Wystan Hugh Auden

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Wystan Hugh Auden

Messaggio da birillino8 »

[align=center]Wystan Hugh Auden

Immagine[/align]

Nato a York il 21 febbraio 1907 (morì a Vienna nel 1973), Wystan Hugh Auden studiò a Oxford nel collegio di Christ Church. Dopo vari viaggi in Germania insegnò in una scuola elementare. Nel 1930 pubblicò il primo volume di Poesie (Poems). Ha collaborato con l'amico Christopher Isherwood alla stesura di tre opere teatrali in versi, Il cane sotto la pelle (The dog beneath the skin, 1935), L'ascesa dell'F6 (The ascent of F6, 1936) e Sulla frontiera (On the frontier, 1938).

Nel 1936 partecipò alla guerra civile spagnola, tra le file dei repubblicani. Nel 1938 sposò Erika Mann (figlia di Thomas Mann). Nel 1939 si trasferì negli Stati Uniti dove prese la cittadinanza americana. Tornò in Inghilterra per un breve periodo nel 1956 per assumere la cattedra di poesia a Oxford.

Tra le sue opere: Gli oratori (The orators, 1932) opera sperimentale in prosa. Le raccolte poetiche: Guarda, straniero! (Look, stranger!, 1936), Un altro tempo (Another time, 1940), Lo scudo di Achille (The shield of Achilles, 1955). L'oratorio Per il presente (For the time being, 1945). I poemetti: Lettera per l'anno nuovo (New year letter, 1941), L'età dell'ansia (The age of an xiety, 1948), Omaggio a Clio (Homage to Clio, 1960). Tra i saggi critici: I flutti tormentati (The enchafed flood, 1950). Vari libretti d'opera, tra cui La carriera del libertino (The rake's progress, 1951) per la musica di Stravinskij.

Auden divenne famoso negli anni '30 come caposcuola della nuova generazione di poeti accomunati dall'impegno sociale e politico e dall'interesse per Marx e Freud: la "thirties generation", che aveva l'obiettivo di scardinare la poesia dalla sua aulicità, facendo di lei «memorable speech», come diceva Auden, parole che si fanno ricordare. Negli anni successivi si staccò in parte da tali posizioni per accostarsi a una tematica religiosa e metafisica. La sua opera è caratterizzata, soprattutto nel primo periodo, da una straordinaria perizia stilistica nell'uso e nell'accumulo di paradossi an titesi anticlimax aforismi. La sua gamma espressiva si alimenta anche di immagini sorprendenti e ardite derivate dalla filosofia psicologia politica mitologia. Auden sviluppò la teoria di Eliot secondo cui la sensibilità poetica condensa e non discrimina esperienze diverse, sia intellettuali che pratiche, quotidiane o metafisiche. Per l'elaborata ricchezza delle figure retoriche, la sua poesia è stata definita neo-manieristica.
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]La verità, vi prego, sull'amore


Dicono alcuni che amore è un bambino
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo
e alcuni che è un'assurdità
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l'aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.

Assomiglia a una coppia di pigiami
o al salame dove non c'è da bere?
Per l'odore può ricordare i lama
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un prugno
o è lieve come morbido piumino?
È tagliente o ben lischio lungo gli orli?
La verità, vi prego, sull'amore.


I manuali di storia ce ne parlano
in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi
e l'ho visto persino scribacchiato
sul retro degli orari ferroviari.


Ha il latrato di un alsaziano a dieta
o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle este è un finimondo?
Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un po' di pace?
La verita' grave, vi prego, sull'amore.


Sono andato a guardare nel bersò
lì non c'era mai stato;
ho esportato il Tamigi a Maidenhead,
e poi l'aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio
e non era nemmeno sotto il letto.


Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull'altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
La verità, vi prego, sull'amore.


Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accedrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull'amore[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Canzone


Pesci nei placidi laghi
sfoggiano scie di colori,
cigni nell'aria invernale
hanno un candore perfetto
e incede il grande leone
per il suo bosco innocente;
leone, pesci e cigno
in scena e già sono andati
sull'onda irruente del Tempo.

Noi, finchè i giorni d'ombra son maturi,
noi dobbiamo piangere e cantare
del dovere il sopruso consapevole,
il Diavolo nell'orgoglio,
la bontà portata attentamente
per espiazione o per nostra fortuna;
noi i nostri amori li dobbiamo perdere,
volgendo uno sguardo invidioso
a ogni animale e uccello che si muove.


Sospiri per folliecompiute e dette
attorcono i nostri angusti giorni,
ma devo benedire e celebrare
che tu, mio cigno, avendo
tutti i doni che Natura
impulsiva ha dato al cigno,
la maestà e l'orgoglio,
vi aggiungessi ieri notte
il tuo amore volontario. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Sotto un abietto salice



Sotto un abietto salice
non ti affliggere più, innamorato:
segua al pensiero rapida azione.
A che serve pensare?
La tua incessante prostrazione
mostra quanto sei freddo;
alzati, su, e ripiega
la tua mappa di desolazione.

