Stephen King

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birillino8
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Stephen King

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Stephen King

E' il 1945, la seconda guerra mondiale è giunta al termine e Donald Edwin King (di origini scozzesi-irlandesi), capitano della Marina Mercantile, può finalmente far ritorno a casa dove lo aspetta Nellie Ruth Pillsbury King la donna sposata sei anni prima (1939), all'età di venticinque anni lui, di ventisei lei.
Qualche tempo dopo, esattamente il 14 settembre del 1945, i due adottano il neonato David Victor.
Due anni dopo, dopo essersi trasferiti a Scarborough, il 21 settembre 1947, al Maine General Hospital di Portland, Nellie dà alla luce Stephen Edwin.
Nel 1949, però, qualcosa non funziona più. Donald esce per quella passeggiata dalla quale non farà più ritorno (la mancanza del padre spiega i difficili rapporti padre-figlio che caratterizzano le storie di King: ricordiamo il padre ubriacone di Beverly in It ; il padre mutante del racconto Gray Matter; il padre inetto di Arnie in Christine; il violento e sinistro Joe Cambers in Cujo ; per finire con Jack Torrance di Shining).
Nellie Ruth si ritrova con due bambini da allevare da sola e le proprie braccia sono le uniche su cui può contare. E' una donna forte, sensibile e determinata: accetta ogni lavoro che le capita, anche se malpagato e faticoso. Stiratrice in una lavanderia, lavorante notturna in una panetteria, commessa, donna delle pulizie: tutti lavori che la trattengono fuori di casa almeno otto ore al giorno. "Non avemmo mai una macchina, ma non saltammo mai un pranzo" scrive Stephen di quegli anni di sopravvivenza. Quando la madre è in casa, non mancano musica e libri. Per i suoi bambini riserva la lettura ad alta voce di classici della letteratura e libri per ragazzi.
Steve già all'età di sette anni è affascinato "dal lato oscuro dell'uomo": nascono così le serate dedicate a Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mister Hyde di Stevenson. Il genere horror ha già attraversato la strada del piccolo Stephen: a soli quattro anni , contravvenendo ad un divieto materno, era strisciato fuori dal suo letto fin dietro la porta della stanza in cui c'era la radio, riuscendo ad ascoltare l'adattamento del racconto Mars Is Heaven di Ray Bradbury, che gli provoca una tale impressione da non consentirgli più di dormire nel suo letto, ma nel corridoio, "dove la luce vera e razionale della lampadina del bagno poteva illuminarmi la faccia".
Quanto sono stati importanti i racconti orali ascoltati nell'infanzia ce lo dice quest'aneddoto raccontato da King in un'intervista a "Playboy":
"Vampiri, fantasmi, cose che si aggirano nella notte - ditene una qualsiasi - li adoravo! Alcune tra le migliori storie, a quei tempi, mi venivano raccontate da mio zio Clayton, uno strano e vecchio tipo che non aveva mai perso il gusto infantile del meravigliarsi. Zio Clayton si spingeva indietro sulla sua massa di capelli bianchi il berretto da cacciatore, arrotolava con la mano segnata da macchie di fegato una sigaretta Bugler, l'accendeva con un fiammifero sfregato sulla suola dello stivale e si lanciava in grandi storie, non solo di fantasmi ma di leggende locali e vecchi scandali, memorie di famiglia... Nelle notti d'estate, sotto il portico di casa, io stavo ad ascoltare a bocca aperta quel suo lento parlare strascicato dell'est, e mi ritrovavo in un altro mondo. Forse un mondo migliore."
Presto Stephen comincia a leggere per conto suo tutto ciò che gli è possibile procurarsi.
A quattro anni risale l'episodio che rappresenta l'autentico (e nascosto) trauma della sua vita.
