Jorge Carrera Andrade

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birillino8
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Jorge Carrera Andrade

Messaggio da birillino8 »

[align=center]Jorge Carrera Andrade

Immagine[/align]

Poeta ecuadoriano, Jorge Carrera Andrade (1903 - 1978) figlio di un magistrato, viaggio' molto dopo gli studi.
Nel 1933 fu nominato Segretario del Congresso Nazionale e nel '34, dopo aver vinto un concorso diplomatico, si trasferi' in Francia, a Le Havre, in qualita' di console. In seguito, ando' in Giappone e nel'40 negli Stati Uniti e in Venezuela. Nel '46, in contrapposizione alla dittatura, Andrade rinuncio' all'incarico diplomatico, ma accetto' di rappresentare l'Ecuador alla Terza Assemblea delle Nazioni Unite (1948) e nel '50 divenne Vicepresidente della Casa della Cultura Ecuadoriana e direttore della rivista Letras del Ecuador. Rappresento' spesso il suo paese come ambasciatore, ma nel 1969 rinuncio' definitivamente alla carica per protesta e si rifugio' prima in Francia e poi negli Stati Uniti.
La sua prima raccolta di poesie e' del '22, El Estanque inefable, a cui seguono, fra le altre, nel '37 Biograf’a para uso de los pajaros, nel '44 Microgramas, nel '45 Lugar de origen, nel '48 Aqu’ yace la espuma, nel '54 Familia de la noche, nel '59 Hombre Planetario.
Viaggiatore instancabile, Carrera Andrade ha una visione del mondo che passa attraverso una vasta serie di realta'. Egli stabilisce un dialogo con le cose che gli stanno attorno, perche' l'uomo solo in questo modo puo' riacquistare una dimensione perduta e quindi arrichirsi scoprendo la semplicita' apparente.
Carrera Andrade, lungi dal farsi sopraffare dal pessimismo, lotta nella lotta umana per superare limiti che sembrano insuperabili.
La solitudine e' il mezzo per arrivare a comprendere il mondo e per capire l'esistenza. Tramite la solitudine si possono vedere cose quale la sofferenza di tutti gli esseri del mondo. Il mondo e' una prigione, che rivela la sua fragilita' in angosciosa attesa della morte. Che altro non e' che una maniera diversa di vivere.
Carrera Andrade e' convinto che l'uomo sia infelice, perche' ha perduto la chiave dell'universo, cioe' la comunicazione con le cose. E' quindi urgente tentare di forzare il segreto cosmico.
Ecco che nella sua poesia, l'acqua diviene il simbolo della purificazione: l'acqua ha insito nel suo movimento l'eterno morire frangendosi sugli scogli e l'eterno rinascere. Questo e' il messaggio della speranza. L'antidoto contro la solitudine e' per Andrade, il ritorno al suo paese d'origine. Dove la natura fiorisce. Solo qui c'e' la vera comunicazione con l'universo in un mondo rilucente di uccelli, di alberi, di memorie e di uomini e proprio qui prende forma l'eternita' invisibile nel processo perpetuo della natura.
"Nel mio bosco...
...piangendo solitudine, acqua infinita."

[align=center]***[/align]

Jorge Carrera Andrade era una di quelle poche persone in grado di percepire cose o immagini assolutamente invisibili ai più. Era capace di vedere il brulicare misterioso e fitto delle più piccole cose che vivono in Natura.
Amava con tanto fervore, con tanta passione questo quadro magnifico di colori, forme, profumi, suoni, sfumature, visioni, miraggi che è il mondo, che ha avuto la capacità di trasformarlo in parole e comunicarlo ad ognuno di noi.
Eleviamoci dunque a contemplare il pianeta con lo sguardo dell’Uomo Planetario, alla ricerca dell’Eternità in ogni cosa nella pietra bruciata dai secoli, nell’albero, nell’alba…
Qual è il messaggio di Carrera Andrade?
Quieta contemplazione ed appassionata difesa di un mondo che rischia di essere sfregiato dalla tecnologia, dal progresso, dalla civiltà delle macchine, dalla ragione senza spirito.
In questo Carrera Andrade è un pioniere dell’ambientalismo. Aveva già intuito i segni di un degrado prossimo venturo. Forse se riuscissimo a sentire nel nostro cuore le parole dei pionieri illuminati come il nostro poeta potremmo usarle per decifrare i misteri invisibili del mondo.
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Sono l'uomo universo



Io sono l’abitante delle pietre senza memoria, sete d’ombra verde;
il popolano di tutti i villaggi e delle prodigiose capitali;
sono l’uomo universo, marinaio di tutte le finestre della terra stordita dai motori.
Sono l’uomo di Tokyo che si nutre di pesciolini e bambù,
il minatore d’Europa, fratello della notte;
l’operaio del Congo e della spiaggia, il pescatore della Polinesia,
sono l’indio d’America, il meticcio, il giallo, il nero:
io sono tutti gli uomini.
Sopra il mio cuore firmano le genti un patto eterno
di vera pace e fraternità.
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Il tuo corpo è composto di frutti



Il tuo corpo è composto di frutti.
La notte esali un odore di pesche.

