Perseo con la testa di Medusa

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Soleanna1
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Perseo con la testa di Medusa

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Perseo con la testa di Medusa, nota anche come Perseo di Cellini, è una scultura bronzea di Benvenuto Cellini, considerata un capolavoro della scultura manierista italiana ed è una delle statue più famose di Piazza della Signoria a Firenze.

Collocata sotto la Loggia dei Lanzi, rappresenta Perseo che sta in piedi sul corpo di Medusa, appena decapitata con la spada che tiene nella mano destra, mentre con la sinistra alza trionfante la testa del mostro che tiene per i capelli.

Posta su un alto piedistallo ornato da bronzetti (copie di originali conservati al Bargello) è stata disegnata in modo da guardare verso il basso verso lo spettatore. Nella finezza dei piccoli bronzetti si manifesta tutta l'abilità del Cellini sulla piccola scala, essendo egli anche un rinomato orefice.

Commissionata da Cosimo I dopo il suo insediamento come Duca della città, fu realizzata tra il 1545 e il 1554. La statua che si ammira oggi è quella originale ed è stata spostata solo in occasione di una profonda pulitura e restuaro conclusosi nel 1998.

Direttamente collegata per tema alla vicina Giuditta e Oloferne di Donatello, in realtà si discosta profondamente dalla misura del primo Rinascimento abbracciando lo spiccato titanismo tipico del periodo detto manierismo, quando gli scultori imitavano le grandiose opere di Michelangelo.

Il Perseo ha anche un significato politico, come la maggior parte delle statue poste sulla piazza: rappresenta infatti l'affermazione del Duca che da un "taglio" alle esperienze repubblicane, rappresentate da Medusa. Dal corpo di Medusa escono infatti i serpenti, allusione alle proverbiali discordie cittadine che avevano da sempre minato una vera democrazia.

La fusione del Perseo fu molto complessa e mise a dura prova il Cellini e i suoi assistenti. Puntualmente raccontata nell'autobiografia dell'artista, fu un'operazione quasi "epica", con lo scultore preso da febbri e sudorazione (forse una febbre del fonditore causata dalle esalazioni dei metalli e documentata anche in altri casi), il fuoco della fornace che si era abbassato per via di un temporale, poi la supposta insufficienza dello stagno, al quale il Cellini rimediò gettando nella fusione tutte le stoviglie di casa, infine avvenne un principio di incendio della bottega, ma alla fine la statua risultò nella sua perfezione formale.
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