Hans Magnus Enzensberger

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birillino8
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Hans Magnus Enzensberger

Messaggio da birillino8 »

[align=center]Hans Magnus Enzensberger

Immagine[/align]

Nato a Norimberga nel 1929, ha studiato letteratura tedesca, filosofia e lingue presso le Università di Erlangen, Friburgo, Amburgo e presso la Sorbona di Parigi. Nel 1955 ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in filosofia.

E' al tempo stesso saggista, giornalista, critico, ed è considerato uno dei poeti più interessanti e significativi della Germania.

Le sue poesie mettono a segno una critica feroce ed amara nei confronti della società tedesca del dopoguerra basata, secondo Enzensberger, sull'opulenza e su un malinteso senso di benessere, perbenismo ed apparenza, su un modo di vita che sembra fare del rispetto per il prossimo la sua ragion d'essere, ma in realtà non rispetta neanche sé stesso.

Il suo studio della letteratura e della poesia lo ha portato a tradurre liriche dall'inglese, dal francese, dallo spagnolo, dall'italiano e dallo svedese. Nel 1979 ha tradotto Misantropo di Molière.

E' stato insignito di numerosi premi ed onorificenze tra cui nel 1963 il Premio Georg Brüchner e nel 1967 il Premio culturale della città di Norimberga.
Ultima modifica di birillino8 il sab mag 24, 2008 1:28 pm, modificato 1 volta in totale.
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]La pagina bianca





Quella che hai giusto in mano è quasi bianca,
ma non del tutto, non esiste bianco totale:
è liscia, dura, tenace, sottile, e di solito
crepita, scivola, cigola, si strappa, è quasi inodore;
e com'è non rimane; si ricopre
di menzogne, assorbe tutto, orrori, contraddizioni,
sogni, angosce, trucchi, lacrime, brame,
finché saranno asciutti, gialli, ammuffiti, grigi,
finché il tutto s'ammolla, nella pioggia, si sbriciola, nefl'immondizia,
sempre piú esiguo. Forse soltanto se è della qualità migliore...
ove poi meglio di tutto è forse ciò che nessuno
vi ha scritto: un pesce, una saliera, una stella,
un unicorno, un elefante, una testa di bue,
emblema di S. Luca. Ciò che ti appare
se lo metti controluce - resiste,
mille anni, forse, o solo un minuto ancora. [/align]
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birillino8
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Difesa dei lupi





Deve mangiar viole del pensiero, l'avvoltoio?
Dallo sciacallo, che cosa pretendete?
Che muti pelo? E dal lupo? Deve
da sé cavarsi i denti?
Che cosa non vi garba
nei commissari politici e nei pontefici?
Che cosa idioti vi incanta, perdendo biancheria
sullo schermo bugiardo?

Chi cuce al generale
la striscia di sangue sui pantaloni? Chi
trancia il cappone all'usuraio? Chi
fieramente si appende la croce di latta
sull'ombelico brontolante? Chi intasca
la mancia, la moneta d'argento, l'obolo
del silenzio? Sono molti
i derubati, pochi i ladri; chi
li applaude allora, chi
li decora e distingue, chi è avido
di menzogna?

Nello specchio guardatevi: vigliacchi
che scansate la pena della verità,
avversi ad imparare e che il pensiero
ai lupi rimettete,
l'anello al naso è il vostro gioiello più caro,
nessun inganno è abbastanza cretino, nessuna
consolazione abbastanza a buon prezzo, ogni ricatto
troppo blando è per voi.
Pecore, a voi sorelle
son le cornacchie, se a voi le confronto.
Voi vi accecate a vicenda.
Regna invece tra i lupi
fraternità. Vanno essi
in branchi.

Siano lodati i banditi. Alla violenza
voi li invitate, vi buttate sopra
il pigro letto
dell'ubbidienza. Tra i guaiti ancora
mentite. Sbranati
volete essere. Voi
non lo mutate il mondo.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Bibliografia





Questo e' scritto per te.
Tortuosita' sotto la corteccia,
scrittura tremolante dietro le tempie,
piste di formiche.

Questo non e' un artificio.

Circuito stampato,
comunismo
dei polipeptidi,
primule elettroniche,
allodole, secondo un programma.

