PINACOTECA DI BRERA

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Soleanna1
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PINACOTECA DI BRERA

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La Pinacoteca di Brera si trova in Via Brera 28 a Milano in Italia; galleria d'arte antica ed arte moderna.

Il museo espone opere di: Giovanni Bellini, Umberto Boccioni, Sandro Botticelli, Agnolo Bronzino, Caravaggio, Carlo Carrà, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Andrea Mantegna, Francesco Menzocchi, Amedeo Modigliani, Marco Palmezzano, Raffaello, Pieter Paul Rubens, Tintoretto, ecc.
La Pinacoteca ha sede nel grande palazzo barocco di Brera, che ospita anche altre istituzioni: la Biblioteca Nazionale Braidense, l'osservatorio di Brera, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e l'Accademia di Belle Arti.
L'edificio era stato costruito nell'antica, incolta terra "braida" (parola che nella bassa latinità aveva il signignificato di campo suburbano), da cui ebbe il nome brera, il Palazzo quanto il quartiere.
Il palazzo si apre su un cortile circondato da un elegante porticato, al centro è situato un monumento di Napoleone Bonaparte ideato da Antonio Canova.

Sorge su un antico convento dell'ordine degli Umiliati, una delle più potenti associazioni religiose del milanese.
Fu nel 1571, che con la Bolla Papale di Gregorio XIII, si abolì l'ordine degli Umiliati, storici fabricanti di lana, assegnando così l'antica prepositura di Brera alle "attente mani" dei Gesuiti, che ne fecero un centro di studi, dandogli il nome di Università.
Si impose la necessità di costruire un nuovo e più ampio edificio, i cui lavori iniziarono nel 1591, e affidati nel 1615 ad un grande architetto del tempo in Lombardia: Francesco Maria Richini.
Ma nel 1630 a causa della pestilenza, i lavori cominciarono a rallentare.
Il progetto venne approvato solo nel 1691.
L'opera proseguì, passando di mano al figlio dello stesso architetto e a Gerolamo Quadrio e a Pietro Giorgio Rossone. Soppressa la Compagnia di Gesù, l'edificio fu completato nel 1776, orientando diversamente il progetto del Richini.

Nel 1773 l'ordine dei Gesuiti fu abolito ed il palazzo passò al Governo.
Maria Teresa d'Austria lo adibì a sede delle Scuole Palatine, vi collocò una biblioteca e decise di ampliare l'Orto Botanico Fondò inoltre l'Accademia, dotandola di un contributo annuo di £ 10.000 provenienti dai soppressi beni ecclesiastici.

L'Accademia di Belle Arti venne fondata nel 1776.
L'imperatrice Maria Teresa d'Austria decise di affiancarle una galleria di gessi ed una raccolta di incisioni e disegni.


Due anni dopo fu eletto l'abate Carlo Bianconi come segretario dell'Accademia.
Acquistò vari disegni, in buona parte del '600 bolognese, anche se disponeva di pochi mezzi.
Nel 1799 riuscì ad assicurarsi quattro tele di Giuseppe Bottani, Pompeo Batoni e Pierre Subleyras, provenienti dalla Chiesa Santi Cosma e Damiano di Milano.

Nel 1801 venne eletto un nuovo segretario, Giuseppe Bossi, che si impegnò ad arricchire la Pinacoteca con nuove copie di gessi ed a partire dal 1806 organizzò mostre d'arte aperte al pubblico.




Nel periodo napoleonico numerose chiede e monasteri vennero chiusi ed i loro beni vennero requisiti e tre questi numerose opere d'arte.
Le migliori vennero spedite a Parigi mentre con le altre opere Napoleone decise che in ogni grossa città vi doveva essere un museo; così sorsero le grandi Gallerie di Venezia, Bologna e Milano.
La Galleria di Milano doveva svolgere il compito di compendio della produzione artistica italiana.

Andrea Appiani venne nominato Commissario per le Belle Arti nel 1805 ed a Brera cominciarono ad affluire da ogni parte dipinti di pregio ed affreschi staccati.
Nel 1806 confluirono anche le opere acquistate dal viceré Eugenio Beauharnais.

Come per altri musei anche per la Pinacoteca cominciò a farsi avanti un problema: la mancanza di spazio per esporre le opere d'arte. Così fu deciso, nel 1808 di sacrificare l'antica chiesa di Santa Maria, suddivisa in due piani all'altezza delle navate per realizzare i grandi "Saloni Napoleonici".
Il 20 aprile 1810 venne inaugurata la Reale Pinacoteca Nazionale del Regno Italico.
Negli anni seguenti continuarono ad affluire varie opere d'arte, soprattutto negli anni 1811 e 1812.
Nel 1813 arrivarono dal Museo imperiale di Parigi le opere di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, Pieter Paul Rubens ed Antoon Van Dyck.

