Il salame verde

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Soleanna1
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Il salame verde

Messaggio da Soleanna1 »

A un certo punto, quando frequentavo la seconda media, mi successero due cose. La prima fu che iniziai ad andare pazza per il salame. Panini al salame, salame e formaggio, salame con i cracker: non avrei mangiato altro che il salame saporito e piccante. La seconda cosa fu che io e la mamma cominciammo a non andare più tanto d'accordo. Non litigavamo su niente in particolare, ma sembrava che tutto quello che lei desiderava fosse discutere con me e dirmi che cosa dovevo fare. Avevamo anche smesso di ridere insieme.
Le cose stavano cambiando e io e la mamma ce ne rendevamo conto per prime. Per quanto riguarda il salame, mia madre non voleva comprarlo perché diceva che era troppo costoso e non mi faceva bene. Per dare prova del fatto che ormai ero indipendente, decisi di andare avanti comunque a mangiare quello che mi piaceva. Così un giorno usai la mia paghetta per comperarmi un intero salame. Ora però dovevo risolvere un problema: dove lo avrei nascosto? Non volevo che mia madre lo vedesse. Così lo nascosi nell'unico posto in cui sapevo che sarebbe stato del tutto al sicuro sotto il mio letto. C'era un angolino speciale sotto il letto che l'aspirapolvere verticale non riusciva a raggiungere e che mia madre raramente aveva l'ambizione di pulire. Così il salame finì sotto il letto, in fondo all'angolo nell'oscurità e nella polvere.

Un paio di settimane dopo mi ricordai la deliziosa golosità che mi stava aspettando. Mi sporsi sotto il letto e vidi... non il salame che avevo nascosto, ma un qualche oggetto verde e peloso che non somigliava a niente che avessi mai visto prima. Sul salame era cresciuta una peluria di un paio di centimetri, e questa peluria era ritta, come se il salame fosse sorpreso di vedere all'improvviso la mia faccia vicino al suo nascondiglio. Essendo un po' schizzinosa, non intendevo mangiare niente che somigliasse a quella cosa. E la cosa migliore che pensai di fare fu. . . assolutamente nulla. Qualche tempo dopo mia madre fu colta dalla febbre delle pulizie di primavera, che nel suo caso significa andare a pulire luoghi che non hanno mai visto la luce del giorno. Naturalmente, anche sotto il mio letto. In fondo al cuore sapevo che presto sarebbe venuto il momento in cui avrebbe trovato la cosa nel nascondiglio.

Durante i primi due giorni della sua frenetica attività, la osservai attentamente per farmi un'idea quando avrebbe probabilmente trovato il salame. Lei lavava, strofinava, spolverava... urlava! Urlava, urlava e urlava. «Ahhhhhh... ahhhhh... ahhhhhh!». Le urla provenivano dalla mia stanza. I segnali di allarme nella mia testa si spensero. Aveva trovato il salame! «Che cosa succede, mamma?» le urlai mentre correvo nella mia camera.«C'è qualcosa sotto il tuo letto!» «Che cosa c'è sotto il mio letto?» dissi, e intanto spalancavo bene gli occhi per dimostrare la mia completa innocenza. «Qualcosa... qualcosa. Non so che cosa sia!». Alla fi ne smise di urlare. Poi mormorò: «Forse è vivo». Mi abbassai per guardare sotto al letto. «Fai attenzione!» mi avvertì. «Non sappiamo cosa sia!» Mi spinse da parte. Fui fiera del coraggio che dimostrava salvandomi dalla "cosa" nonostante il suo ribrezzo. Fui stupita di quello che vidi. L'ultima volta che avevo visto il salame, la peluria che lo ricopriva era lunga un paio di centimetri. Adesso era cresciuta di altri sei centimetri buoni, era di un verde grigiastro e si trovava su tutta la sua superficie. Non si poteva dire quale fosse la forma dell' oggetto che la peluria ricopriva. Guardai la mamma. Fatta eccezione per il colore, i suoi capelli somigliavano molto alla peluria del salame: anche quelli stavano ritti sulla testa!

