Claudio Cisco

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CLAUDIOCISCO
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IL MIO CAMMINO SPIRITUALE L’INCONTRO CON LA MADONNA: TESTI

Messaggio da CLAUDIOCISCO »

E’ bellissimo per me poter parlare della Madre celeste, scrivere con sincerità di pensiero quello che Lei rappresenta per me, il modo attraverso il quale trasmette gioia, dona pace, regala serenità; è sicuramente una testimonianza importante che può servire agli altri, anche a chi, per sola curiosità, si sta soffermando in questo momento nella lettura. Il mio cammino spirituale è stato molto tormentato e assai complesso, quasi impossibile da raccontare in poche righe perchè frutto di emozioni intime, uniche ed indimenticabili, invase dal male prima e consolate dal bene dopo, ma, nonostante tutto, vorrei provare ugualmente ad essere il più possibile conciso e sintetico, concentrando in poco spazio ciò che meriterebbe un libro intero per la grandezza dei sentimenti da narrare. Premetto che mi trovavo distante mille anni luce da Dio e dalla sua volontà, sconoscevo l’importanza della sua parola con i suoi insegnamenti; praticamente lontano dai sacramenti, non seguivo affatto una vita cristiana, collocandomi in una posizione di disinteresse verso la chiesa che per me era come se non esistesse. Ma il Signore è grande e misericordioso, sempre pronto a porgere una mano, a elargire aiuto a chi, disperato cade, specialmente quando l’infinita bontà di Dio percepisce nel cuore triste e malato, una fiammella di speranza alimentata da un sincero proposito di cambiamento. E così la provvidenza mi ha messo sulla strada un’amica quasi coetanea, Giovanna, una donna evangelica che, dopo parecchio tempo a causa della mia esitazione, è riuscita a trascinarmi con lei, per la prima volta, in una chiesa protestante pentecostale, di quelle caratterizzate da preghiere forti, carismatiche, di intensa spiritualità. Lì dentro, i miei occhi hanno osservato cose mai viste: gente parlare in lingue sconosciute che alcuni interpretavano, preghiere e canti di lode e di adorazione recitate con pianti di gioia ed invocazioni urlate, profezie, imposizioni di mani sul corpo specie sulla fronte, persone cadere per terra svenute e rimanere a lungo in quello stato di riposo spirituale ed ancora preghiere di liberazione, a volte veri e propri esorcismi che avvenivano durante i culti stessi anche in presenza di bambini che sembravano abituati a quell’ambiente. Era insomma una chiesa molto diversa da quelle cattoliche tradizionali, eppure io ricordo di non aver mai pensato, neanche per un solo istante, di essere finito in un manicomio pieno di pazzi, ma anzi, al contrario, cominciavo a percepire dentro e fuori di noi esseri umani, sia pure in forma latente, l’esistenza di un mondo parallelo che mi si apriva davanti alla mia conoscenza, una realtà spirituale importantissima e vitale che mi portava a comprendere che dietro la sofferenza oscura e il male più cattivo, si nascondono demoni di grande intelligenza e diabolica astuzia che difficilmente possiamo vincere senza l’aiuto del Padre: sono loro infatti la causa principale delle rovine dell’animo umano, e sono sempre essi capaci di operare indisturbati nel quotidiano, perché sottovalutati o peggio ancora non creduti dalla maggioranza degli uomini. Lo capivo chiaramente vedendo i tormenti spirituali e fisici di chi combatteva col maligno, spesso il vomito era sintomo di liberazione. Per me erano tutte situazioni sconosciute e mai prese in considerazione prima di allora ma dentro il mio spirito sentivo di non trovarmi in quel posto, così apparentemente strano, per caso e che proprio da lì sarebbe potuta iniziare la mia rinascita spirituale dopo secoli di buio fitto e di solitudine totale. Pian piano e secondo i tempi di Dio, continuando a frequentare quella chiesa e iniziando a pregare anch’io timidamente come potevo e come vedevo fare, ho avuto la grande gioia di sentire e di capire che Gesù mi amava davvero e di un amore grande e sincero, così com’ero, con i miei evidenti limiti umani e le mie debolezze e che potevo fidarmi ciecamente di Lui. Fu per questo che accettai il Signore nella mia vita come personale Salvatore. Ma la gioia di sentirmi finalmente amato non mi ha risparmiato il dispiacere di comprendere che, radicato nella mia mente, vi era un demone d’impurità, forte, del quale io, fino a quel momento sconoscevo completamente l’esistenza anche perché non si era mai manifestato prima, secondo la furbizia di questi esseri che fanno dell’anonimato la loro forza, e che era riuscito a fare nella mia vita, quello che voleva, facilitato da me che, sia pure inconsapevolmente, lo avevo sempre assecondato. Oggi posso dirvi con assoluta certezza e con molta esperienza sperimentata sulla mia pelle, che i demoni sono i principali artefici dei nostri errori e dei nostri peccati e che senza una vita di preghiera e di relazione costante con Dio, non c’è possibilità di salvezza per noi piccoli esseri mortali e che ogni forma di perversione sessuale e di vizio impuro, hanno come radice, la presenza di questi esseri diabolici che operano secondo le proprie caratteristiche, svolgendo il loro compito specifico, osservando rigide e determinate gerarchie; i diavoli legati alla sfera sessuale, che io ho conosciuto e a lungo combattuto, non spingono ad essere cattivi e non portano avversione al sacro, per questo motivo risultano difficili da identificare e togliere, ma non per questo possono essere considerati meno gravi, in virtù del fatto che con i peccati della carne sporcano il corpo prima e lo spirito dopo, creando inimicizia con Dio e aprendo un varco ampio verso l’inferno. E’ cominciata così, con l’aiuto del pastore e di fratelli e sorelle con doni carismatici di liberazione, la mia lotta contro il maligno che era uscito ormai allo scoperto, suo malgrado, perché Gesù l’aveva ormai smascherato rendendolo assolutamente incompatibile con la presenza stessa di Cristo, il quale stava ormai facendosi strada dentro il mio spirito. Non è stato per niente facile scontrarmi col nemico delle nostre anime e quello che ho passato non lo auguro a nessuno: altro che problemi psicologici o psicanalitici! Altro che camomille o farmaci ansiolitici! Io ho dovuto estirpare con preghiere forti e con la mia volontà di uscirne a tutti i costi, quello che di negativo vi era in me, quel tempio di Satana fatto di lussuria e concupiscenza carnale che il demone stesso con la mia inconsapevole volontà, aveva eretto nei miei pensieri e desideri e perfino nella mia casa: ricordo perfettamente gli attacchi che subivo la notte, specie verso le tre, questo poiché, durante il sonno, avviene che si assottiglia di molto il confine tra il mondo fisico e quello dello spirito e i due mondi paralleli, quello degli spiriti incarnati che siamo noi e quello degli spiriti disincarnati assieme ad altre realtà celesti che vivono in dimensioni superiori, a volte e in situazioni particolari, si sfiorano fin quasi a incrociarsi. La mia condizione, sia pure lentamente, migliorava progressivamente ma quando ero sul punto di convincermi di aver intrapreso la strada giusta, quella che mi avrebbe portato successivamente alla vittoria e mi stavo conseguentemente illudendo di