Auriga di Delfi

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Soleanna1
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Auriga di Delfi

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L'Auriga di Delfi è una statua bronzea databile intorno al 478 a.C..

Rinvenuta negli scavi del santuario di Delfi e facente parte di una quadriga, commissionata da Polizalo (Polyzalos di Deinomedes), tiranno di Gela, forse per ricordare una vittoria ottenuta nella corsa con i carri, nel 478 o 474.
L’autore dell’opera ci è ignoto, tuttavia molti studiosi ritengono che si possa attribuire a Sotada di Tespie o a Pythagoras di Samo.[1]

La statua era probabilmente collocata su un carro tirato da cavalli, del quale si conservano solo pochi frammenti. L'opera è stata fusa in bronzo spesso, perché più resistente all'esposizione alle intemperie e le rifiniture sono state eseguite a freddo. La scultura presenta un'ottima conservazione, anche se è mancante del braccio sinistro, perché venne sepolta da una caduta di massi nei pressi del tempio di Delfi dove era collocata.

L’auriga veste un lungo chitone cinto in vita, pesante, scanalato, rigido quasi a costruire una colonna; nella mano destra tiene delle redini; il volto è leggermente rivolto a destra. Attorno al capo la benda (tenia) del vincitore, con decoro a meandro e incrostazioni di rame e argento; gli occhi sono in pietra dura e le ciglia di lamina di rame. I piedi sono resi con una naturalezza fresca e precisa, mostrano i tendini tesi per lo sforzo appena compiuto. I capelli sono finemente disegnati, in riccioli che non alterano le dimensioni del capo.

Nessuna statua pervenutaci lontanamente rassomiglia all'auriga: solo alcuni esemplari ritrovati nella Magna Grecia similmente e sommariamente ci ricordano il modello di Delfi.

Nonostante la statua sia evidentemente legata ai moduli arcaici, essa è percorsa da un vigore innovativo. L’Auriga di Delfi come il celebre Poseidon o Zeus dell’Artemision sono da considerarsi appartenenti allo stile severo, sviluppatosi in Grecia tra il 480 e il 450 a.C..
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