Prendi e leggi, vecchio suicida.

Manifesti genetici,
permutazioni, gorgheggi.
Ogni cristallo un capolavoro.
Costruire occhi di libellula
non e' un'artificio
ma le ricchezze del mondo
sono piu' semplici.

Questa ortica
potrebbe essere di Proust.
Feedback-system di secondo grado,
ultrastabile.

Finche' questo libro ti arrivera' in mano,
potrebbe essere per leggere
gia' troppo buio.

Se le libellule
se la caveranno senza di noi,
non lo sappiamo.

Bisogna accettarlo.

Butta via il libro
e leggi. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]L'altro





Uno ride
si interessa
ha il mio viso con pelle e capelli sotto il cielo
lascia rotolare parole dalla mia bocca
uno che ha denaro e paura e un passaporto
uno che litiga e ama
uno si diverte
uno si dimena

ma non io
io sono l'altro
che non ride
che non ha viso sotto il cielo
e alcuna parola nella sua bocca
ed e' sconosciuto a se' e a me
non io; l'altro; sempre l'altro
che non vince e non e' vinto
che non si interessa
che non si muove

l'altro
che e' indifferente a se' stesso
del quale io non so niente
del quale nessuno sa chi e'
che non mi muove
questo io sono.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Bildzeitung





Tu diventerai ricco,
incidifrancobolli Attaccaorologi:
se il centravanti vuole,
per un marco sara' colpita di testa
una grande quantita' di principi offesi
dote di Turandot pronostico infallibile
Apparecchia la tua tavola:
tu diventerai ricco.

Manotipista Stenocure,
tu diventerai bella:
se il produttore vuole
l'inchiostro di stampa verra' spalmato
tra le cosce una grossa rete
un mostriciattolo indesiderato
Distenditi, asinella;
tu diventerai bella.

Bestia sociale Compagnodivoce
tu diventerai forte:
se il presidente vuole
giu' pugni sull'agitatore
scatti di flash sul sorriso del boia
dai botte dunque, metticela tutta
fuori i randelli dalla sacca:
tu diventerai forte.

Anche tu, anche tu, anche tu
arriverai lentamente
alle buste-paga ed alle bugie
ricco, forte ed umiliato
tra ispezioni e caffe'
al malto, ben contaminato
di multe, merda,
scorie nucleari:
i tuoi polmoni una gialla scogliera
di nicotina e di calunnia
possa la terra esserti leggera
come il sudario
di raggiro e d'inganno
che compri ogni giorno
in cui ogni giorno ti avvolgi.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Utopia





Il giorno sale, con grande forza
batte i suoi zoccoli tra le nuvole
il lattaio sui suoi bidoni
tambureggia sonate; al cielo ascendono i fidanzati
su scale mobili; selvaggi, con grande forza
si sventolano cappelli bianchi e neri.
Le api scioperano. Tra le nuvole
ruotano i procuratori,
papi cinguettano dagli abbaini.
La commozione domina sia lo scherno
che il giubilo. Velieri
sono piegati dai bilanci.
Il Cancelliere parteggia con un vagabondo
i fondi segreti. L'amore
e' consentito dalla polizia,
e' promulgata un'amnistia
per coloro che dicono la verita'.
I panettieri regalano rosette
ai musicanti. I fabbri
fanno delle croci
ferri per gli asini. Come in un ammutinamento
irrompe la felicita', come un leone.
Gli strozzini, su cui sono gettati
fiori di melo e ravanelli,
si pietrificano. Buttati sulla ghiaia,
abbelliscono fontane e giardini.
Ovunque ascendono mongolfiere
la flotta di piacere e' pronta a partire;
salite, lattai,
fidanzati e vagabondi!
Scioglietevi! Con grande forza sale
il giorno. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Ammirazione