Uscito a giocare a casa di un vicino, era tornato dalla madre un'ora dopo col viso bianco come un fantasma, rimanendo silenzioso per tutto il giorno. "Venne fuori che il bambino con cui stavo giocando era stato travolto da un treno merci mentre giocavamo e attraversavamo i binari. Mia madre non ha mai saputo se ero vicino a lui quando successe, se era successo prima che arrivassi là, o se ero andato via dopo che era successo...come ho già detto, non ho nessun ricordo di quell'incidente; ricordo solo che me lo dissero anni dopo."
Nel 1954 esce Il mostro della laguna nera, il primo film che Stephen vede, manco a dirlo, in un drive-in. Del film si trovano tracce nel primo tentativo letterario del giovane scrittore in erba (anni '54-'55): in esso un dinosauro terrorizza la città, ma uno scienziato risolve la situazione. Poichè i dinosauri sono allergici alla pelle, teorizza lo scienziato, lo assaliranno con manufatti di pelle e lui andrà via. Anche se è chiaramente una scopiazzatura di un filone allora fortunato, in questo breve racconto ci sono già alcuni elementi che King svilupperà in seguito.
Tra il 1949 e il 1958, Nellie e i figli abitano tra Fort Wayne, Indiana e Stratford, Connecticut. Nel 1958 traslocano a Durham (da cui Stephen, a quanto dice lui stesso, ha tratto l'ispirazione per Castle Rock, la cittadina "protagonista" di diversi suoi romanzi il cui nome deriva da "Il signore delle mosche" di William Golding), una cittadina nello stato del Maine, dove Nellie deve prendersi cura degli anziani genitori.
Qui Stephen incontra Christopher Chesley, che viveva a mezzo miglio da casa sua.
Christopher lo ricorda come "un ragazzo dagli occhiali di modello antiquato e bordati di nero; i suoi capelli erano in disordine e lui dava l'idea di essere un po' lento; era robusto, ma non grasso."
Per il suo undicesimo compleanno (1958) S.K. riceve in regalo una vecchia macchina da scrivere, una Underwood da ufficio. A causa del lavoro a cui Stephen la sottopone, la macchina perde la n, seguita subito dalla t e dalla e (ricordate la Underwood di Paul Sheldon in Misery?).
Le sue capacità percettive diventano il suo biglietto di sola andata verso l'immaginazione. E per questo viaggio trova un veicolo inaspettato, situato a nemmeno mezzo chilometro da casa sua, nella casa in mattoni di zia Ethelyn, la sorella della madre, e zio Oren.
"Per me, in un freddo giorno d'autunno del 1959 o del 1960, la soffitta sopra il garage dei miei zii diventò il posto in cui la mia interiore bacchetta da rabdomante si svegliava, dove l'ago della bussola si dirigeva empaticamente verso un vero Nord mentale. Fu il giorno in cui trovai una scatola di libri di mio padre... paperback della metà degli anni Quaranta." C'era una raccolta di racconti, tra cui storie di Frank Belknap Long, Zealia Brown Reed Bishop e altre ricavate dalla rivista "Weird Tales".
Ma nella soffitta Stephen incontra anche il ricordo di suo padre a dieci anni circa dalla scomparsa.
Fino a quel momento di lui Stephen sa solo quello che è trapelato dai racconti materni: che era un girovago, un capitano mercantile che in seguito aveva attraversato il Midwest in lungo e in largo per vendere elettrodomestici porta a porta.
Donald King, però, era stato anche un aspirante scrittore con un vero interesse per la fantascienza e l'orrore. Quella scatola colma di storie è quindi l'eredità più preziosa che poteva aspettarsi da un padre che, in fondo, non era mai esistito, un padre la cui immagine non aveva avuto il tempo di acquistare una realtà tangibile.
Nel 1959 arriva anche l'esperienza giornalistica: David, il fratello maggiore, inizia a pubblicare un giornale fatto in casa. Titolo: "Dave's Rag" (letteralmente "Lo straccio di Dave"). Il primo numero esce con una tiratura di due copie, ma dopo l'acquisto di un mimeografo (apparecchio simile al ciclostile) le copie salgono a venti.
Si deve comunque arrivare al 1962 perchè Stephen cominci ad inviare i suoi racconti brevi alle riviste di fantascienza, anche se i suoi sono per lo più racconti horror. Risultato di questo lavoro: molte lettere di rifiuto da parte delle riviste e degli editori a cui il giovane aveva mandato i racconti.
