grande Roccia cominciò a parlare, dipanando davanti al ragazzo tutti gli straordinari avvenimenti che avevano portato alla creazione della Terra. Fu una storia lunga, complessa e splendida. Quando il racconto s'interruppe, il ragazzo si alzò in piedi. Il suo cuore era tanto caldo che non avvertiva il morso crudele del gelo e della neve. Grazie Nonno, gli disse. Corro subito a casa per fare conoscere questa magnifica storia a tutta la mia famiglia. Tornerò domani. Il ragazzo Navajo si affrettò verso il villaggio. Entrato nella capanna annunciò a gran voce che gli era capitato qualcosa di straordinario. Tutti si radunarono intorno al fuoco e il giovane allora ripeté esattamente il lungo racconto della Grande Roccia. Le parole del ragazzo scacciarono il gelo dell'inverno, ravvivando le fiamme del focolare e riscaldando le anime dei suoi ascoltatori. Quella notte tutti dormirono in pace e molte visioni visitarono gli uomini e le donne del villaggio. Il giorno seguente, il ragazzo si recò nuovamente dalla Grande Roccia, offrendogli una pernice che aveva cacciato durante il cammino. Siediti, ti racconterò una storia, disse la pietra. Il ragazzo si sedette ad ascoltare. Andò avanti così per giorni e giorni, nel corso di tutto il lungo tragitto invernale, quando il gelo cerca di mordere il cuore degli uomini. Grande Roccia gli raccontò dei tempi antichi, quando il cielo e la terra erano nuovi e il sole e la luna dei giovani amanti. Tutti racconti splendidi e straordinari, il ragazzo ascoltava con attenzione e ripeteva tutto davanti al suo popolo, radunato di notte davanti al fuoco della grande capanna. Poi, un mattino in cui già albeggiava la primavera, la Grande Roccia non parlò. Nemmeno quando il ragazzo ebbe deposto la sua offerta. Nonno, ti prego, disse il giovane cacciatore, raccontami una storia. Allora Grande Roccia parlò per l'ultima volta. Ti ho raccontato tutte le mie storie. Ora dovranno essere custodite dal tuo popolo. Le racconterete ai vostri figli e altre se ne aggiungeranno ad esse con il passare degli anni. Dove esistono delle storie, altre verranno. Ho parlato. Torna dai tuoi e vivi nella pace. Fu così che le storie entrarono nel mondo degli Indiani delle grandi pianure e delle foreste e sono raccontate ancora oggi davanti al fuoco durante la lunga notte invernale, per riscaldare il cuore degli uomini. E ogni volta che il narratore termina la sua storia, tutto il popolo lo ringrazia. Come fece la prima volta il giovane uomo con la Grande Roccia.[/align]
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