assaporare un po’di pace interiore, ecco, improvvisamente e del tutto inaspettata, spuntare all’orizzonte una nuova nube minacciosa e per la prima volta in vita mia, si spalancarono per me le porte del carcere, per reati di natura sessuale ovviamente compatibili col demone che combattevo. In tutta onestà devo dirvi che non ho mai scaricato tutta la responsabilità dei miei errori sull’entità malvagia perché sono stato esclusivamente io a consentirgli di fare tutto ciò che ha voluto rendendolo forte e padrone della mia vita, e per questo ho invocato pentito il perdono di Dio, il mio più grave sbaglio è stato quello di non aver mai cercato una relazione col Creatore e di non aver mai permesso allo Spirito Santo di agire in me e nella mia vita. Ma ormai il Signore aveva piantato il suo seme in me che cominciava a crescere ogni giorno di più e non mi avrebbe mai più lasciato. Oggi mi rendo conto che il carcere è stato una specie di purgatorio terreno, necessario a farmi crescere scontando i miei peccati perchè le croci, le sofferenze, servono a farci maturare spiritualmente e possono trasformarsi, con la fede e la preghiera, in meravigliose opportunità di rinascita. Ed è stato proprio dentro il carcere che si è realizzato un altro miracolo nella mia tormentata vita terrena; l’incontro con la Madonna, un dono straordinario che mi ha fatto Dio, del quale forse non ne sono degno, ma che ha rappresentato una svolta nel mio cammino spirituale: io che ero chiuso in una cella, sporco nel corpo e nello spirito, ecco che incontro Colei che personifica la purezza e la libertà di essere figli di Dio e che è venuta lo stesso da me facendo ciò che avrebbe fatto Gesù: soccorrere un suo figliuolo che chiedeva aiuto. Non l’ho conosciuta in un luogo di apparizione mariana o durante un pellegrinaggio ma in un posto di espiazione e di emarginazione, segno della grandezza di Dio che sa leggere nel cuore dell’uomo prima ancora della sua condizione esistenziale. Io ho cercato con tutto me stesso, forse anche perché spinto dalla disperazione, la madre di Dio, ma l’ho cercata davvero, questo è stato importante, e l’ho fatto pur essendo protestante e persino contro il volere del pastore che mi aveva seguito fino ad allora e dei fratelli della chiesa alla quale appartenevo, che continuavano a pregare costantemente per me. Ma la presenza amorevole di Maria, la sua vicinanza, la sua premura, la sua infinita dolcezza mi hanno spinto a fidarmi di lei. I frutti si sono rivelati tutti positivi: sono uscito da quel posto l’11 febbraio, nella ricorrenza del giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes, e da quel momento, la Vergine mi ha portato sempre più vicino a Gesù e sempre più lontano dal maligno e forse è anche per questo che Dio l’ha messa sul mio cammino, proprio in virtù del fatto che contro i demoni d’impurità, era necessaria la presenza della infinita purezza di Maria per scacciarli, la vicinanza della madre di Cristo è infatti una potentissima arma dopo il sangue di Gesù. Oggi il mio rapporto con la Madonna è splendido e commovente, sento la sua presenza materna, mi protegge e mi guida, ora finalmente riposo tranquillo la notte con al collo la sua medaglietta miracolosa, comunica con me attraverso locuzioni di pensiero fin quasi a percepire anche la voce, non la vedo ma è come se fosse visibile con gli occhi dello spirito, so che in punto di morte lei ci sarà, come ha promesso a Fatima a tutti coloro che faranno il percorso dei 5 sabati, cammino che io ho già fatto con gioia e dedizione. Mi manda molti segni, soprattutto rose, cuoricini e coroncine di rosario che trovo per terra, sulla mia strada. Ogni anno per l’8 dicembre, ricorrenza dell’Immacolata Concezione, mi chiede di portarle una rosa e di deporla sotto i piedi della statua di Montalto che la raffigura, qui a Messina e che per per me è come una piccola Lourdes o Fatima o Medjugorje. Ho imparato a recitare tutti i giorni, la mattina, prima di alzarmi e dopo aver ringraziato il Signore per avermi donato un altro giorno di vita, il rosario e sempre tutti i giorni, puntualmente alle 3 del pomeriggio, dico la coroncina alla divina misericordia. Oggi sono un uomo completamente cambiato in positivo e vivo una vita di preghiera e di condivisione con i miei fratelli in Cristo e quello che, grazie alla fede è avvenuto in me, Dio è pronto a farlo con chiunque, anche col più incallito peccatore, non aspetta altro, gli basta perfino un piccolo segno, desidera essere cercato ed è sempre pronto a perdonare e a ridare una vita piena di significato e di amore. Se guardo indietro nel mio passato, mi rendo conto di quanta strada ho fatto grazie al Signore, che va ringraziato sempre. Non riconosco affatto quello che ero ieri prima di aver sperimentato la presenza di Cristo nella mia vita, era un’altra entità negativa che agiva al posto mio, dico sempre che ero io ma non ero io. Ovviamente sono rientrato nella chiesa cattolica perché sono troppo innamorato spiritualmente della Madonna e questa gioia che provo dentro non mi è stato possibile condividerla con i fratelli protestanti ai quali non potevo esternarla ma dico grazie ugualmente alla chiesa evangelica alla quale devo molto perché è lì che ho mosso i miei primi passi del mio cammino spirituale, lì ho trovato la mia prima vera àncora di salvezza, la prima luce tra le tenebre che mi avvolgevano ma col senno di poi penso che doveva andare così secondo il progetto che Dio aveva stabilito per la mia vita. Frequento il Rinnovamento nello Spirito, un movimento di preghiera di ispirazione cattolica che mi ricorda il modo di pregare degli evangelici, ho capito l’importanza della confessione per riconciliarsi con l’abbraccio del Padre e la bellezza dell’incontro con Gesù attraverso la santa messa e l’eucarestia. Ho un solo e unico rimpianto: quello di non aver incontrato prima Gesù, specie quando ero ancora adolescente, la mia vita sarebbe stata tutta diversa con la sua presenza in me. Per questo mi sento in dovere di dire ai giovani con tutto il mio cuore: cercate Cristo e dialogate con lui come con un amico sincero e non rimarrete delusi e con la stessa intensità di sentimento dico ai genitori: educate i vostri figli alla fede facendo da esempio perché Dio ve ne chiederà conto, spalancate le porte delle vostre case a Gesù e pregate ogni tanto riuniti in famiglia, preghiera che ha un valore immenso agli occhi di Dio. Auguro di cuore a tutti voi, specialmente a chi è lontano dalla fede, di cambiare la direzione della propria vita e di dirigere i propri passi verso Cristo, l’unico che può veramente cambiare il corso e lo scopo della nostra esistenza terrena, dando una gioia vera, profonda e duratura che non è di questo mondo, preludio dell’infinito amore che caratterizzerà la nostra vita immortale. Io sono convinto che l’unico vero dramma o lutto nel nostro più o meno breve transito su questa terra, sia l’assoluta mancanza di Dio nella nostra vita e sono certo che fin quando il Signore ci lascerà vivere quaggiù, fino all’ultimo soffio di vita, ci sarà sempre la possibilità di cercarlo e di rimediare alle nostre mancanze ma quando si chiuderanno definitivamente i nostri occhi terreni, non ci sarà più tempo per rimediare e per tornare indietro e sarà troppo tardi.