Stephen si deprime, ma per poco.
A dieci chilometri a nord-est di Durham si trova Lisbon Falls, dove Stephen inizia nel 1962 la Lisbon High School. Logicamente il suo talento di scrittore non passa inosservato: ciò avviene con la pubblicazione in proprio di "Village Vomit", nel quale Stephen pone in ridicolo insegnanti e istituzioni. L'amministrazione è costretta a mettere il suo talento al servizio di una pubblicazione più 'costruttiva', il giornale locale "Lisbon Enterprise": qui Stephen si occuperà di tutti gli sport praticati dalle giovani promesse sportive della scuola.
Finalmente nel 1965 ecco la prima pubblicazione ufficiale: la fanzine "Comics Review" gli pubblica I Was a Teenage Grave Robber. Rispetto al racconto precedente, questo presenta una lunghezza doppia e una valenza immaginativa di livello superiore, oltre all'uso della prima persona nella narrazione degli eventi. Può essere considerata la prima prova concreta dell'abilità di King. Grossolano nello stile e involontariamente comico, questo racconto delle origini dimostra già le doti di una vivida immaginazione portata all'esagerazione.
Risale all'estate '66 (successiva a quella della maturità) la prima opera letterariamente meditata: si tratta di Getting It On (diventerà poi Rage e pubblicato nel '77 con lo pseudonimo Bachman).
Nell'autunno del 1966 Steve King entra all'Università del Maine con sede a Orono. Gli inizi sono tutti in salita, a causa anche della sua timidezza: David Bright, un suo compagno di quegli anni, ricorda che a volte dava l'impressione di volersi "restringere fino a tornare ad essere alto nenche un metro."
Il primo anno si iscrive ai corsi di geologia, storia, sociologia e di tecnica oratoria in pubblico, ma è nella sua prima composizione in classe che si distingue, facendosi notare dall'insegnante, il professor Jim Bishop, il primo che ne riconosce il valore di scrittore.
Nell'estate '67, King porta a compimento il racconto breve The Glass Floor (che gli frutta 35 dollari). Poche mesi dopo &grave la volta del romanzo The Long Walk (La lunga marcia) che viene sottoposto al giudizio di Burton Hatlen.
Dal febbraio '69 King inizia a tenere uno spazio fisso sulla rivista "The Maine Campus", una rubrica chiamata "King's Garbage Truck". Della sua prolificità - e scarso senso del tempo - ricorderà poi un collaboratore della rivista: "Cinque minuti prima di andare in stampa, King entrava, si sedeva alla macchina da scrivere e produceva due pagine perfette. In testa porta le storie così come molte persone portano gli spiccioli nelle tasche."
L'anno in cui finisce gli studi universitari non &grave certo dei migliori per Steve, se si eccettua l'incontro con Tabitha Jane Spruce, poetessa e scrittrice laureanda in storia, che il 2 gennaio 1971, a Old Town, diventa la signora King (la sua prima pubblicazione risale al 1983, Small World).
Il 5 giugno 1970 King si diploma, ottenendo il Bachelor of Science in English.
Nell'estate 1970, nel suo nuovo appartamento di Orono, King lavora a Slade, racconto western che apparirà poi in otto puntate su "The Maine Campus". Anche questi sforzi, però, non gli portano alcun guadagno. In più King scopre molto presto che trovare un posto come insegnante non è facile. Quindi la sua prima esperienza di lavoro avviene a una pompa di benzina, dove le sue prestazioni vengono pagate 1 dollaro e 25 all'ora (inoltre lavora come magazziniere, spazzino e bibliotecario).
Poi è la volta di un impiego in una lavanderia industriale, un momento della sua vita che lo marchierà per sempre.
Nell'autunno del 1971, King ottiene un posto di insegnante, poco pagato ma sicuro, resosi disponibile presso la Hampden Academy, Maine.