Scende il tuo bacio dalla gola al cuore
come va l'acqua d'una fontana.

E la mia pelle freme alle carezze
come al soffio di Dio l'erba dei campi.

Sei una coppa di frutti posata
accanto alle mie labbra tutti i giorni.
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]



Verrà un giorno



Verrà un giorno più duro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo. Un fulgore nuovo
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno nelle strade
liberi ormai della morte menzognera.

Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo sarà allora delle fonti
e delle spighe che imporranno il loro impero
d'abbondanza e freschezza senza frontiere.
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]La vita perfetta



Coniglio: fratello timido, mio maestro e filosofo!
La tua vita mi ha insegnato la lezione del silenzio.
Come nella solitudine nascondi la tua miniera d'oro
così non ti curi dell'eterno cammino dell'universo.

Piccolo cercatore di saggezza,
sfogli come un libro il cavolo umile e buono
e osservi i voli che fanno le rondini,
come san Simeone, dall'oscuro tuo cunicolo.

Chiedi al tuo buon Dio un giardino nel cielo,
un orto con cavoli cristallini, nella gloria,
uno scroscio di acqua dolce per il tuo tenero musetto
e sopra la tua testa un volo di colombe.

Vivi in odor di perfetta santità.
Ti toccherà il cordone di san Francesco
nel giorno della tua morte. Con le tue grandi orecchie
giocheranno in cielo le anime dei bambini!
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]

Amico delle nuvole



Forestiero perso nel pianeta
tra pietre illustri, macchine
distribuisco il sole del tropico in monete.

Cittadini di nebbia, uomini del vento
e della maschera azzurra, del salvadanaio e dei numeri:
io leggo nelle vostre maschere floride.

Ghiottoneria di spine dal sapore di ghiaccio
mi offrite ogni giorno. Non vi chiedo niente
cinici ospiti di questo mondo,
guardiani di un incerto paradiso.

Mercanti di vespe:
sono uomo dei tropici azzurri.
Vi spio per conto della luna.
Sono agente segreto delle nubi.
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Il viaggio infinito



Tutti gli esseri viaggiano
in modo diverso verso il loro Dio:
La radice scende a piedi su gradini d'acqua.
Le foglie con sospiri apparecchiano le nubi.
Gli uccelli usano le ali
per raggiungere la zona delle luci eterne.

Il lento minerale con passi invisibili
percorre le tappe di un circolo infinito
che nella polvere comincia e termina alle stelle
e di nuovo alla polvere ritorna
ricordando al passaggio, sognando meglio
le sue vite successive e le morti.

Il pesce parla al suo Dio nella boccia
ed è un trillo in acqua
un grido di angelo caduto, privato delle penne.
Solo l'uomo possiede la parola
per cercare la luce
o viaggiare verso il paese che non ha echi del nulla.
[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Quaderno del paracadutista



Incontrai soltanto due uccelli e il vento
le nubi con le loro mappe arrotolate
e fiori di fumo che si aprivano a cercarmi
nel celeste viaggio verticale.

Perché vengo dal cielo
come nelle profezie e negli inni,
emissario dell'altezza, con la mia uniforme di foglie,
la mia provvista di vite e di morti.

Dal cielo scendo come il giorno.
Inumidisco le palpebre
di quelli che mi aspettano: ho seguito
la rotta della luce e della pioggia.

Mite arbusto, proteggimi.
Dì, terra, al tuo solco bagnato che mi accolga
e a quel tronco caduto
che m'insegni il calore, la forma inerte.

Sono qui contadini europei!
Vengo in nome del pane, delle madri del mondo
di tutta la bianchezza sgozzata
l'airone, il giglio, l'agnello, la neve.

Fortificate il mio braccio città in macerie,
famiglie mutilate, disperse per il mondo,
vivendo bimbi e campi biondi, da anni,
secoli di notte e di sangue.

Contadini del mondo: sono sceso dal cielo
come un bianco ombrello o medusa dell'aria.
Porto lampi oscuri o provvista di morti,
ma porto anche i raccolti futuri.

Porto la messe tranquilla senza soldati,
le finestre con la luce di nuovo, inseguendo
la notte sconfitta per sempre.
Io sono il nuovo angelo di questo secolo.

Cittadino dell'aria ne delle nubi,
tuttavia possiedo un sangue terrestre
che conosce il cammino verso ogni abitazione,
il cammino che scorre sotto i carri,

le acque che pretendono di essere le stesse
già passate prima,
la terra di animali e legumi con lacrime
dove vado a incendiare il mondo con le mie mani.
[/align]
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