Dio mi benedica e benedica tutti coloro che leggeranno e faranno tesoro di questa mia testimonianza.

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RISUSCITAMI

Messaggio da CLAUDIOCISCO »

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R I S U S C I T A M I

Maestro, ho tanto bisogno di un miracolo

trasforma la mia vita e tutto in me

da tempo non vedo più la luce

hanno spento già la mia gioia di vivere

umiliato la mia speranza,

vedo i miei sogni cancellati tristemente

lacrime di solitudine bagnare i miei occhi.

Maestro, non ho altro che io possa fare

solo tu hai tutto il potere,

sono seppellito come Lazzaro in questo sepolcro di disperazione

c’è un macigno che Satana ha messo davanti.

Maestro, chiama il mio nome ti prego

ascolterò con fede inginocchiato la tua voce

rimuovi la pietra delle mie paure e chiamami ad uscire

fai rivivere i miei sogni: liberami!

Sospinto dalla fede che c’è in te

sicuro d’una vittoria che tu solo dai

risuscitami.
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POESIE DEDICATE A MARIETTA CIANCIOLO (1855-1872)

Messaggio da CLAUDIOCISCO »

A TE MARIETTA (1855-1872)

A te Marietta!

che se sei stata la gioia, l’amore di qualcuno.

A te Marietta!

che non ti ho vista mai.

