Luciano Pavarotti

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carlo80
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Luciano Pavarotti

Messaggio da carlo80 »

Nato il 12 ottobre 1935 a Modena, il celebre tenore emiliano ha manifestato fin da subito una precoce vocazione al canto, come testimoniato dai resoconti familiari. Non solo infatti il piccolo Luciano saliva sul tavolo della cucina per le sue esibizioni infantili ma, spinto dall'ammirazione per il padre, anch'egli tenore dilettante (dotato di bellissima voce e cantante nella "Corale Rossini" di Modena), passava intere giornate davanti al giradischi, saccheggiando il patrimonio discografico del genitore. In quella collezione si celavano tesori di tutti i tipi, con gran prevalenza per gli eroi del belcanto, che Pavarotti imparò subito a riconoscere e ad imitare.

I suoi studi però non sono stati esclusivamente musicali e anzi per lungo tempo questa era solo una passione coltivata in privato.
Adolescente, Pavarotti si iscrive alle magistrali con lo scopo di diventare insegnante di educazione fisica, cosa che si stava quasi per verificare, avendo egli insegnato per ben due anni alle classi elementari. Parallelamente, per fortuna, proseguiva gli studi di canto con il Maestro Arrigo Pola (di cui seguirà i principi e le regole per tutta la sua lunga carriera), e in seguito - quando tre anni più tardi Pola tenore di professione, si trasferisce per lavoro in Giappone - con il Maestro Ettore Campogalliani, con il quale perfeziona il fraseggio e la concentrazione. Questi sono, e resteranno per sempre, secondo le parole del Maestro, i suoi unici e stimatissimi maestri.

Nel 1961 Pavarotti vince il concorso internazionale "Achille Peri" che segna il suo vero esordio sulla scena canora.

Finalmente, dopo tanto studio, arriva il tanto atteso debutto, avvenuto a ventisei anni (precisamente il 29 aprile del 1961), al Teatro Municipale di Reggio Emilia con un'Opera divenuta per lui emblematica, ossia la "Bohème" di Giacomo Puccini, più volte ripresa anche in tarda età, sempre nei panni di Rodolfo. Sul podio c'è anche Francesco Molinari Pradelli.
Il 1961 è un anno fondamentale nella vita del tenore, una sorta di spartiacque fra la giovinezza e la maturità. Oltre al debutto, è l'anno della patente e del matrimonio con Adua Veroni, dopo un fidanzamento durato ben otto anni.

Nel 1961-1962 il giovane tenore interpreta ancora La Bohème in diverse città d'Italia, ottiene pure qualche scrittura fuori confine e intanto si cimenta con il ruolo del Duca di Mantova in un'altra opera particolarmente adatta alle sue corde: "Rigoletto". Va in scena a Carpi e a Brescia ma è sotto la guida del maestro Tullio Serafin, al Teatro Massimo di Palermo, che ottiene un successo grandissimo e imprime una nuova, significativa svolta alla sua carriera. Da quel momento viene invitato da numerosi teatri: in Italia è già considerato una promessa, ma all'estero, nonostante qualche incursione prestigiosa, ancora non si è imposto.

È nel 1963 che, grazie a una fortunata coincidenza, raggiunge la notorietà internazionale. Sempre sulla via dell'opera La Bohème, al Covent Garden di Londra il destino di Luciano Pavarotti incrocia quello di Giuseppe Di Stefano, uno dei suoi grandi miti giovanili. Viene chiamato per fare alcune recite dell'opera prima dell'arrivo dell'acclamato tenore, ma poi Di Stefano si ammala e Pavarotti lo sostituisce. Lo rimpiazza in teatro e anche nel "Sunday Night at the Palladium", uno spettacolo televisivo seguito da 15 milioni di inglesi.
Ottiene un enorme successo e il suo nome comincia a prendere peso sulla scena mondiale. La Decca gli propone le prime incisioni, inaugurando così la favolosa produzione discografica pavarottiana. Il giovane direttore d'orchestra Richard Bonynge gli chiede di cantare a fianco di sua moglie, la straordinaria Joan Sutherland.

Nel 1965 Pavarotti sbarca per la prima volta negli Stati Uniti, a Miami, e insieme alla sopraffina, acclamata Sutherland è interprete di una applauditissima Lucia di Lammermoor diretta da Bonynge. Sempre con la Sutherland debutta con successo al Covent Garden di Londra nell'opera
"La Sonnambula". E prosegue con una fortunatissima tournée australiana che lo vede protagonista di "Elisir d'Amore" e, sempre insieme alla Sutherland, di "La Traviata", "Lucia di Lammermoor" e ancora "La Sonnambula".