All'improvviso lei si alzo e lasciò la stanza, solo per tornare cinque secondi dopo armata di scopa. Usando il manico, stuzzicò il salame. Quello non si mosse. Lo toccò più forte. E quello non si muoveva ancora. A quel punto volevo dirle di che cosa si trattava, ma sembrava che non riuscissi a far funzionare la mia bocca. Il petto mi si comprimeva nel tentativo di reprimere la risata che, involontariamente stava minacciando di esplodere. Allo stesso tempo ero terrorizzata dalla sua rabbia, che sarebbe esplosa quando avesse finalmente scoperto di che cosa si trattava. Temevo anche che potesse avere un attacco di cuore, perché sembrava così spaventata. Finalmente la mamma l'ebbe vinta sui nervi e spinse con decisione il salame. In quell' esatto momento la risata che avevo cercato di trattenere mi esplose dalle labbra.

Lei lasciò la scopa e mi guardò. «Che cosa c'è di tanto divertente?» chiese la mamma. Da vicino, a pochi centimetri dalla mia faccia, sembrava furiosa. Forse era solo per la posizione a testa in giù che aveva reso paonazzo il suo viso, ma ero sicura che stesse per colpirmi con il manico della scopa. E certo io non volevo che lo facesse perché c'era ancora attaccata un po' di peluria grigio verde. Mi venne da singhiozzare, ma poi scoppiai di nuovo in una fragorosa risata. Era come se non avessi più il controllo del mio corpo. Una risata e ben presto mi stavo rotolando sul pavimento. Mia madre si lasciò cadere a sedere pesantemente. «Che c'è di tanto divertente?!». «Salame» riuscii a dire nonostante l'attacco di risate che non riuscivo a controllare. «Salame! Salame!». Continuavo a rotolarmi per terra. «È un salame!». Mia madre mi guardò incredula. Cosa c'entrava adesso il salame? La cosa sotto il letto non somigliava ad alcun salame che lei avesse mai visto. In realtà non assomigliava a niente che lei (o io) avessimo mai visto. Lottavo per respirare. «Mamma, è un salame sai quei grossi salami interi!». A quel punto mi chiese quello che avrebbe chiesto qualunque madre sana di mente in una simile situazione: «Cosa ci fa un salame sotto il tuo letto?». «L'ho comprato con la mia paghetta». La crisi di riso stava passando e la paura stava prendendo il suo posto. La guardai. Aveva sul viso la più strana espressione che le avessi mai visto: una combinazione di disgusto, confusione, stanchezza, paura e rabbia! I capelli erano ritti, il sudore le colava sul volto arrossato e gli occhi sembravano volerle uscire dalle orbite. Non potevo farei niente. Cominciai di nuovo a ridere. E poi accadde il miracolo dei miracoli.

La mamma iniziò a ridere anche lei. Dapprima solo a piccole risate nervose, solo un po' , ma poi diventò quella risata a bocca piena che solo il ramo materno della mia famiglia sa fare. Ridemmo tutte e due fino alle lacrime e io pensavo che me la sarei fatta addosso. Quando finalmente riuscimmo a smettere di ridere, mia madre mi mise in mano la scopa. «Okay, Patty Jean Shaw, pulisci, qualunque cosa sia!» lo non avevo idea di come si facesse a pulire qualcosa senza guardarlo né toccarlo. Così, naturalmente, chiesi alla mia sorellina di aiutarmi. Potevo ottenere che mi aiutasse a fare qualunque cosa, ma solo corrompendola o minacciandola. Poiché non aveva idea di che aspetto avesse l'oggetto in questione, non aveva troppa paura e accettò di aiutare. Insieme riuscimmo a far rotolare la cosa nel giornale della sera (papà non ha mai saputo che fine avesse fatto). Poi attentamente, molto attentamente, lo portai fuori e lo misi nella spazzatura. Poi chiesi a mia sorella a rimuovere il resto della peluria dal tappeto. L'avevo convinta che io ero troppo grande per riuscire a raggiungere quell'angolino. Alla fine le dovevo la paghetta di due settimane. La mamma non mi sgridò per aver comprato quel salame. Forse pensava che avessi già avuto un castigo adeguato.

Il salame diventò l'oggetto delle nostre pazze risate. Per anni, in seguito, se volevo far ridere mia madre dovevo solo minacciarla di comprare un salame.

Patty Hansen
da ilpaesedeibambinichesorridono.it
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