A te che t’immagino come un fiore

che sboccia, fiorisce e muore senza dolore:

chi potrà mai piangere o lodare

la tua cruda e gelida pietra

che forte ed imperterrita

sembra sfidare la collera del tempo?

A te Marietta!

che ti penso sempre

come una dolce ragazza vestita di bianco

che con il bruno dei tuoi capelli

formi un vistoso e sublime color di primavera

a te che guardando la tua tomba

mi s’incenerisce il cuore.

A te Marietta!

che nessuno un volto ti sa dare

e che con insistenza la tua immagine m’immerge

nel lontano passato della tua vita.

Non so chi tu sia stata

né saprò mai il motivo della morte che presto ti colpì

ma so con certezza che questa è la tua pietra

e che in essa il tuo corpo giace.

A te Marietta!

scrivo queste righe

per aggrapparmi all’illusione di un lontano ricordo

che mai ci fu.



Dedicata a colei che brevemente fu

e che mai in vita conobbi









L’IMMAGINE

Un bagliore improvviso

squarcia la mia mente assente

e dall’ignoto all’ignoto

ora fugge ora torna, ora torna ora fugge.

Pallida e soave

di dolcezza inebriata

m’appar dinanzi

ancor e sempre.

Nitida sagoma,

a tratti t’avvicini

di colpo, opaca t’allontani.

Le sciolte tue trecce

dal terreno mondo sembran distaccarmi

trascinandomi in sconosciute dimensioni

dove neanch’io so chi ero, chi sarò.

Fulgidi gli occhi tuoi

m’abbaglian forte

ed io ti sento in me

o sconosciuta immagine

di profondo mistero velata.

Non un volto, non una realtà

solo negletti ed esili fiori

ed un’antica tomba assopita accanto

per trattenere forte

l’enigma della tua sorte.







DESCRIZIONE D’UN RITRATTO FUNEBRE

Da lassù, in uno strano sogno, Marietta mi narrò del giorno in cui morì.

Quel suo lontano ricordo del 28 settembre 1872.



“Ancor limpido era il sole della mia giovinezza

anche se lì fuori con pioggia e vento

battea la morte alla mia porta

e con voce certa ma affannata forte mi gridava:

«Vieni Marietta, presto vieni».

Ricordo lontanamente che in un primo momento

un brivido di paura m’assalia fino a farmi tremar

ma poi aprendo nuovamente gli occhi

il composto sguardo di mio padre il mio coraggio mi ridiede

e mentre un prete mi donava l’estrema unzione,

io sentivo di dover andare fra le secrete cose.

Scendean dalle scale le mie cugine

tristi apparentemente ma contente e fredde nell’animo,

mi facean pena vederle illudersi ancor

di quella lor vana ricerca della terrena bellezza

che come un fiore dal petalo si strappa

e appassendo muore.

Suonava l’organo un bimbo mai in vita conosciuto

ma che allora sembraa d’averlo visto da sempre

e in quella dolce musica

stancamente mi si chiudean gli occhi

mai rinnegando quella serena bellezza

che sempre in vita m’avea contraddistinta.

L’ultimo mio sguardo nel pallore della morte

era rivolto verso mia madre

che addolorata ma mai rassegnata

l’ultimo bacio mi donava.

Ed ora dopo che il tempo tante orme ha cancellato

i miei pensieri son tanti ieri che nell’ignoto fuggon lontano

ed il mio oggi così come domani è armoniosa luce”.



E fu così

che dal sogno mi destai

completamente assente.
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CLAUDIO CISCO presentazione

Messaggio da CLAUDIOCISCO »