Nel '71 nasce la primogenita della famiglia King, Naomi Rachel. L'anno successivo l'arrivo del secondogenito Joseph Hillstrom (il terzo è Owen Phillip) aggiunge ulteriori spese nel bilancio familiare. I guai cominciano ad accavallarsi: la famiglia King non Può pagare tutte le bollette, e il primo a essere sacrificato è il telefono; poco dopo è il turno della loro auto. King comincia a pensare che forse il suo sogno di diventare scrittore è pura follia (Stephen inizia a bere e la situazione si fa quasi disperata - molto simile a quella di Jack Torrance). A sua insaputa, i tempi stanno invece maturando.
Nel gennaio 1973 King sottopone Carrie al giudizio di William Thompson della Doubleday.
marzo 1973: la perseveranza di King viene premiata con un assegno di 2.500 dollari in acconto per la pubblicazione di Carrie. Ed è solo l'inizio. Nel maggio dello stesso anno Stephen riceve la notizia che la Doubleday ha venduto i diritti di Carrie alla New American Library per 400.000 dollari, metà dei quali erano suoi di diritto.
All'età di venticinque anni, King aveva finalmente la possibilità di liberarsi da ogni vincolo economico.
Attualmente King vive con la moglie e i tre figli tra la splendida casa estiva di Center Lovell (un piccolo paese su un lago del Maine) e quella invernale che possiede al 49 Florida Avenue a Bangor, sempre nel Maine (splendida casa vittoriana su 2 piani con 2 torri laterali comprata nel 1980. La casa è dotata di piscina interna riscaldata, sauna e palesta. Il cancello esterno è arabescato con ragni, ragnatele e due pipistrelli in ferro battuto).
E' alto (1,93), grosso (intorno ai 100 chili) e un po' curvo. Ha occhi azzurri e folti capelli neri. Porta gli occhiali da quando era bambino, anche se di tanto in tanto mette le lenti a contatto. D'inverno si fa crescere la barba per proteggersi dal freddo pungente del Maine.
Ha la passione per le gite in canoa (con occasionali nuotate), la chitarra (lui stesso confessa di non saperla suonare) ed il videoregistratore. E' tifosissimo della squadra di baseball di Boston, i Red Sox, per i quali scrive anche degli articoli sui giornali più importanti degli States.
Mentre scrive ama ascoltare il rock and roll (ha addirittura acquistato una stazione radio, la Wzon, perchè le radio locali non ne trasmettevano abbastanza) e bere birra . Quando ha mal di testa, mastica aspirine senz'acqua proprio come Jack Torrance in The Shining. Lotta da anni contro il vizio del fumo, ma finora è riuscito solo a passare a sigarette più leggere.
Non ha paura di nulla (anche se è superstizioso ed odia il 13), neanche dei demoni che descrive nei suoi romanzi e la sua esistenza sembra veramente una splendida oasi di serenità.
Un avvertimento:
Difendersi da Stephen King, il re della paura, è più che sbagliato, è inutile. Lui, come alcune delle creature viscide ed insinuanti che popolano i suoi romanzi, è ormai dappertutto: ha scritto 35 romanzi e raccolte di racconti, ha venduto 120 milioni di copie, dalle sue opere sono stati tratti 25 film (tra registacci, come lo stesso King che ha provato a dirigere Maximum Overdrive nel 1986, e fuoriclasse come Stanley Kubrick, Braian De Palma, John Carpenter, George Romero ecc.).
Inarrestabile, con quelle 500 parole scritte, con il suo Wang, dalle 8.30 alle 11.30 di ogni giorno tranne Natale, il Giorno del ringraziamento e il suo compleanno, King ha composto una lunghissima serie di libri che quasi mai hanno meno di 500 pagine e che lo hanno reso miliardario: è lo scittore più pagato al mondo (nel 1989 incassò un anticipo di 40 milioni di dollari per quattro romanzi ancora da scrivere) e pare che il suo fatturato annuo batta intorno ai 150 miliardi.
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Ultima modifica di birillino8 il sab nov 04, 2006 7:05 pm, modificato 1 volta in totale.
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CHRISTINE

