Julio Cortázar

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birillino8
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Julio Cortázar

Messaggio da birillino8 »

[align=center]Julio Cortázar

Immagine[/align]

[align=center]«Avevo un fratello.
Non ci siamo mai visti, ma non importava.
Avevo un fratello che andava
per i monti mentre io dormivo.
Lo amai a modo mio.
Gli rubai la voce, libera come l'acqua.
Camminai a tratti vicino alla sua ombra.
Non ci siamo mai visti, ma non importava.
Mio fratello sveglio, mentre io dormivo.
Mio fratello che mostra, al di là della notte,
la sua stella prescelta.»[/align]


Questi versi, vòlti in canzone dal compositore cubano Pablo Milanès, li scrisse Julio Cortàzar, argentino, noto soprattutto come narratore ma che aveva da sempre
coltivato, in tono minore e più privato, anche la poesia.
Il fratello ideale era Che Guevara.


Julio Cortázar nacque a Bruxelles nel 1914 (è morto a Parigi nel 1984). Argentino, anti-peronista si rifugiò in Francia nel 1951 e visse quasi sempre a Parigi.
Ha espresso nei suoi racconti e nei suoi romanzi, molti dei quali sperimentalisti, la realtà labirintica in cui si vive, in forme fantastiche e allucinate.
Tra le sue raccolte di racconti:
Bestiario (1951),
Storie di Cronopios e di Fama
(Historias de Cronopios y de Famas, 1962),
Ottaedro (Octaedro, 1974),
Tanto amore per Glenda
(Queremos tanto a Glenda, 1980).
Tra i romanzi:
Il viaggio premio (Los premios, 1960),
Libro di Manuel (Libro de Manuel, 1973),
Un tale Lucas (Un tal Lucas, 1979).
Ne Il gioco del mondo (Rayuela, 1963) unisce lo sperimentalismo linguistico a una visione del mondo frammentata e ambigua.





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Messaggio da birillino8 »

[align=center]

Questa tenerezza



Questa tenerezza e queste mani libere,
A chi porle al vento?, Tanto disordine
Per l’ebbrezza e nel mezzo della chiamata
L’ansia di questa porta aperta per nessuno.

Abbiamo fatto un pane così bianco
Per bocche già morte che accettavano
Solo denti affilati, il tè
freddo della veglia mattutina.
Abbiamo suonato strumenti, per la cieca collera
Di ombre e di cappelli dimenticati. Ci siamo ritrovati
Con il tempo presente ordinato su di un inutile tavolo,
e fu necessario bere il sidro caldo
nella vergogna della mezzanotte.
Allora, nessuno vuole tutto questo,
nessuno?[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]

Guadagni e perdite



Riprendo a mentire con grazia,
mi chino rispettoso allo specchio
che riflette il mio collo e la cravatta.
Credo d'essere questo signore che esce
tutti i giorni alle nove.

Gli dei sono morti uno a uno in lunghe file
di carta e cartone.
Niente mi manca, neppure tu
mi manchi. Sento un buco, però è facile
un tamburo: pelle ai due lati.
A volte torni la sera, quando leggo
cose che tranquillizzano: bollettini,
il dollaro e la sterlina, i dibattiti
delle Nazioni Unite. Mi sembra

che la tua mano mi pettina. Non sento la tua mancanza!
Solo cose minute all'improvviso mi mancano
e vorrei ricercarle: la contentezza
e il sorriso, questo animaletto furtivo
che ormai non vive più fra le mie labbra.




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Messaggio da birillino8 »

[align=center]

Happy New Year



Guarda, non chiedo molto,
solamente la tua mano, tenerla
come una piccola rana che così dorme contenta.
Io ho bisogno di questa porta che aprivi
perché vi entrassi, nel tuo mondo, questo pezzetto
di zucchero verde, di tonda allegria.
Non mi presti la mano questa notte
di fine d’anno, di civette rauche?
Tu, per ragioni tecniche, non puoi. Allora
io la tesso nell’aria, ordendo ogni dito,
e la pesca setosa della palma
e il dorso, questo paese d’alberi azzurri.
Così la prendo così la sostengo, come
se da ciò dipendesse
moltissimo del mondo,
il succedersi delle stagioni,
il canto dei galli, l’amore degli uomini



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Messaggio da birillino8 »

[align=center]

Il futuro



E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada, non nel murmure che sgorga di notte
dai pali che la illuminano, neppure nel gesto
di scegliere il menù, o nel sorriso
che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
né ci sarai in un numero del telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci, all’angolo
della strada mi fermerò, a quell’angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
né qui dentro, il calcaree dove ancora ti detengo,
né la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.


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Messaggio da birillino8 »

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Incarico



Non darmi tregua, non perdonarmi mai
Pestami a sangue, che ogni cosa crudele sia tu che
ritorni.
Non lasciarmi dormire, non darmi pace !
Allora otterrò il mio regno,
nascerò lentamente.
Non smarrirmi come un motivetto facile, non essere carezza nè
guanto;
Intagliami come una selce, fammi disperare.
Difendi il tuo amore umano, il tuo sorriso, i tuoi capelli. Donali.
Vieni a me con la tua collera secca di fosforo e squame.
Grida. Vomitami sabbia in bocca, rompimi le fauci.
Non mi importa ignorarti in pieno giorno,
sapere che giochi faccia al sole, a viso aperto.
Condividilo.

Io ti chiedo la cerimonia crudele del taglio,
quello che nessuno ti chiede: le spine
fino all'osso. Strappami questo volto infame,
obbligami a gridare finalmente il mio vero nome.




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Messaggio da birillino8 »

[align=center]

After such pleasures



Questa notte, cercando la tua bocca
in un'altra bocca
quasi credendoci, perché così
da cieco è questo fiume
che attira nella donna e mi
sommerge fra le sue palpebre
che tristezza nuotare infine verso la
riva del sopore
sapendo che il sopore è questo
schiavo ignobile
che accetta le monete false,
le fa circolare sorridendo.
Scordata purezza, come vorrei
riscattare questo dolore di Buenos Aires, questa
attesa senza pause né speranza.
Solo nella mia casa aperta sul
porto
un'altra volta incominciare ad amarti
un'altra volta incontrarti al cafè
la mattina
senza che tante cose irrinunciabili
fossero accadute
e non dovermi accontentare di questo
oblio che sale
verso il nulla, per cancellare dalla
lavagna i tuoi pupazzetti
e non ritrovarmi soltanto una
finestra senza stelle.




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