Di meravigliarsi dalla testa ai piedi, di tremare
sostiene lui; che un sacro brivido lo percorre,
che ciò che prova si può solo esprimere in parole
di caso in caso:
che gli è capitato di vedere una fonditrice
con trentamila parti mobili,
nessuno sa piú enumerarle,
meno che mai riprodurle -
mestieri scomparsi, abilità estinte -
che però fischia, gracida, butta fumo,
imperturbata; anche l'apparato psichico della nonna,
immobilizzata in poltrona, produce
ora come allora dietro la fonte sgualcita
avidità, gelosia, trappole, euforia;
oppure il papavero, papaver sonniferum, bianco-grigio,
un'immancabile macchia violetta nel fondo,
e mai sbaglia a contare: corona, calice, frutti,
mazzi di filamenti, labbra di ferite, tutto alla seconda potenza,
e da ultimo il muscolo costrittore,
spesso, sostiene, gli viene in mente chi fa il suo lavoro,
via liscio, e cioe, quando va bene,
quattro per quattro per cinque fa ottanta:
tutto ciò fragile, delicato -
mentre basterebbe un calcio, un grano di sabbia, un foro,
una scheggia di granata o un mifligrammo di atropina...

Quanto piú capisce nel dettaglio, sostiene, e lui
capisce parecchio - basta un richiamo alla banca dati:
autosintesi di anticorpi nel topo neozelandese,
tremolo e vibrato nel piano ben temperato,
supersimmetrica teoria quantistica dei campi, ecc.
tanto meno, sostiene, capisce il complesso,
a volte però è l'inverso; perciò non gli resta,
prima di addormentarsi, che rabbrividire.

Una spiegazione non arriva. Puro piacere
evidentemente non è; tutti accampano
di essere stanchi, stremati, e non vogliono piú saperne;
lui lo capisce, ma non lo convince.

Al contrario, contro questo fervore non c'è medicina,
e non se ne vede la fine. Vorrei avere, sogghigna,
la vostra energia! E con voce piú roca,
inceppandosi giura che ci considera
disperatamente invincibili,
dalla formica sino all'ultimo chirurgo genetico.

Che lui per parte sua è bloccato,
per l'ammirazione dimentica perfino di mangiare,
e si affida, coi brividi, all'entropia.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Lo scambio



Hai presente quella volta a Praga che eravamo partiti
con la Tatra decrepita, come si chiamava l'albergo sul fiume,
Orlik, Horlik, qualcosa con la kappa, avevamo sbattuto
i piumini per terra, c'era una tale afa,
sull'acqua gracidavano le rane, macché, se io stavo per
congelare fra quei lenzuoli bagnati, infatti era l'autunno
che è caduto il muro, oppure no, abitavamo a Vienna,
per poco non ti strozzavo, quanto tempo è passato,
c'era la crisi del Golfo, era a Módling, non avevamo i soldi
per l'affitto, io non avrei dovuto venire con te, e già,
meglio un colpo di spugna, perché adesso cosí d'un tratto, è che tu mi hai tradito,
ma cosa dici, e fin dafl'inizio, qui sta l'errore,
a Praga, lascia perdere queste vecchie storie, è là sul fiume
che è cominciato, ecco ora mi ricordo, si chiamava Odradek,
si chiamava che cosa, ma l'hotel, adesso mi torna, c'era
odore di fieno, le corna di cervo nel corridoio, per favore non mi toccare,
i pattinatori fuori sul laghetto erano piccoli piccoli
nel sole scintillante, benissimo, come vuoi tu,
ma quello era odore di muf fa, e a parte tutto io mi sentivo male, l'itterizia,
la farmacia era chiusa, era domenica, una domenica di luglio,
e siamo andati in barca, e tu, io non voglio questo bambino
hai detto, tu menti, e piuttosto mi ammazzo,
ma questa non ero io, e chi altri? ah ecco com'è, tu
guarda che mi stai scambiando con quella Karla o Karola
o come diavolo si chiamava, ma tu sei pazza, e io, e io
la scema, a pulire le scale mentre tu, per anni,
basta cosí, non ce la faccio piú, adesso non ti agitare,
questo lo dici ogni volta, fammi almeno finire, questo
lo dicevi già allora, a Praga, ma Cristo,
piantala una buona volta col tuo fieno e la tua memoria,
ma figurati Odradek, e poi ora che è troppo tardi,
ma sí, per quel che mi riguarda[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Tempi lunghi