Tre adolescenti vivono la loro adolescenza in una tranquilla cittadina di provincia. Le novità sono poche, finchè non compare Christine, un'auto - una Plymonth del 1958 - che Arnie, uno dei ragazzi, vuole ad ogni costo rimettere a nuovo. Un'impresa disperata, che per lui si trasforma in un'ossessione, mentre la macchina inizia a manifestare un'inquietante vita propria. E nelle buie strade del paese la gente comincia a morire... Un indimenticabile viaggio nel terrore firmato dal "maestro" Stephen King. Una superba prova del suo talento da fuoriclasse. [/align]
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CARRIE

A Chamberlain, piccola cittadina del Maine, vive la timida Carrie White, un'adoloscente emarginata dai coetanei per via della sua goffaggine e delle sue stranezze. Vittima di scherzi sempre più pesanti da parte dei compagni e succube delle violenze della madre Margaret, una fanatica religiosa, Carrie si vendicherà grazie ai terribili poteri telecinetici di cui è in possesso: un'oscura forza da sempre celata nei recessi della sua mente. "Carrie" è un bellissimo romanzo scritto da un Stephen King sicuramente ispirato. Grandi pagine di horror (Margaret White è forse uno dei personaggi più inquietanti creati da King) si alternano con profondi brani che analizzano le angoscie dell'adolescenza e dell'emarginazione.[/align]
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A VOLTE RITORNANO

"A volte ritornano" è forse la miglior antologia horror creata dal grande maestro Stephen King. I 20 racconti che la compongono catturano il lettore fin dalla prima pagina, questo è senz'altro merito della stupenda narrazione che li caratterizza e dalle trame stesse dei racconti: semplicemente geniali. Tra i vari titoli degni di nota abbiamo "Jerusalem's Lot", storia squisitamente lovecraftiana di un paese maledetto; "Secondo turno di notte" è l'inquietante avventura di alcuni operai nei sotterranei di una fabbrica; "Io sono la porta" illustra gli sconvolgenti particolari di una strano morbo alieno, "Il baubau" è l'orribile mostro che da sempre tormenta il sonno di tutti i bambini del mondo; "Materia grigia" racconta di un uomo colpito da una rivoltante malattia della pelle; "Quitters, Inc." è un'azienda che è disposta a fare qualsiasi cosa pur di guarire i propri clienti dal vizio del fumo; e per concludere non si può non citare lo stupendo e terrificante "Il bicchiere della staffa", vampiresco seguito dell'altrettanto splendido romanzo di King, "Le notti di Salem". C'è poco da aggiungere su questo "A volte ritornano": leggetelo assolutamente. [/align]
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L'ACCHIAPPASOGNI

Ogni anno, in novembre, Henry, Jonesy, Beaver e Pete trascorrono qualche giorno in un vecchio cottage sperduto in mezzo i boschi. Ufficialmente sono lì per cacciare ma, pur avendo preso strade diverse nella vita, questa è un'occasione buona per rafforzare l'amicizia che fin dall'infanzia li unisce. Durante il loro soggiorno però accade qualcosa di straordinario: una misteriosa astronave spaziale precipita nelle vicinanze, il suo carico è costituito da alcuni grotteschi alieni, vecchie conoscenze dei servizi segreti americani, e da un terribile virus che ben presto contagia gli essere umani. L'esercito interviene per isolare la zona e per i quattro amici inzierà una terribile odissea. La loro salvezza dipenderà da alcuni eventi cruciali del loro passato e da un vecchio amico molto speciale. Dopo "Tommyknocker" Stephen King ritorna a parlare di alieni facendolo, come sempre, a modo suo. "L'acchiappasogni" è un romanzo ricco di azione e coinvolgente al punto giusto, merito anche dell'efficace narrazione dell'autore. Come ogni storia di King che si rispetti vi sono sia la violenza che i buoni sentimenti. Un buon libro.[/align]
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Buick 8



