Diego Velázquez

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Soleanna1
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Diego Velázquez

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Diego Velázquez

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Nacque a Siviglia nel 1599, il giorno esatto della sua nascita non si conosce ma è probabile che sia di poco precedente il 6 giugno, giorno del battesimo, vista l'abitudine dell'epoca di impartire il Sacramento al più presto possibile.

Primo di sette figli di genitori agiati (entrambi di discendenza aristocratica), Diego ricevette una buona educazione e fu subito particolarmente attratto dalla pittura cominciandola a studiare dai dodici anni.

È probabile che abbia prima trascorso un breve periodo nella bottega di Francisco de Herrera il Vecchio, uno dei più importanti pittori di Siviglia, ma a causa di disaccordi tra tutore e discepolo, Diego decise presto di frequentare un altro grande maestro Francisco Pacheco, pittore di stile manierista.
È necessario chiarire che questo secondo maestro esercitò una grande influenza su Velázquez, non solo pittorica, come è logico attendersi che avvenga in un apprendistato, bensì, ancor più, culturale e letteraria, poiché Pacheco era un gran conoscitore della letteratura classica, come doveva esserlo un uomo "erudito" della sua epoca.

Nel marzo 1617 Velázquez, diciassettenne, ottenne la qualifica di "pittore indipendente" e un anno dopo sposò Juana, la figlia non ancora sedicenne di Pacheco.
La coppia ebbe due figlie, Francisca, nata nel 1619, e Ignacia, nata nel 1620.
Quest’ultima morì ancora bambina, mentre Francisca, ripetendo ciò che era avvenuto tra i suoi genitori, sposò nel 1633 Juan Bautista del Mazo, il migliore allievo del padre.

Così, a diciannove anni, Velázquez era già un pittore indipendente e sposato che si dedicherà, nei sei anni seguenti, 1618-1623, ad elaborare incarichi religiosi e a sviluppare lo stile tenebrista, influenzato da autori di fama come Caravaggio. L'opera principale che possiamo trovare di questa epoca è "L'acquaiolo di Siviglia" (1620), nella quale il chiaroscuro intenzionato dell'autore si mostra con una maestria eccezionale. È anche da sottolineare, in questo periodo, "Il cibo" (1619), che ha un marcato accento naturalista.

Durante questa tappa della sua vita, portò a termine un'incessante vita socioculturale a Siviglia, condividendo circoli culturali come il Circolo delle Arti che, casualmente, era presieduto, non in una maniera rigida, bensì piuttosto informale, da Pacheco, suo maestro e suocero. Riuscì così a farsi un nome come pittore nella scena sivigliana, dato il successo delle sue prime opere, tanto da avere a sua volta un discepolo, Diego di Melgar, del quale in ogni caso non si conosce molto.

A causa del cambiamento di regno che aveva avuto luogo con Felipe IV che successe a suo padre, Felipe III, tutta la corte reale, che durante il regno di Felipe III era stata inondata di nobili castigliani, cambia fisionomia, grazie all'influenza effettuata dal Conte-duca di Oliveti, Don Gaspar di Guzmán. Questo, originario dell'Andalusia, patrocinò affinché la corte fosse integrata maggioritariamente di andalusi.
Durante questo cambiamento, 1622, Diego si recò a Madrid per cercare occasioni di lavoro e per ammirare i tesori artistici dell'Escorial, un enorme palazzo-monastero ad una cinquantina di chilometri dalla città.
Durante il suo soggiorno madrileno, grazie al suo talento ed ai suoi modi gentili, fece un'ottima impressione ai numerosi gentiluomini che ebbe modo di conoscere.

Pacheco, suo mentore e suocero, riuscì, nel 1623, ad ottenere per Velasquez un'ordine di presentazione a Madrid per dipingere il monarca Felipe IV. Per ottenerlo, con l'intento di far raggiungere la qualifica di pittore del re al suo discepolo , chiese ed ottenne l'intercessione di Juan di Fonseca ben introdotto nella corte. Purtroppo questo ritratto è andato perduto ma al re piacque talmente che Velázquez divenne pittore di corte stabilendosi definitivamente a Madrid e lavorando da quel momento quasi esclusivamente per il re, la famiglia reale e la corte.

Con questo nuovo lavoro Velázquez poté conoscere un altro grande pittore dell'epoca Pieter Paul Rubens e questi lo incoraggiò a visitare l'Italia, che entrambi consideravano patria dell'arte.
Poco dopo la partenza di Rubens, Velázquez ottenne il permesso dal re di assentarsi dalla Spagna dall'agosto 1629 al gennaio 1631 per visitare numerose città italiane.
Partì dal porto di Barcellona con un buon salario nelle sue tasche, ottenuto accumulando il suo stipendio anticipato per i due anni seguenti alla sua partenza, il 10 agosto 1629. Arrivò a Genova il 23 agosto da dove incominciò un viaggio per i principali stati italiani fino ad arrivare a Roma, dove all'arrivo alloggiò nei Palazzi Vaticani, sotto la protezione del Cardinale Barberini, trasferendosi successivamente a Villa Medici, su una delle colline romane, da dove poteva godere di alcune viste meravigliose. Lì si impregnò di tutta la cultura italiana, realizzando opere come "La Fucina di Vulcano". Dopo essersi ammalato si trasferì a Napoli dove conobbe una personalità come la regina Maria d'Austria che ritrasse (1630) e il famoso pittore dell'epoca, Jusepe de Ribera (detto Spagnoletto).