CLAUDIO CISCO nasce il 18-10-1964 a Messina.
Solitario e meditativo per natura, rivela sin da piccolo, in trasparenza, una sensibilità profondissima ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Scrittore inquieto dall’animo agitato e tormentato, amante della solitudine, esordisce nel 2004 col suo primo libro COME SONO DENTRO, dove la sua natura romantica e dolce si fonde meravigliosamente con la sua indole malinconica e funerea facendo germogliare liriche di ineguagliabile purezza. Ma la sua ispirazione sempre fervida non ha limiti ne’ confini. Decide così di ampliare il suo percorso letterario spaziando nel campo della narrativa. Nasce l’anno dopo il libro COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI, nel quale il senso del mistero e la paura della morte si innalzano a vita sospinti dalla forza del sogno e dall’incanto dell’immaginazione, attraverso pagine delicatissime e di commovente bellezza nelle quali impeto del racconto e capacità fabulosa si armonizzano con arte. Libro successivamente modificato leggermente nel testo con due diverse copertine rispetto all’originale. Nello stesso anno sente l’esigenza di fare presa sui lettori e rischia coraggiosamente dando alle stampe il libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA, un libro-scandalo che si schiera contro tutte le convenzioni sociali e ogni forma di moralità a difesa d’una libertà d’espressione illimitata e senza freni. Il libro fa molto parlare di se’ ma incuriosisce, viene successivamente riscritto dall’autore col titolo LA FINE DELLA CICOGNA in una nuova stesura nella quale vengono aggiunti nuovi concetti. Nel 2006 torna al suo vecchio amore: la poesia, e crea il libro LA MIA ANIMA E’ NUDA, dimostrando ancora una volta la sua impossibilità di essere e di realizzarsi in un mondo che nega tanto più crudelmente la felicità, quanto maggiore è la nostra virtù. Spinto dalla sua indomabile e istintiva creatività sempre ricca di idee ed emozioni, prosegue nel 2007 verso la strada della lirica e partorisce il suo quinto libro IL SILENZIO NEL SILENZIO. Una vera rivoluzione è in atto nel poeta. L’accessibilità immediata dei suoi versi, viene sostituita da un’accurata e sofisticata ricerca del vocabolo. La sua solitudine estremamente privata senza sbocchi, si apre di colpo al mondo che lo circonda attraverso tematiche di più ampio respiro. Segno evidente d’un artista, e d’un uomo prima, che sa continuamente rinnovarsi come un istrione della scrittura, capace di sorprendere ogni volta. Sempre nel 2007 raccoglie 40 sue poesie tratte dai libri di liriche scritti in precedenza e dà alla luce il libro SENSAZIONI. Focalizzando sempre più la sua genialità creativa e rinnovandosi continuamente da schemi originalissimi da lui stesso creati, scrive ANIMA SEPOLTA, un’espressione poetica d’avanguardia, alternativa, dove fobie ossessive e fantasmi interiori, esternandosi, si tramutano con sepolcralità in energie negative lugubri e macabre, segni indelebili d’una morte interiore eternamente rassegnata nel misterioso mondo della follia e dell’inconscio. Si cimenta poi in un monologo in prosa surrealista di carattere cerebrale e filosofica APOCALISSE MENTALE. Nel 2008 compone altri 2 libri in versi EROS E MORTE (poesie erotiche e dark) e LA LUNA DI PETER PAN, nel quale il romanticismo predomina velato da una indefinibile tristezza. Nel medesimo anno raccoglie tutte le sue liriche assieme a passi significativi delle sue prose e scrive il libro TUTTO SU DI ME. Esterna poi tutto il suo amore per il mare dedicando interamente ad esso il libro di poesie L’ANIMA DEL MARE, seguito in breve tempo da un altro intitolato LUCE dentro il quale emergono poesie di forte impatto emotivo ed intensa meditazione. Sempre nello stesso anno scrive IL MIO MONDO IN VERSI raccolta di sue poesie edite con immagini personali, ATTRAVERSANDO IL SOLE liriche a tema, VIAGGIO NELL’ANIMO DI UNO SCRITTORE nel quale inserisce tutte le sue opere letterarie in poesia, prosa e narrativa ed ENIGMI INTERIORI liriche emotivamente coinvolgenti di difficile impatto e non di immediata assimilazione. Si rivolge quindi di nuovo alla narrativa e scrive il libro intitolato LAILA un breve racconto tenero e struggente in cui scruta, indaga, penetra l’animo umano cogliendone sentimenti e debolezze, svelandoli con finissima introspezione, compone poi PREGHERO’ parole di fede e speranza dedicate alla sua comunità evangelica. Nel 2oo9 esce la definitiva versione del libro “IL VECCHIO E LA RAGAZZA” (GIRALDI editore), nuova la copertina, rivisitato il testo.
:B
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NISIDA

Messaggio da CLAUDIOCISCO »

Sconosciuta Nisida, sacerdotessa del male
misteriosa, imprendibile, diabolicamente angelica
dimmi ti prego: chi sei?
Fai parte del mio mondo mortale
o ti ha partorito la mia immaginazione?
Sei una creatura di carne e ossa
oppure un'entità figlia di magia e misteri?
Ogni notte ed alla stessa ora
puntuale mi rapisci col tuo campo magnetico
invisibile alone che dà piacere e uccide
e mi traforma in alieno uguale a te
estrema lotta fra carne e spirito
drammatico calvario di orgasmi e morte.
Ti scongiuro Nisida
svelami il tuo complicatissimo enigma
e rivelami se è donna o fantasma
colei che di notte fa l'amore con me.
Amabile folle creatura
da quale mondo vieni?
che poteri hai?
che specie di demone sei? Mi leggi la mente, oltrepassi i pensieri.
Non ho paura di te, sai: tu sei tutto quello che io sono
ma le conseguenze di questa tua presenza in me
non sono in grado di controllarle, potrebbero essere devastanti.
Io so da sempre
di non essere normale
legato da un cordone ombelicale alla solitudine
perso nei labirinti dell'angoscia
sospeso tra le forze del bene e quelle del male
aggrappato solo all'arte ed alla sua creatività.
Ma tu inafferrabile Nisida disegni il mio destino
sei una lama affondata nella mia carne che non trasmette dolore
una voce lunare che mi guida la mente come un sesto senso
ed hai disintegrato ogni equilibrio
ormai sono folle più dei folli.
E' tempo di portarmi con te, seducente Nisida
questo mondo non è più per me
la mia anima è troppo inquieta e gitana per rimanere ancora,
ho conosciuto solo tenebre
ora voglio entrare nella luce.
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QUELLA STRANA RAGAZZA

Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Magia di una notte di luna piena. Non riuscivo a dormire. Le tende bianche svolazzavano leggere e una chiara luce illuminava la stanza. Il respiro del mare arrivava alle mie orecchie, il richiamo era troppo grande per resistere. Una figura dai lunghi capelli biondi, innamorata del suo mare, veniva verso di me. il suo sorriso era dolce, i suoi occhi tristi, quella strana ragazza confidava al mare sogni e segreti, sicura che mai nessuno li avrebbe rubati. Disperato io la chiamavo in quella notte di luna piena, avevo bisogno che qualcuno mi ascoltasse, sognasse per me. E lei era già là a piedi scalzi sulla sabbia umida e fresca, si lasciava accarezzare dalle onde. I suoi occhi erano quelli del mare, guardavano la luna e il suo chiarore, inseguivano i suoi desideri, rincorrevano i suoi sogni. La luna era alta nel cielo, la sua luce argentea illuminava il mare. Gli occhi di quella strana ragazza seguivano il ritmo delle onde, la vedevo correre, ritornare a vivere.
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    LA LEGGENDA DI CAMILLA

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Chi di realtà si nutre,
    defunta ombra del nulla eterno è,
    chi ai sogni crede,
    la collera del tempo affamato
    vincerà nei secoli.