Stati Uniti, Pennsylvania. Un'automobile modello Buick 8 si ferma in un distributore di benzina, il misterioso autista scambiate due parole con il benzinaio svanisce nel nulla senza lasciare tracce. La polizia, dopo aver preso in custodia la macchina, scopre le strane e curiose caratteristiche della Buick: il motore è concepito in modo assurdo, i materiali che la compongono sono ignoti, la carrozzeria si "rigenera" come se fosse un tessuto organico e dal bagagliaio escono delle "cose"... Per anni i poliziotti della squadra D la tengono nascosta in un capannone, terrorizzati ma allo stesso tempo affascinati dai bizzarri poteri del veicolo. "Buick 8" è un altro pregevole romanzo di Stephen King, bello da leggere soprattutto grazie alla suggestiva e affascinante idea originale del libro

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LA CASA DEL BUIO

French Landing potrebbe essere la classica cittadina che fa da sfondo alle fiabe più cupe e spaventose, qui infatti dimora un orco sanguinario, chiamato "il Pescatore", che rapisce i bambini e li divora. In mezzo al bosco inceve, c'è un'inquietante casa dipinta di nero che evoca orrori lontani e innominabili. Jack Sawyer, ex poliziotto dal passato emblematico, mentre indaga sui feroci omicidi che terrorizzano il paese scopre l'oscuro legame che unisce il Pescatore alla misteriosa casa nera. Scritto a quattro mani da Stephen King e Peter Straub, "La casa del buio" è senza dubbio uno splendido romanzo che regala suggestive atmosfere horror, visioni infernali, azione e brividi a non finire. Da leggere!
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CELL

Sembra un normale e tranquillo pomeriggio di sole a Boston, quando improvvisamente un impulso di provenienza ignota viene trasmesso attraverso tutti i cellulari e tutte le persone che ne stanno utilizzando uno impazziscono improvvisamente dando sfogo ai loro istinti primordiali.
In pochi secondi si scatena l’inferno: esplosioni, incendi, catastrofici incidenti stradali, atti di cannibalismo. In questo scenario apocalittico Clayton Riddell, disegnatore, si trova a fuggire insieme ad altri sopravvissuti all’impulso e insieme a loro inizierà un lungo viaggio alla ricerca del figlio e della moglie che si trovano nel nord del Maine.
Gran parte della civiltà viene cancellata dalla faccia della terra e i pochi sopravvissuti si muovono in un tetro scenario apocalittico dominato dalla presenza dei cosiddetti “cellutati” che dopo una fase selvaggia cominciano ad evolversi e ad acquistare nuove e sconvolgenti capacità.
E’ questa l’avvincente trama del nuovo romanzo di Stephen King, che dopo la conclusione del mastodontico lavoro de “La torre nera” e l’atipico “Colorado Kid” - ritorna all’horror tradizionale con una storia ad alto tasso adrenalinico.
King da vero re del brivido all’inizio del libro ci presenta uno scenario assolutamente normale che da un momento all’altro si trasforma in un vero incubo. Leggendo con avidità pagina dopo pagina, sembra quasi di assistere con i propri occhi alle scene di panico che si scatenano dopo l’arrivo dell’impulso. Le parole dello scrittore sono come una telecamera a mano che si muove freneticamente in mezzo all’apocalisse di esplosioni e atti di pura follia. Ed è in questi momenti che la finzione narrativa si fonde con la realtà, si percepisce infatti attraverso lo stato d’animo del protagonista tutta l’angoscia degli americani che hanno vissuto la paura post-undici settembre.
Il libro mantiene un ritmo narrativo molto alto fino alla fine senza rallentare mai un attimo. I colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro e alcune volte il risultato è doloroso.
Molto buona come al solito è la caratterizzazione dei personaggi che non risultano troppo stereotipati. Unica nota negativa a mio parere è il caso del ragazzino che si unisce alla compagnia di Riddell: fa dei ragionamenti e dei discorsi che non si addicono alla sua età.
C’è stata molta attesa per questo libro in Italia e le poche notizie che arrivavano da oltre oceano parlavano di un romanzo di King sugli zombie. Forse per questo motivo qualcuno è rimasto deluso nel capire che non si tratta di zombie in senso stretto. Le creature di “Cell” non sono morti viventi, ma persone normali che hanno avuto una sorta di formattazione del cervello e regrediscono ad uno stato primitivo in cui l’istinto principale è quello della violenza. C’è comunque un omaggio (come possiamo leggere nella dedica all’inizio del libro) a Romero e a Matheson (Io sono leggenda). Sicuramente le ambientazioni, le dinamiche e le atmosfere ricordano i film di Romero, ma sono convinto che il riferimento sia anche all’evoluzione degli zombie a cui abbiamo assistito nel film “La terra dei morti viventi” in cui le creature cominciano a prendere coscienza, ad organizzarsi ed in un certo senso ad evolversi. Ed è proprio quello che accade alle persone colpite dall’impulso in “Cell”, che dopo la fase di primitiva passano ad uno stato più evoluto in cui cominciano ad aggregarsi. I “cellulati” di King sono un’evoluzione dello zombie classico e anche se non sono morti e non si cibano di carne umana fanno lo stesso paura a causa delle terribili facoltà mentali che riescono a sviluppare.
I fedelissimi del “Re del brivido” potranno trovare in questo libro richiami ad opere precedenti come “L’ombra dello scorpione” (ambientazione apocalittica), “L’incendiaria”, “Carrie” (i misteriosi poteri della mente umana) e il racconto “Tutto è Fatidico”( una scena di follia all’inizio è molto simile a quella che troviamo in questo racconto), ma ci sono un po’ tutti i leitmotiv della letteratura kinghiana.
Al vasto catalogo di orrori, King aggiunge una nuovo e moderno incubo che è quello del cellulare che secondo lo scrittore è <<la catena da schiavo del ventunesimo secolo>> e per questo motivo non ne possiede uno.
“Cell” è sicuramente lontano dai “capolavori” che hanno portato King nell’olimpo degli scrittori moderni, ma rimane un romanzo horror molto originale, che porta un po’ di aria fresca nel mondo stantio dell’horror.
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IL GIOCO DI GERALD