I rintocchi che scorrono sui prati
da quella fosca guglia
suonan per queste ombre senza amore
che all'amore non servono.
Ciò che è vivo può amare: perché ancora
piegarsi alla sconfitta
con le braccia incrociate?
Attacca e vincerai.

Stormi di anatre in volo sul tuo capo
e sanno dove andare,
freddi ruscelli in corsa ai tuoi piedi
e vanno verso l'oceano.
Cupa e opaca è la tua costernazione:
cammina, dunque, vieni,
non più così tarpato
in preda alla tua soddisfazione. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Calypso


Più svelto, macchinista, e fammi in fretta
la Springfield Line sotto il sole splendente.

Via come un razzo, non fermarti mai
finchè non freni in Grand Central, New York.

Perché ad aspettarmi c'è laggiù,
in mezzo a quel salone, colui che fra tutti amo di più.

Se non è lì quando arrivo in città
starò sul marciapiede e piangerò.

Perché è lui che voglio rimirare,
l'acme di perfezione e di bontà.

Se mi serra la mano e mi dice "ti amo",
ed è per me un fenomeno sublime.

I boschi sono tutti verdi e lustri ai lati del binario
; anche gli alberi hanno i loro amori, pur diversi dal mio.

Ma il povero banchiere vecchio e obeso, in carrozza di lusso,
non ha nessuno che lo ami eccetto il suo avana.

Se fossi io il Capo dela Chiesa o dello Stato,
m'inciprierei il naso e ordinerei a tutti di aspettare.

Perché l'amore conta ed è potente
ben più di un prete o di un politicante. [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Una sera che ero uscito a spasso


Una sera che ero uscito a spasso,
a spasso in Bristol Street,
sul lastrico le folle erano campi
di grano pronto per la mietitura.

E lungo il fiume in piena
udii un innamorato che cantava
sotto un'arcata della ferrovia:
"l'amore non ha fine".


"Io ti amerò, mio caro, ti amerò
finché la Cina e l'Africa s'incontrino
e il fiume schizzi sopra la montagna
e per la strada cantino i salmoni".


"Io ti amerò finché l'oceano sia
ripiegato e steso ad asciugare
e vadano la sette stelle urlando
come oche in giro per il cielo".


"Come conigli correvano gli anni
perché io tengo stretto fra le braccia
il Fiore delle Età
e il primo amore al mondo".


Ma tutti gli orologi di città
si misero a vibrare e rintoccare:
"Oh, non lasciarti illudere dal Tempo,
non puoi vincere il Tempo".


"Nelle tane dell'Incubo,
dove Giustizia è nuda,
dall'ombra il Tempo vigila
e tossisce se ha voglia di baciare".


"Tra emicranie e in ansia
vagamente la vita cola via
e il Tempo avrà vinto la partita
domani o ancora oggi".


"In molte verdi valli
si accumula la neve spaventosa;
il Tempo spezza le danze intrecciate
e dell'alteta lo stupendo tuffo".


"Oh, immergi nell'acqua le tue mani,
giù fino al polso immergile
e guarda, guarda bene nel catino
e chiediti che cosa hai perduto".


"Nella credenza scricchiola il ghiacciaio,
il deserto sospira dentro il letto
e nella tazza la crepa dischiude
un sentiero alla terra dei defunti".


"Dove i barboni vincono bei soldi
e il Gigante fa le moine a Jack
e l'Angioletto è un nuovo Sacripante
e Jill finisce giù lunga distesa".


"Oh, guarda, guarda bene nello specchio,
guarda nella tua ambascia;
la vita è ancora una benedizione
anche se benedire tu non puoi".


"Oh, rimani, rimani alla finestra
mentre bruciano e sgorgano le lacrime;
tu amerai il prossimo tuo storto
con il tuo storto cuore".


Era tardi, già tardi quella sera,
loro, gli amanti, se ne erano andati;
tutti i rintocchi erano cessati
e il gran fiume correva come sempre [/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Ninnananna




Posa il capo assopito, amore mio,
umano sul mio braccio senza fede;
tempo e febbri avvampino e cancelliano
ogni bellezza individuale, via
dai bambini pensosi, e poi la tomba
attesta che effimero è il bambino:
ma finch´e' spunti il giorno mi rimanga
tra le braccia la viva creatura,
mortale sì, colpevole, eppure
per me il bello nella sua interezza.

Anima e corpo non hanno confini:
agli amanti che giacciono sul suo
tollerante declivio incantato
in preda al deliquio ricorrente,
solenne la visione manda Venere
di soprannaturale armonia,
di universale amore e speranza;
mentre un'astratta intuizione accende,
in mezzo ai ghiacciai e fra le rupi,
dell'eremita l'estasi carnale.