    Fra i castelli fatati dei miei sogni
    Illa io ti sto inseguendo,
    è la tua leggenda.

    Chi di realtà si nutre,
    defunta ombra del nulla eterno è,
    chi ai sogni crede,
    la collera del tempo affamato
    vincerà nei secoli.

    Fra i castelli fatati dei miei sogni
    Illa io ti sto inseguendo,
    è la tua leggenda.
    Gelosi folletti la raccontano in sogno.


    Un notte di duemila anni or sono, Camilla, una leggiadra ed esile ancella, scrisse nel suo cuore: “L’amor non vien da me, la fede stanca illusione, la mia tenera età fior che appassisce, ai sogni affido il mio avaro destino”.
    Disperata ma senza lacrime, corse verso quel dirupo che dominava quella valle incantata da filtri magici, popolata da gnomi, e da lassù, altissima, si gettò, gridando al vento prima di schiantarsi al suolo: “Io vivo e vivrò per sempre“.
    Sopra quella valle, il tempo arrestò la sua corsa affannata, e, come per incanto, tutto restò immutato.
    Ed ancor oggi, duemila anni dopo, il viandante solitario, che ignaro non conosce la storia di lei ed attraversa quell’angusta e remota valle, senza veder nè capir nulla, ode nel leggero mormorio del vento, la voce del fantasma di lei che ripete ancora: “Io vivo e vivrò per sempre”.

    Sì, nella mia fantasia,
    tu Illa sei viva
    e vivrai per sempre con me.

    Sì, nella mia fantasia, tu Illa sei viva e vivrai per sempre con me.
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    F O L G O R I

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Ci sono macchie scure, zone d’ombra che anziché scacciare ho alimentato,

    Che non riesco ad estirpare mai dal mio io: frutti cattivi d’un albero buono,

    Enigmi interiori della mia mente, sempre invasa da concupiscenti tentazioni demoniache,

    Carnali follie indecifrabili radicate in me sin dalla nascita:

    Perdonami mamma!

    Se non son riuscito ad essere ciò che volevi,

    Per non aver saputo vivere una vita normale: una falsa libertà mi rendeva schiavo.

    Ora che tu non sei più capisco che l’unica ragione della tua vita ero io

    Le tue parole scuotono la mia anima

    Come folgori nella notte, ho sfigurato la bellezza dell’anima scandalizzando i miei occhi;

    Rimane il rimpianto di non averti ascoltata e il doloroso esame d’un passato ingolfato di sbagli.

    Ma vi è un’unica grande consolazione dopo la tua morte, segno di vittoria:

    L’imbattibile tempio di Satana fatto di lussuriose immagini oscene,

    Eretto in segreto a casa mia, ora brucia nel fuoco, umiliato ed impotente,

    Ridotto in cenere, trasformato in sporcizia e spazzatura.
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    PERDENDOMI NEL TRAMONTO

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Un altro giorno sta passando uguale agli altri ed io sono da solo con i miei pensieri come sempre, dentro l’anima, sospesa tra i ricordi e l’infinito, una irrefrenabile voglia di fuggire via, di respirare forte l’anima.Con la mia auto corro sull’asfalto verso chissà dove, come per riscattare l’anima dal suo torpore, ma la strada sembra farsi sempre più triste. Il sole scende lentamente all’orizzonte, la sua luce, Filtrando attraverso le mie lacrime, mi mostra il suo colore su ogni cosa intorno avvolgendo il paesaggio d’una malinconica bellezza. Vedo la spiaggia deserta, cammino udendo il rumore del mare che s’infrange contro gli scogli, sento il calore della sabbia sotto i piedi nudi e mi scopro vivo, seguo la via illuminata che il tramonto sembra indicarmi. E in quella luce, come una visione, mi appare il tuo viso, così reale, così vicino: per quante notti l’ho sognato! Purtroppo i sogni vanno via col vento e si dissolvono, ma io, chissà perché, non l’ho mai dimenticato. Ora vedo scomparire, laggiù in fondo al mare, il sole, nasconde i suoi ultimi raggi quasi furtivamente, e la superficie dell’acqua, che nelle giornate serene luccicava come ricoperta da miriadi di specchi, assuma quel triste colore che segue al crepuscolo, delineando il profilo d’una natura morente. Anche il tramonto ormai, come tutte le mie cose più belle, è fuggito via. Ed io mi trovo ancora qui in riva al mare senza sapere il perché. Portami via dove sei tu, non lasciami solo! Distante dal mondo, senza ombra viva intorno e col tempo che vola, la mia anima s’è perduta volgendo anch’essa al tramonto.
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    VERRA' POI LA MORTE

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    La mia vita passerà molto presto

    drammatica e patetica

    e con essa anche la sua ricchezza

    fatta umana dalla fatica.