Jessie e il marito Gerald decidono di passare qualche giorno di vacanza nella loro casa sul lago Kashwakamak nel Maine, Stati Uniti. Isolati dal mondo, i coniugi danno inizio ad uno stravagante gioco sessuale che vede lei ammanettata al letto succube della perversa fantasia dell'uomo. Ma un improvvisio malore di Gerald lascia la povera Jessie imprigionata e incapace di liberarsi. Comincia così per lei un'atroce sofferenza scandita da orribili incubi e mostruose presenze. "Il gioco di Gerald" è senza dubbio uno dei romanzi più originali scritti da King. Geniale e mai prevedibile, l'autore riesce a stupire chi legge raccontando una storia di quasi 400 pagine totalmente ambientata in una camera da letto.[/align]
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L'INCENDIARIA

La piccola Charlie McGee e suo padre Andy sono molto speciali: lei ha il potere di incendiare le cose con il pensiero mentre lui riesce a manipolare la mente delle persone. Proprio per questo motivo gli spietati agenti della "Bottega", un'organizzazione governativa che studia i fenomeni paranormali, hanno il compito di catturarli in modo che le loro capacità vengano messe al servizio degli Stati Uniti per scopi malvagi. Comincia così, per Andy e la figlioletta, una fuga disperata verso la libertà. "L'incendiaria" è un discreto thriller ricco di azione con qualche dose di "sana" violenza. Pur non essendo uno dei migliori romanzi scritti da Stephen King, è sicuramente un libro piacevole leggere.[/align]
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IT