Ma ecco che si riaffaccia "La Bohème": il 1965 è pure l'anno del debutto alla Scala di Milano, dove il tenore viene espressamente richiesto da Herbert von Karajan per una recita dell'opera pucciniana. L'incontro lascia un segno forte, tanto che nel 1966 Pavarotti viene nuovamente diretto da Karajan nella "Messa da Requiem" in memoria di Arturo Toscanini.

Del 1965-1966 sono anche le incisive interpretazioni di opere come "I Capuleti e i Montecchi" con la direzione di Claudio Abbado e "Rigoletto" diretto da Gianandrea Gavazzeni.
Ma il best del 1966 è il debutto di Pavarotti al Covent Garden, insieme a Joan Sutherland, in un opera divenuta leggendaria per la "sequenza dei nove do di petto": "La Figlia del Reggimento". Per la prima volta un tenore emette a piena voce i nove do di "Pour mon âme, quel destin!", scritti da Donizetti per essere emessi in falsetto. Il pubblico esulta, il teatro è scosso da una sorta di esplosione che investe pure la casa reale inglese presente al gran completo.

Gli anni Sessanta sono fondamentali anche per la vita privata del tenore. È di quel periodo la nascita delle amatissime figlie: nel 1962 nasce Lorenza, seguita nel 1964 da Cristina e infine nel 1967 arriva Giuliana. Pavarotti ha un legame fortissimo con le figlie: le considera il bene più importante della sua vita.

Il prosieguo della carriera pavarottiana è tutto sulla falsariga di questi strepitosi successi, in una teoria di incisioni, interpretazioni e ovazioni sui palchi di tutto il mondo e con i più famosi maestri che al solo elencarli può cogliere un senso di vertigine. Tutto questo, ad ogni modo, è la solida base su cui si erge il mito, anche popolare, di Pavarotti, un mito che, non bisogna dimenticarlo, si è andato alimentando in primo luogo sulle tavole del palconscenico e grazie alle indimenticabili interpretazioni fornite nel repertorio "colto", tanto che più d'uno vede nel tenore modenese non solo uno dei più grandi tenori del secolo, ma anche la stella in grado di oscurare la fama di Caruso.
Pavarotti ha infatti un indiscutibile pregio, quello di avere una delle voci più squisitamente "tenorili" che si siano mai sentite, un vero miracolo della natura. Possiede insomma una voce molto estesa, piena, argentina, a cui si unisce una capacità di fraseggiare con particolare suggestione nel canto affettuoso e tenero, lo stesso che ben si addice al repertorio di Donizetti, Bellini e in talune opere di Verdi.

In seguito al successo planetario in campo operistico, il tenore ha esteso le sue esibizioni al di fuori dallo stretto ambito del teatro, organizzando recitals in piazze, parchi e quant'altro. Ha coinvolto migliaia di persone nei più disparati angoli della Terra. Un esito clamoroso di questo genere di manifestazioni si ha nel 1980, al Central Park di New York, per una rappresentazione del "Rigoletto" in forma di concerto, che vede la presenza di oltre 200.000 persone. A fianco di ciò, fonda il concorso "Pavarotti International Voice Competition", che dal 1981 si svolge ogni tre o quattro anni a Philadelphia per volontà del maestro.

La fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta vedono il maestro impegnato in grandi concerti e grandi recite internazionali. Nel 1990, insieme a José Carreras e Placido Domingo, Pavarotti dà vita a "I Tre Tenori", un'altra grande trovata che assicura esiti, in termini di ascolto e di vendite, altissimi.

Nel 1991 affascina più di 250 mila persone con un grande concerto a Hyde Park di Londra. Nonostante la pioggia battente, che cade pure sugli entusiasti Principi di Galles Carlo e Diana, lo spettacolo diviene un evento mediatico, trasmesso dal vivo in televisione in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il successo dell'iniziativa londinese si ripete nel 1993 al Central Park di New York, dove approda una mastodontica folla di 500 mila spettatori. Il concerto, trasmesso dalla televisione, viene visto in America e in Europa da milioni di persone ed è senza dubbio una pietra miliare nella vita artistica del tenore.