Non sarà, messieursdames,
mai troppo presto perché cominciate
a prender congedo.
Decenni di confort
nella vostra metà di casa bifamiliare,
e l'orrore finale è tra un attimo.
Oppure pensate ai gusci delle uova
dei sauri che diventavano
sempre piú sottili
nel corso degli eoni - nessuno sa
perché. Ben noto ci è però
questo gran tumulto di energie:
una generazione via l'altra
impegnata nel suo addio,
come nel cielo stellato
le galassie appassionatamente dedite
all'autocombustione.
Il defungere! Già! Uno sport che prende tempo.
Non rallegratevi dunque troppo presto! Anche
ad estinguersi si deve imparare.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Vecchia rivoluzione



Un maggiolino rovesciato sul dorso.
Le vecchie macchie di sangue ci sono ancora, al museo.
Decenni che si fingono morti.
Da trenta ministeri viene un alito acido.
All'Hotel Nacional quattro sonatori defunti
suonano il tango del 1959, sera dopo sera:
Quizás, quizás, quízás.
Giaculatorie di maggio mariano ai tropici:
alla storia si chiudono gli occhi.
Solo una nostalgia di dentifricio,
lampadine e spaghetti
è rimasta sveglia, fra le lenzuola umide.

Un sonnambulo davanti a dieci microfoni,
che non finisce mai, inculca alla sua stanca isola:
dopo di me non viene piú niente.
La meta è raggiunta.
Sui mitra luccica l'olio.
Lo zucchero si rapprende nelle camicie.
La prostata non ce la fa píú.

Nostalgico scruta il vecchio guerriero
l'orizzonte, se mai si scoprisse un attaccante.
Ma il mirino è vuoto. Anche il nemico
lo ha dimenticato.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Fa niente



Ha smesso, da sé,
s'installa, è installato,
cosí e non altrimenti, senza volere,
ricomincia - la mano, la mia mano
si muove, imprevedibile, prende, muove,
intraprende, non comprende - pensa,
invisibile, stringe il pennello,
agisce, stringe la matita, trema,
stringe il coltello, si mette in moto.
Si tratta di questo, che le parole
vengono, i colori, io non posso,
il sangue, lo non ci posso far nulla.
S'installa, s'aggiusta, s'agghinda, si rizza,
fa poesie, dipinge, si mostra, io
mi mostro, viene ad aggiungersi, io inclino
a questo, lo metto a nudo, ecco che parla,
tutto parla contro, a questo
s'aggiunge qualcosa, punge, immerge la punta.

E' come se mi mancasse qualcosa,
qualcosa manca, io informo, io
m'informo, non sono presente,
mentre io scrivo, uccido, dipingo,
qualcosa mangia, è una cosa grassa, digerisce, in basso
caga, poi si dorme,
sono informato, è una roba piccola,
cresce, alle mie spalle,
si desta, senza volere, fa errori,
da sé, grazie, discretamente.

Si va avanti, viene, io sto venendo,
fuma, ci sono colori, pieghe,
cicatrici, si ripete, da sé,
sempre da capo, là dietro, morto
non è, ah, dice, ah,
rantola, magnifico, ah, io ne ho,
io ne ho un vantaggio, io mica,
mica volevo, il nulla-avente, io,
è andata cosí, fa niente.[/align]
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[align=center]La musica del futuro



Lei che non possiamo attendere
ce l'insegnerà.
Risplende, è incerta, remota.

Lei che lasciamo venire a noi
non ci attende,
non viene a noi,
di noi non cura,
rimane nefi'irrisolto.

Non ci appartiene,
di noi non chiede, di noi
non si sovviene,
con noi non parla,
non ci è dovuta.

Non era,
non è per noi,
non è mai stata,
non è mai,
non è[/align]
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[align=center]Opzioni per un poeta



Dire la stessa cosa
con altre parole,
ma sempre la stessa.
Con sempre le stesse parole
dire una cosa tutta diversa
o in modo diverso la stessa.
Molte cose non dirle,
o dirle molto
con parole che non dicono nulla.
Oppure tacere in modo eloquente.[/align]
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[align=center]Molte cose rimangono



Molte cose rimangono
in ogni caso a mezz'aria.
Più leggero di tutti è forse
ciò che resta di noi
quando siamo sotto terra.[/align]
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