In una tipica e tranquilla cittadina americana chiamata Derry, ogni quarto di secolo, si verificano tremendi omicidi a danno di bambini e adolescenti. 7 ragazzini scoprono che tutto questo orrore è causato da "IT", una creatura capace di cambiare le proprie sembianze e che da secoli dimora nelle fogne della città. Questi bambini, coraggiosi e temerari, riescono a sconfiggerlo ma, trascorsi 27 anni e diventati adulti, si accorgono che IT non è ancora morto e che la sua sete di sangue non si è per nulla placata. "IT" è senza dubbio uno dei migliori romanzi di King, è una splendida favola horror che celebra in modo sublime l'adolescenza, l'amicizia e gli aspetti più sinistri e terrificanti di tutte quelle paure che si celano nella mente umana. Da leggere assolutamente![/align]
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MUCCHIO D'OSSA

Mike Noonan è uno scrittore di successo che vive felicemente con la moglie Jo, tutto scorre tranquillo fino a quando, un terribile incidente, uccide la sua amata compagna. Da quel giorno la vita di Mike diventa un incubo, un tunnel senza uscita che gli impedirà anche di scrivere. Dopo 4 anni la disperazione lo conduce nel Maine a "SARA LAUGHS", la vecchia abitazione di legno nella quale trascorreva le estati con la moglie. Qui Mike scopre che, quello che un tempo era il loro nido d'amore, si è trasformato in un luogo oscuro e malvagio, pieno di inquietanti presenze. "Mucchio d'ossa" è un ottimo romanzo horror narrato nel classico stile di King: crudo, agghiacciante e al tempo stesso pieno di sentimento.
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IL MIGLIO VERDE

Stati Uniti, 1932. Nel penitenziario di Cold Mountain, se si attraversa un lungo corridoio, si raggiunge una grande stanza in cui troneggia minacciosa Old Sparky, la sedia elettrica che per anni ha tolto la vita a decine di condannati a morte. Paul Edgecombe, capo delle guardie del carcere, suo malgrado ha finito per abituarsi all'opprimente atmosfera del braccio della morte ma l'arrivo di un nuovo prigioniero, il misterioso John Coffey, gli cambierà totalmente la vita.
"Il miglio verde" è il romanzo che conferma in modo definitivo quanto sia grande Stephen King: uno scrittore immenso che descrive in modo eccelso l'animo umano, l'amore più puro e l'odio più nero. King, mediante una narrazione magistrale, illustra l'orrore e l'angoscia di chi vive e affronta la morte ogni giorno; con una sensibilità fuori dal comune parla anche d'amicizia, di tolleranza e di una fede che va oltre la religione. Un libro stupendo![/align]
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Uscita per l'inferno

Un uomo come tanti. Una vita regolare, un buon impiego, una moglie affettuosa e una tragedia con cui convivere, da quando l'unico figlio non c'è più. Da allora George e Mary hanno cercato di riprendere un'esistenza normale, ma in realtà niente è più come prima: qualcosa in George si è spezzato per sempre. Così, quando viene informato che la sua villetta, la sua ditta, l'intero quartiere in cui abita saranno spazzati via da un inutile prolungamento autostradale non ha dubbi e si schiera a fianco dei condannati a morte. Ambientato ai tempi di un'indimenticabile crisi energetica, nell'America angosciata e impaurita dal futuro, un romanzo duro e incalzante di Stephen King firmato con lo pseudonimo di Richard Bachman.[/align]
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La torre nera. 7.La torre nera

L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì". Così esordiva la storia, sette libri fa. Ora la caccia è finita: Roland di Gilead, con i compagni che ha raccolto attorno a sé nel viaggio, è di fronte al suo destino. Nelle prime pagine di questo volume ritroviamo il gruppetto sano e salvo, sebbene sparso per ogni dove e ogni quando. Susannah-Mia è stata trasportata dal Dixie Pig di New York in una stanza degli orrori di Fedic, dove vedrà la luce suo "figlio". Jake e il Père Callahan, con Oy sono entrati nel locale ad armi spianate per salvare la ragazza, ignorando il pericolo in agguato. Roland e Eddie, con John Cullum, sono nel Maine del 1977, e incominciano a capire che il mondo da cui stanno cercando di fuggire è l'unico reale. [/align]
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