Alla caduta del regime napoleonico nel 1814, il Congresso di Vienna sancì la restituzione dei beni ai proprietari originari.
Fortunatamente tale disposizione ebbe effetti limitatissimi alla Pinacoteca.
Invece continuò a ricevere donazioni fino a quando nel 1882 la Pinacoteca di Brera fu sganciata dall'Accademia.
La divisione delle due istituzioni ebbe effetti disastrosi per le raccolte, che andarono parzialmente disperse in altri musei od in edifici pubblici; andarono persi i ritratti della Galleria del Bossi ed i dipinti neoclassici dell'800.

Nel 1926 venne creata l'Associazione degli Amici di Brera e grazie a questa associazione vennero acquistati svariati capolavori tra cui la "Cena in Emmaus".

Il sopraggiungere della guerra del 1914-1918 costrinse a far emigrare per ragioni di prudenza la collezione a Roma e al loro rientro, la Pinacoteca fu abbellita e ampliata, sotto la Direzione di Ettore Modigliani.

Durante la Seconda Guerra Mondiale le opere della Pinacoteca vennero messe al sicuro, infatti il palazzo subì seri danni, e tra il 1946 ed il 1950 le opere furono risistemate interamente.
Infatti il palazzo fu bombardato ed i bombardamenti causarono il crollo delle volte in trenta delle trentotto sale della Galleria, e fecero sprofondare i pavimenti.
La Pinacoteca iniziò la sua lenta resurrezione dalle rovine nel febbraio 1946 e nel 1950 dopo l'opera generosa del progettista Architetto Piero Portaluppi e della conservatrice, nonché, storica dell'arte Fernanda Wittgens e attraverso i finanziamenti del Ministero della Pubblica Istruzione, risorgeva e veniva inaugurata.
Con la riapertura entrarono a far parte della collezione opere di Ambrogio Lorenzetti, Umberto Boccioni e Giovanni Segantini.

Gli anni '70 ed '80 furono caratterizzati dalla carenza di spazio, scarsa agibilità delle sale, problemi di sicurezza e furti.
Tanto che nel 1974 fu decisa la chiusura da parte del soprintendente Franco Russoli.
Negli anni seguenti la collezione aumentò grazie a dei lasciti.

Oggi Brera offre una visione completa della storia pittorica della Lombardia, nuovamente riorganizzata in un nuovo percorso e riallestimento, che è possibile visitare.

Le opere maggiori

Anonimo lombardo (Maestro della Pala Sforzesca)
Pala Sforzesca (1494)

Giovanni Bellini
Pietà
due Madonne con Bambino

Gentile Bellini e Giovanni Bellini
Predica di San Marco

Bramante
Cristo alla colonna
Affreschi con Uomini d'arme e filosofi dalla casa di Gaspare Visconti

Bramantino
Crocifissione

Caravaggio
Cena in Emmaus (1606)

Correggio
Adorazione dei Magi

Pietro da Cortona
Madonna e santi

Daniele Crespi
Ultima cena

Giovanni Battista Crespi
Madonna del Rosario e santi
San Francesco in estasi
San Giorgio

Carlo Crivelli
Madonna della candeletta
Trittico di Camerino
Incoronazione della Vergine

Gentile da Fabriano
Polittico di Valle Romita

Gaudenzio Ferrari
Storie della Vergine

Vincenzo Foppa
Polittico di Bergamo

Francesco Hayez
Il bacio

Giovan Paolo Lomazzo
Crocifissione
Autoritratto

Bernardino Luini
Madonna del Roseto
Affreschi da S. Maria della Pace
Affreschi dalle case dei Rabia

Andrea Mantegna
Il Cristo Morto (1480 ca.)
Madonna con Bambino
San Bernardino da Siena

Marco Palmezzano
Madonna con il Bambino e Santi (1493)

Simone Peterzano
Venere e un satiro

Piero della Francesca
Madonna con il Bambino e Santi

Giulio Cesare Procaccini
Santa Cecilia
San Carlo in adorazione del Cristo morto
il cosiddeto "quadro delle tre mani" con Cerano e Morazzone

Guido Reni
I santi Pietro e Paolo

Raffaello
Lo sposalizio della Vergine (1504)

Rembrandt
Ritratto femminile

Pieter Paul Rubens
Ultima cena (1632 circa)

Luca Signorelli
Flagellazione
Madonna col Bambino

Andrea Solario
Sacra Famiglia con San Simeone

Tintoretto
Ritrovamento del corpo di San Marco
Pietà

Tiziano
San Girolamo
Ritratto di Antonio da Porcia

Veronese
Cristo nell'orto
Cena in casa di Simone
Pala di S. Antonio abate

Giovanni Battista Tiepolo
Madonna e anime purganti
Le tentazioni di sant'Antonio
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