Nel 1631, al suo ritorno in Spagna, riceve l'incarico di ritrarre il principe Baltasar Carlos che era nato all'estero durante il suo soggiorno. Questo incarico fa che la pittura di Velázquez non sia più tenebrista: si illuminano gli ambienti, si riempie di modernità le figure e le scene, e la libertà artistica si fa più palese che mai. Il colore si ravviva, rinasce e sorge intenso.
Alcune opere di questa tappa sono i numerosi ritratti equestri per il Palazzo del Buen Retiro, come il suo capolavoro, Le Lance 1635. Per la Torre de Parada effettuò ritratti di caccia, come quello dell'infante Fernando o quello del principe Baltasar Carlos. Troviamo anche altri ritratti di questa tappa come quello di Felipe IV in marrone ed argento, o quello di Isabel di Francia, la regina consorte.

Un anno dopo il matrrimonio della figlia, Velàzquez cedette il suo posto di usciere di camera al genero, per assicurare il futuro economico di sua figlia; in compenso lui occuperà da quel momento il posto di Aiutante di Camera diventando una delle persone più prossime al monarca. Malauguratamente, poco dopo questa nomina, Velàzquez venne colpito da una serie di disgrazie, sia presso la corte che nell'ambito personale: la caduta del potere del favorito del re, il Conte-duca di Oliveti, che era stato suo protetto, la morte della regina Isabel nel 1644, la morte di suo suocero e maestro Francisco Pacheco, il 27 novembre di quello stesso anno, e la morte del principe Baltasar Carlos, a 17 anni di età.

Dietro tutti questi eventi, Velázquez, costernato, decide di andare, tra il novembre 1648 ed il giugno 1651 in Italia con lo scopo di acquistare opere d'arte per la collezione del re.
Durante questo viaggio ebbe l'incarico di dipingere un ritratto al Papa Innocenzo X, ma non ritenendosi ancora pronto per un incarico così importante disegnò prima un ritratto ad un suo servo, Juan de la Pareja, facendo solo in seguito il ritratto al papa; questi due ritratti sono considerati tra i più grandi ritratti di tutti i tempi ed ottennero il plauso universale per il vivido senso della luce e della caratterizzazione.
Da una recente scoperta pare che in questo periodo trascorso in Italia ebbe un figlio illegittimo, Antonio.

Nel 1659 dopo anni di insistenza viene nominato Cavaliere di Santiago e l'anno successivo viene inviato in missione diplomatica al confine con la Francia per preparare uno storico incontro tra Filippo IV e Luigi XIV.
Al ritorno a Madrid in giugno si sentì spossato dal lavoro e dal viaggio e il 31 luglio fu colpito da violenta febbre che lo portò alla morte il 6 agosto, all'età di sessantun anni; il giorno seguente venne sepolto nella chiesa di San Juan vestito con gli abiti da cavaliere.
Forse fu un virus misterioso ad uccidere il pittore, in quanto una settimana dopo morì anche sua moglie.

Attività artistica
I dipinti religiosi costituiscono una parte consistente della prima produzione di Velázquez, ma dopo il trasferimento a Madrid nel 1623, vi si dedicò solo occasionalmente e su incarico della famiglia reale o dei membri della corte.

Velázquez dipinse anche i "bodegones"; questo termine indicava originariamente una taverna o una trattoria di infimo ordine, ma in seguito venne usato per i dipinti che illustravano scene di vita umile dove apparivano cibo e bevande.
Nel periodo giovanile a Siviglia, tra il 1617 e il 1623, il pittore dipinse numerosi bodegones di cui rimangono una decina di esempi.

Una dozzina dei quadri dipinti da Velázquez rappresentano il re Filippo IV, che lo raffigurano nelle varie fasi di vita, da giovane imberbe a vecchio disilluso.
Dipinse anche molti ritratti dei figli del re, alcuni di questi quadri sono tra i più belli realizzati da Velázquez, infatti riesce a cogliere magnificamente la loro grazia malinconica.
Come molti regnanti anche Filippo IV teneva a corte alcune persone che avevano il solo scopo di divertirlo; tra questi c’erano giullari e persone affette da menomazioni fisiche o mentali.
Velázquez ritrasse entrambi i tipi, tra cui figura una celebre serie di quattro dipinti realizzata tra il 1640 e 1650.
Tre di questi dipinti sono dei nani, uno dei quali è affetto inoltre da quella malattia che oggi chiamiamo Sindrome di Down, mentre il quarto, dal sorriso vacuo, è chiaramente un ritardato mentale.
Sono tra le opere più commoventi di Velázquez, che tratta questi soggetti patetici con sincera commiserazione.

Si conoscono solo due paesaggi del pittore, due vedute dei giardini di Villa Medici.
Velázquez si servì del paesaggio anche per ambientare diverse scene e ritratti reali in cui i soggetti appaiono a cavallo o in costume da caccia.
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