Passano sicurezze e fedeltà
allo scoccare della mezzanotte
come le vibrazioni di campana,
e forsennati alla moda lanciano
il loro pedantesco, uggioso grido:
il costo fino all'ultimo centesimo
- sta scritto in tutte le temute carte -
andrà pagato, ma da questa notte
non un solo bisbiglio, nè un pensiero,
non un bacio o uno sguardo sia perduto.


Bellezza muore, e mezzanotte, ed estasi:
che i venti dell'alba, mentre lievi
spirano intorno al tuo capo sognante,
mostrino un giorno di accoglienza tale
che occhio e cuore pulsino e gioiscano,
paghi di un mondo, il nostro, che è mortale;
meriggi di arsura ti ritrovino
nutrito dei poteri involontari,
notti di oltraggio ti lascino andare
sorvegliato da ogni umano amore.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Alla fine il segreto viene fuori




Alla fine il segreto viene fuori,
come deve succedere ogni volta,
è matura la deliziosa storia
da raccontare all'amico del cuore;
davanti al tè fumante e nella piazza
la lingua ottiene quello che voleva;
le acque chete corrono profonde
mio caro, non c'è fumo senza fuoco.

Dietro il morto in fondo al serbatoio,
dietro il fantasma sul prato da golf,
dietro la dama che ama il ballo e dietro
il signore che beve come un matto,
sotto l'aspetto affaticato,
l'attacco di emicrania e il sospiro
c'è sempre un'altra storia,
c'è più di quello che si mostra all'occhio.


Per la voce argentina che d'un tratto
canta lassù dal muro del convento,
per l'odore che viene dai sanbuchi,
per le stampe di caccia nell'ingresso,
per le gare di croquet in estate,
la tosse, il bacio, la stretta di mano,
c'è sempre un segreto malizioso,
un motivo privato in tutto questo

[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Oh, cos'è questo rumore



Oh, cos'è quel rumore lancinante
giù nella valle, un rullare, un rullare?
Nient'altro che i soldati in marcia, caro,
i soldati scarlatti.

Oh, cos'è quella luce che mi abbaglia
in lontananza come un lampo, un lampo?
Non è che il sole sulle armi, caro,
mentre avanzano svelti.


Oh, che fanno con tutti quegli arnesi,
cosa faranno stamane, stamane?
Solo manovre, come sempre, caro,
o forse è un segnale.


Oh, perché sono usciti in strada
e voltano il capo, in fila, in fila?
Sarà arrivato un contrordine, caro.
Ma perché ti inginocchi?


Oh, non si sono fermati dal dottore
né frenano i cavalli, i cavalli?
Bé, di feriti non ne hanno, caro,
nessuno in quei reparti.


Oh, è il parroco che cercano, quel vecchio
tutto bianco, sarà lui, sarà lui?
No, vanno oltre, oltre il cancello, caro,
senza fargli visita.


Oh, toccherà al fattore qui accanto,
a lui che è così furbo, così furbo?
La fattoria l'hanno passata, caro,
e già stanno correndo.


Oh, dove vai? Rimani qui con me!
Le tue promesse erano inganni, inganni?
No, ho giurato di amarti, caro,
ma ora devo andare.


Oh, è rotto il chiavistello, è a pezzi l'uscio,
oh, la via che hanno scelto è questa, è questa;
hanno così pesanti gli stivali
e hanno occhi di fuoco.[/align]
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Messaggio da birillino8 »

[align=center]Johnny




Oh, la valle in estate dove io e il mio John
lungo il profondo fiume andavamo su e giù
mentre i fiori nell'erba e gli uccelli nell'aria
ragionavano dolci del reciproco amore,
e io sulla sua spalla dicevo: "Su, giochiamo":
ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

Oh, il venerdì ricordo, era sotto Natale,
quando noi due andammo a quel ballo benefico,
così liscia la pista e chiassosa l'orchestra,
e Johnny così bello che ero così fiera;
"Stringimi forte, Johnny, balliamo fino all'alba":
ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.


Scorderò mai la sera nel palco al gran galà
quando pioveva musica da ogni ugola stupenda?
Pendevano abbaglianti le perle e i diamanti
da ogni abito di seta argentata o dorata:
"Oh, Johnny, mi sento in cielo" io dissi in un bisbiglio:
ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.


Oh sì, ma era bello come un giardino in fiore,
alto e slanciato come la grande Torre Eiffel,
quando si spense il valzer sull'ampia promenade
oh, quel sorriso e gli occhi mi andaron dritti al cuore;
"Oh, caro Johnny, sposami, ti amerò e obbedirò":
Ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.


Oh, questa notte, Johnny, io ti ho sognato, amore,
su un braccio avevi il sole e sull'altro la luna,
tutto azzurro era il mare ed era verde l'erba,
ogni stella agitava un tamburello tondo;
io ero in un abisso giù a diecimila miglia:
ma tu con un cipiglio di tuono te ne andavi.[/align]
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[align=center]Blues in Memoria


Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino gli aereoplani lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano i guanti di tela nera.


Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto.


Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai nulla può giovare.[/align]
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