Grazie a questi riscontri popolare sempre più estesi, Pavarotti ha poi intrapreso una più controversa carriera all'insegna della contaminazione dei generi, effettuata perlopiù nell'organizzazione di colossali concerti di grande richiamo, grazie soprattutto all'intervento, come "ospiti" di stelle del pop di prima grandezza. E' il "Pavarotti & Friends", dove l'eclettico Maestro invita artisti di fama mondiale del pop e del rock per raccogliere fondi a favore di organizzazioni umanitarie internazionali. La kermesse si ripete ogni anno e vede la presenza di numerosissimi superospiti italiani e stranieri.

Nel 1993 riprende "I Lombardi alla prima crociata", al Metropolitan di New York,un'opera che non interpreta dal 1969, e festeggia i primi venticinque anni di carriera al MET con un grande gala. A fine agosto, durante il concorso ippico Pavarotti International, incontra Nicoletta Mantovani, che diventa poi compagna nella vita e collaboratrice artistica. Il 1994 è ancora all'insegna del Metropolitan dove il tenore debutta con un'opera del tutto nuova per il suo repertorio: "Pagliacci".

Nel 1995 Pavarotti compie una lunga tournée sudamericana che lo porta in Cile, Perù, Uruguay e Messico. Mentre nel 1996 debutta con "Andrea Chénier" al Metropolitan di New York e canta in coppia con Mirella Freni alle celebrazioni torinesi per il centenario dell'opera "La Bohéme". Nel 1997 riprende "Turandot" al Metropolitan, nel 2000 canta all'Opera di Roma per il centenario di "Tosca" e nel 2001, sempre al Metropolitan, riporta in scena "Aida".

Luciano Pavarotti ha oltrepassato i quarant'anni di carriera, una carriera intensa e piena di successi, offuscata solo da qualche ombra passeggera (ad esempio la celebre "stecca" presa alla Scala, un teatro peraltro dal pubblico particolarmente difficile ed implacabile). Nulla sembrava d'altronde incrinare mai l'olimpica serenità del Maestro, forte di una piena soddisfazione interiore che gli ha fatto dichiarare: "Penso che una vita spesa per la musica sia una vita spesa in bellezza ed è a ciò che io ho consacrato la mia vita".

Nel luglio 2006 viene operato d'urgenza in un ospedale di New York per l'asportazione di un tumore maligno al pancreas. Poi si stabilisce nella sua villa nel modenese cercando di condurre una personale lotta contro il cancro. All'età di 71 anni si è spento il 6 settembre 2007.
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carlo80
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Nessun Dorma

Messaggio da carlo80 »

Nessun Dorma
http://www.youtube.com/watch?v=RdTBml4oOZ8&feature=fvst

Nessun dorma! Nessun dorma! Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle
che tremano d'amore e di speranza...
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia.
Voci di donne
Il nome suo nessun saprà...
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
Il principe ignoto
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!
carlo80
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miserere...miserere

Messaggio da carlo80 »

miserere...miserere
http://www.youtube.com/watch?v=nFcz7VvBcUA

miserere...miserere....
miserere, misero me...
pero'...
brindo alla vita!
ma che mistero
e' la mia vita
che mistero
sono un peccatore
dell'anno ottantamila
un menzognero!
ma dove sono e cosa faccio
come vivo?
vivo nell'anima del mondo
perso nel vivere profondo!
miserere...misero me
pero'...brindo alla vita!
io sono il santo
che ti ha tradito
quando eri solo
e vivo altrove
e osservo il mondo
dal cielo
e vedo il mare e le foreste
vedo me che...
vivo nell'anima del mondo
perso nel vivere profondo!
miserere...misero me
pero'...brindo alla vita!
se c'e' una notte, buia abbastanza
da nascondermi...nascondermi
se c'e' una luce una speranza
sole magnifico che splendi
dentro di me
dammi la gioia di vivere
che ancora non c'e'
miserere...miserere
quella gioia di vivere
che forse
che ancora non c'e'...
miserere
carlo80
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i'O sole mio

Messaggio da carlo80 »

'O sole mio


Che bhttp://www.youtube.com/watch?v=d_mLFHLSULwella corsa e' na jurnata'e'sole
n'aria serena doppo na tempesta
pe'll'aria fresca pare gia' na festa
che bella cosa na jurnata'e sole.

Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne'
'o sole mio sta nfronte a te!
'o sole o sole mio
sta nfronte a te ... sta nfronte a te.

Luceno'e llastre d'a fenesta toia;
'na lavannara canta e se ne vanta
e pe'tramente torce, spanne e canta
luceno'e llastre d'a fenesta toia.

Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne'
'o sole mio sta nfronte a te!
'o sole o sole mio
sta nfronte a te ... sta nfronte a te.