    Il tempo,

    un male che impoverisce la vita,

    mi toglie ogni energia vitale,

    il mio corpo senza speranza e senza salvezza

    si rivolta, si risparmia, geme

    s’illude ancora di strappare giorni, ore, minuti alla fine.

    Ma vi è un altro male

    subdolo e ancor più disperato:

    quello di essere completamente solo

    nell’umana comprensione di sé

    costretto a tacere e fingere,

    a rivedere il passato riflesso

    nelle lacrime degli occhi che piangono

    in un profondo bisogno di confidenze.

    Triste appare allora il volto della memoria

    come immobile silenzio che tende all’astrazione.

    Verrà poi la morte del corpo

    il distacco amaro.
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    “GIACOMO LEOPARDI” RIPROPOSTO IN UN LINGUAGGIO MODERNO

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    CLAUDIO CISCO



    P R E S E N T A



    Classici della letteratura italiana riproposti in un linguaggio moderno:
    G I A C O M O L E O P A R D I





    “L’INFINITO”

    Ti ho sempre amato, colle

    solitario come me.

    Ti ho sempre amata, siepe

    che mi fai aprire l’anima

    verso l’orizzonte,

    me lo nascondi

    ma me lo fai amare

    immaginando spazi infiniti.

    Ho sempre amato questo posto,

    il suo sovrumano silenzio,

    la sua profondissima quiete,

    e il tenue soffio del vento tra gli alberi,

    e la dolcezza di queste piante che dormono.

    E mentre sono seduto e guardo lontano

    mi tornano in mente le stagioni fuggite,

    l’ora presente,

    l’eternità,

    ed è dolcissimo

    perdersi nell’immensità della natura.


    ———————————–









    “IL PASSERO SOLITARIO”

    Ti vedo in cima a quella antica torre,

    solo,

    proprio come me!

    Tu canti finchè non muore il giorno

    mentre la primavera brilla nell’aria,

    esulta per i campi

    festeggiata da mille uccellini

    che fan mille giri nel cielo.

    Ma tu passero solitario non ti curi di loro,

    resti indifferente a quella festa,

    non la cerchi, non provi a volare

    consumi così nella solitudine

    la parte più bella della tua vita.

    Quanto è simile il mio modo di vivere al tuo!

    non c’è spensieratezza in me,

    gioie e divertimenti io li evito,

    mi sento estraneo e quasi fuggo da loro

    e il dramma è che non so spiegare a me stesso

    nemmeno il perchè.

    Chiuso nella mia stanza

    passo le mie giornate vuote e monotone

    in silenzio, in solitudine.

    Eppure questo giorno che ormai volge alla sera

    è festeggiato da tutti in questo paese,

    si odono nell’aria suoni di festa vicini e lontani,

    i giovani sono allegri

    indossano i loro abiti migliori

    si divertono

    ed è persino bello guardarli.

    Ma io,

    in quest’angolo del paese vicino alla campagna,

    io resto da solo come sempre,

    ogni divertimento

    lo rinvio in altri tempi

    non so a quando!

    guardo il sole che si dilegua dietro i monti

    e sembra ricordarmi

    che anche la mia giovinezza sta morendo.

    Tu, passero solitario

    alla fine dei tuoi giorni

    non potrai pentirti d’aver vissuto così,

    è la tua natura che ha deciso questo.

    Ma io,

    se non riuscirò a evitare la detestata vecchiaia

    e tutto sarà noia più di adesso,

    cosa penserò della mia giovinezza sprecata

    e non goduta?

    Forse piangerò,

    guarderò indietro

    ma sarà ormai troppo tardi.

    —————————











    “IL SABATO DEL VILLAGGIO”

    La ragazzina spunta dalla campagna

    al tramontar del sole

    con la dolcezza, con la malizia

    d’una età che non dà pensieri.

    Ha un fascio d’erba in mano,

    un mazzo di rose e di viole,

    domani è festa, deve farsi bella.

    La vecchietta con le sue amiche,

    seduta sull’uscio di casa,

    è intenta a filare

    e con una lacrima agli occhi

    ripensa a quando anch’ella era ragazza

    e spensierata e felice

    era circondata da tanta compagne.

    L’aria si fa bruna,

    le ombre scendono dai colli e dai tetti,

    una luna bianchissima splende nel cielo.

    Una tromba suona annunciando la festa,

    i bambini giocano felici nella piazzetta,

    il contadino torna a casa fischiettando.

    Poi, quando le luci si spengono

    e tutto tace,

    si ode soltanto il rumore d’un martello

    e di una sega,

    è il falegname che ha fretta di terminare il suo lavoro

    prima dell’alba.

    Questo è il più bel giorno della settimana

    pieno di gioia, di speranza

    domani tutto ritornerà normale, triste, monotono

    e ciascuno riprenderà il suo lavoro col pensiero.

    Ragazzo mio,

    la tua splendida ma fuggitiva età

    è proprio come questo giorno

    chiara, serena

    che prepara la festa della tua vita.

    Ragazzo mio divertiti!

    non mi sento di dirti altro!

    Ma ti prego non rammaricarti

    se la tua festa tarda a venire.