Quanno fa notte e'sole se ne scenne
me vene quase'na malincunia;
soto a fenesta toi restarria
quando fa notte e'o sole se ne scenne.

Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne'
'o sole mio sta nfronte a te!
'o sole o sole mio
sta nfronte a te ... sta nfronte.
carlo80
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Caruso

Messaggio da carlo80 »

Caruso
http://www.youtube.com/watch?v=S5zl4S2CN3E


Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e' una catena ormai
che scioglie il sangue dint' e' vene sai

Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti la in America
ma erano solo le lampare
e la bianca scia di un'elica
sentì il dolore nella musica
si alzò dal Pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all'improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e' una catena ormai
e scioglie il sangue dint'e vene sai

Potenza della lirica
dove ogni dramma e' un falso
che con un po' di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fanno scordare le parole
confondono i pensieri.

Così diventò tutto piccolo
anche le notti la in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un'elica

Ah si, e' la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e' una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene sai
carlo80
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MAMMA

Messaggio da carlo80 »

MAMMA
http://www.youtube.com/watch?v=xMfpiIkBacc

Mamma son tanto felice perchè ritorno da te

la mia canzone ti dice che è il più bel giorno per me

mamma son tanto felice viver lontano perchè

mamma solo per te la mia canzone vola mamma sarai con me tu non sarai più sola

quanto ti volgio bene queste parole d'amore che ti sospirano il mio cuore forse non s'usano più

mamma ma la canzone mia più bella sei tu, sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più

sento la mano tua stanca cerca i miei riccioli d'or sento e la voce ti manca la ninna nanna d'allor oggi la testa tua bianca io voglio stringer al cuor

quanto ti volgio bene queste parole d'amore che ti sospirano il mio cuore forse non s'usano più

mamma ma la canzone mia più bella sei tu,sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più
MAMMA..MAMMAAA!!
carlo80
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E lucevan le stelle

Messaggio da carlo80 »

E lucevan le stelle
http://www.youtube.com/watch?v=untQZ0Zv7XM

E lucevan le stelle,
e olezzava la terra
stridea l'uscio dell'orto
e un passo sfiorava la rena.
Entrava ella fragrante,
mi cadea fra le braccia.
Oh! dolci baci, o languide carezze,
mentr'io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!
Svanì per sempre il sogno mio d'amore.
L'ora è fuggita,
e muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita!
carlo80
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Ave Maria

Messaggio da carlo80 »

Ave Maria
http://www.youtube.com/watch?v=bPvAQxZsgpQ

Ave Maria! Vergin del ciel
sovrana di grazie e madre pia
che accogli ognor la fervente
preghiera,
non negar a questo straziato mio cuor
tregua al suo dolor!

Sperduta l'almamia si prosta a te
e pien di speme si prosta ai tuoi piè,
t'invoca e attende che tu le dia
la pace che solo tu puoi donar
Ave Maria!
carlo80
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La Donna È Mobile

Messaggio da carlo80 »

La Donna È Mobile
http://www.youtube.com/watch?v=xCFEk6Y8TmM

La donna è mobile qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensiero.
Sempre un amabile leggiadro viso,
in pianto o in riso, ???? menzognero.
La donna è mobil qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensier, e di pensier,
e di pensier.
è sempre misero chi a lei s'affida,
chi le confida mal cauto il core!
Pur mai non sentesi felice appieno,
chi su quel seno non liba amore!
La donna è mobil qual piuma al vento,
muta d'acc...ento e di pensier, e di pensier,
e di - pensier.
carlo80
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Che gelida manina

Messaggio da carlo80 »

Che gelida manina
http://www.youtube.com/watch?v=rpxXlhTP8os

Che gelida manina! se la lasci riscaldar.
Cercar che giova? al buio non si trova.
Ma per fortuna e una notte di luna,
E qui la luna l’abbiiamo vicina.
Aspetti, signorina, le diro con due parole chi son,
Chi son, e che faccio, come vivo, vuole?
Chi son? chi son? son un poeta.
Che cosa faccio? scrivo. e come vivo? vivo.
In poverta mia lieta scialo da gran signore
Rimi ed inni d’amore.
Per sogni e per chimere e per castelli in aria
L’anima ho milionaria.
Talor del mio forziere ruban tutti
I gioielle due ladri: gli occhi belli.
V’entrar con voi pur ora ed I miei sogni usati,
Ed I bei sogni miei tosto si dileguar!
Ma il furto non m’accora poiche,
Poiche v’ha preso stanza la speranza.
Or che mi conoscete parlate voi.
Deh parlate. chi siete? vi piaccia dir?
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