    —————————-









    “AMORE E MORTE”

    Amore e morte,

    fratelli,

    furono creati insieme

    e insieme vanno uniti per il mondo,

    l’uno elargendo il piacere

    l’altra annullando il dolore.

    Quando l’amore nasce nel petto

    lo accompagna sempre un languido desiderio di morte.

    Non so perchè…

    forse l’uomo,

    presentendo i mali futuri che ne deriveranno,

    brama di giungere al porto della sua vita

    e di annullarsi.

    Financo nel furore della passione,

    quante volte gli amanti ti invocano o morte!

    E che sentimento di invidia

    al rintocco della campana funebre

    per chi se n’è già andato!

    Perfino il contadino e la timida fanciulla

    non temono più,

    comprendono l’ineffabile dolcezza della morte.

    Talvolta l’amore

    mina un fisico già prostrato,

    talvolta invece

    induce al suicidio giovani e fanciulle.

    E tu morte

    da me tanto invocata e celebrata

    fin dai miei primi anni,

    chiudi pietosamente gli occhi miei.

    Ho sempre disprezzato le consolazioni della religione.

    Non ho mai lodato e benedetto i patimenti.

    Ho rifiutato i fanciulleschi conforti degli uomini.

    Te sola ho sempre invocato!

    Aspetto serenamente

    di addormentarmi sul tuo seno.
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    N I C O

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Nico!
    Ti ricordo ancora
    avevi dodici anni, la mia stessa età
    solo qualche giorno in meno.
    Nico!
    Sei nella memoria coi tuoi occhi scuri
    una bocca grande ma con pochi denti
    ti facevo il verso
    non te la prendevi.
    Nico!
    Eri sempre con le brache corte
    e le gambe viola
    per il grande freddo.
    Nico!
    Ma com’eri buffo
    con quel cappellino con il paraorecchie
    una grossa sciarpa fatta da tua mamma
    come ci tenevi.
    Nico!
    Il compito in classe
    lo copiavi sempre da me
    eri furbo
    non so come facevi.
    Nico!
    Insieme sulle piante
    a buttar giù palle di neve
    alle barbagianne, le ragazzine con gli occhiali
    quelle proprio racchie.
    Nico!
    Non ti ricordi le mele
    rubate insieme e mangiate di nascosto
    in quel mercato rionale?
    E le domeniche d’agosto?
    correvamo per le strade deserte
    c’eravamo solo noi
    chissà cosa volevamo dalla nostra vita!
    Nico!
    Eri il mio migliore amico
    un giorno mi dicesti:
    “se fossi nato femmina ti amerei”.
    Quel giorno al doposcuola
    ci presero un pò in giro
    avevano scoperto
    i nostri giochi strani.
    Non mi vergognavo
    di volerti bene,
    di prenderti per mano,
    di regalarti il mio affetto,
    quello che riuscivo a darti,
    quello che potevo darti.
    Nico!
    Ma tu adesso cosa fai?
    chissà se ti sei sposato,
    se hai dei figli,
    se pensi ancora a noi.
    Com’era bello uscire da scuola!
    e col sole o con la neve
    tornare a casa
    insieme.
    Nico!
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    CHISSA' SE TI RICORDI ANCORA

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    ^o)
    Chissà se ti ricordi ancora
    le domeniche d'estate
    e quel silenzio nelle strade,
    correvamo solo noi
    ad inseguire i sogni
    senza più tristezza ed abbandono.
    Stringevi forte la mia mano nella tua
    e spinti dall'incoscienza della nostra età
    fuggivamo via lontano,
    vivendo il presente senza domani,
    ci bastava e non ci importava di sapere
    cosa volevamo noi dalla nostra vita.
    Chissà se ti ricordi ancora
    i pomeriggi d'inverno
    trascorsi chiusi in casa
    a fumarci la malinconia,
    ad inventare il nostro mondo,
    giorno dopo giorno senza aver paura,
    senza fermarci davanti a niente
    tra storie vere e viaggi con la mente.
    Ma il tempo passa in fretta sai
    ed io ho non ho imparato a vivere
    ma lo stesso tempo
    sento che non cancellerà
    quelle cose in cui io credo
    che vibrano e bruciano dentro me,
    mi chiedo se anche tu
    sei rimasta quella di allora.
    Chissà adesso dove sei, che fai e con chi stai!
    Chissa se avrai trovato mai
    la vita che volevi,
    quello che sognavi.
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    PERDENDOMI NEL TRAMONTO (lirica con immagine)

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Solitudine è libertà
    libertà è solitudine.
    Voglio essere completamente solo
    per sentirmi veramente libero!
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    VIAGGIO NELL’ANIMO MIO

    Messaggio da CLAUDIOCISCO »

    Muta di parole e sguardi,

    la mia mente vaga lontano in penombra

    dove il pensiero non ha confini

    e tutto può sembrare reale.

    Così, col bisogno del ricordo e del pianto,

    penso al mio passato e alla sua perduta giovinezza,

    al mio presente fatto di tempo fuggente,

    al mio futuro sconosciuto ed incerto nelle sue mille paure.

    Quanta dolcezza nel guardarsi dentro e perdersi in sé stessi!

    Quali emozioni

    nel vagare libero tra solitudini e silenzi profondissimi!

    Mi scuoto

    e lentamente mi desto da un viaggio

    nel profondo della mia anima,

    del mio essere così fragile, così indifeso

    rispetto alla grandiosità della mia vita.
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